lunedì 15 ottobre 2012

Il senso profondo


La lezione che abbiamo o perlomeno dovremmo aver imparato è che il nostro Paese è una realtà a sovranità limitata.
Nel momento in cui ci affacciamo fuori, dovremo sempre chiedere il permesso a qualcuno, adattarci alle sue richieste o norme.

San Marino 15 ottobre 2012/1712 d.F.R.

In questi quattro anni è stato un susseguirsi di eventi accaduti alla nostra Repubblica.
Siamo di fatto rimasti in balia delle decisioni e indirizzi di centri di “comando” esterni dalle sigle alla maggioranza dei sammarinesi sconosciute, astruse e in definitiva lontane: MEF, FMI, OCSE, Moneyval, GAFI, ecc.
Così abbiamo cercato di sanare situazioni  di fatto già compromesse da qualche tempo, con una produzione normativa forse insensata per una comunità di trentamila abitanti.
Il tutto a testimonianza della lungimiranza della nostra politica negli ultimi trent’anni.
A guardarsi bene allo specchio ci si domanda in definitiva cosa abbiamo, come comunità sammarinese, poi commesso di così “terribile” tenuto conto che tutti i ruoli dirigenziali “importanti” sono ricoperti da non sammarinesi: Forze di Polizia, Banca Centrale, Università, Tribunale, Istituto Sicurezza Sociale, Banche Private, molti Imprenditori.
Non abbiamo fatto tempo ad aprirci all’esterno che immediatamente tanti si sono approfittati del sistema per commettere una serie di reati nei loro paesi di origine e favorendo l’importazione di fenomeni malavitosi da sempre sconosciuti per la nostra comunità.
Le responsabilità interne di tutto ciò sono di chi doveva vigilare, controllare e sanzionare.
Sono di chi aveva la responsabilità politica di formare la coscienza di una collettività e non di arricchirsi personalmente utilizzando impropriamente il “sistema” con una creazione e la gestione di un consenso elettorale che ha prodotto danni al Paese che pagheremo per anni.
Sono anche di tanti cittadini che si sono fatti “cooptare” vendendo la propria coscienza per un posto nella pubblica amministrazione, per l’edificabilità di un terreno per la concessione di una licenza.
Molti cittadini ne sono rimasti invece indenni, non sono scesi a compromessi, hanno lottato.
Le diverse dita devono però avere la consapevolezza di far parte della stessa mano.
Tra meno di un mese andremo a votare, con un Paese non ancora consapevole appieno della drammaticità della crisi finanziaria ed economica che hanno colpito in particolar modo l’Europa.
Neppure consapevole ancora di quello che siamo stati negli ultimi anni e di quello che ancora siamo.
Tanti meccanismi sono ancora immutati compreso il teatrino della politica che, con i vecchi marpioni ora in seconda fila, opera affinché tutto cambi perché nulla cambi.
Le nostre coscienze non si sono ancora modificate.
Non abbiamo ancora inteso il senso profondo di quanto ci è accaduto.
Non abbiamo minimamente scavato sotto la “crosta” per capire chi siamo e dove vogliamo andare.
La lezione che abbiamo o perlomeno dovremmo aver imparato è che il nostro Paese è una realtà a sovranità limitata.
Nel momento in cui ci affacciamo fuori, dovremo sempre chiedere il permesso a qualcuno, adattarci alle sue richieste o norme.
Possiamo tranquillamente accantonare per il momento le nostre ambizioni di politica estera e concentrarci al nostro interno per scoprire almeno il senso profondo dell’esistenza della nostra comunità.

                                                             
Alberto Rino Chezzi



Nel riquadro: “LUMACA CHE CORRE” – 2008 – Ciaccaezetazetai – olio su denim – cm 100 x 100 – courtesy of Ec Foundation  

lunedì 8 ottobre 2012

Foto di gruppo

Il risultato che verrà fuori da queste elezioni altro non sarà che lo specchio del Paese.
Di come siamo realmente.
Se divisi o uniti negli intenti, se preferiamo le scorciatoie o meno nel superare i problemi importanti che dovremo comunque affrontare.
Sarà una foto di gruppo che potrebbe anche non piacerci.

San Marino 8 ottobre 2012/1712 d.F.R.

Undici liste, sei possibili indicazioni di voto da esprimere per tre coalizioni e tre liste che correranno sole, trecento settantaquattro candidati per ricoprire i sessanta scranni da consigliere e otto da segretario di stato.
Per i meccanismi della soglia di sbarramento, di un ipotetico ballottaggio, del premio di maggioranza, delle quote rosa, potrebbero emergere scenari completamente nuovi riguardo le previsioni “grezze” fatte anche all’interno degli stessi partiti.
Sarà questo il primo vero test di una legge elettorale che potrà dare esiti completamente differenti rispetto quella che è la situazione politica reale del Paese.
Tanti i giovani e le donne candidate, tanti quelli che si mettono in gioco per la prima volta in politica.
Quattro movimenti nati per dare risposte nuove e diverse al Paese.
Tanti big e navigati della politica che hanno preso un momento di pausa e tanti che si ripresentano nell’agone politico.
Un’occasione per l’elettorato sammarinese di rinnovare effettivamente il Consiglio Grande e Generale e il modo di far politica.
Programmi che nella maggioranza dei casi sono più sintetici e più chiari rispetto il passato.
Programmi purtroppo che nelle coalizioni sono stati fatti successivamente all’alleanza politica.
La legge elettorale impone purtroppo i numeri prima di tutto.
Speriamo almeno che i candidati se li studino bene prima di apparire nei dibattiti che ci sfiniranno da qui all’11 novembre.
In ogni caso, grazie anche alle liste civiche abbiamo programmi più sulle cose concrete da fare che sui principi o sulle appartenenze politiche di parte.
Il risultato che verrà fuori da queste elezioni altro non sarà che lo specchio del Paese.
Di come siamo realmente.
Se divisi o uniti negli intenti, se preferiamo le scorciatoie o meno nel superare i problemi importanti che dovremo comunque affrontare.
Sarà una foto di gruppo che potrebbe anche non piacerci.

Alberto Rino Chezzi’



Nel riquadro: “COME SOTTO COSI’ SOPRA” – 2004 – Ciaccaezetazetai – olio su tela e denim – cm 100 x 100 – courtesy of Ec Foundation

martedì 2 ottobre 2012

Caos prossimo venturo


Probabilmente il dopo elezioni, imporrà alle forze politiche scelte forti, di condivisione sulle cose da fare, per traghettare il Paese fuori dalle secche nella quali naviga oramai da quattro anni.



San Marino 2 ottobre 2012/1712 d.F.R.

A giorni saranno definitive le numerose liste, presumibilmente sei, che si presenteranno alle prossime elezioni con i rispettivi candidati. Se a queste si aggiungono i fantasmi che aleggiano sulle elezioni, l’astensionismo e il voto di protesta, il quadro di riferimento politico sarà particolarmente frammentario.
Frutto della vecchia e cattiva abitudine di definire prima le alleanze e poi, solo in via residuale, la ricerca delle convergenze programmatiche.
L’esatto contrario di quanto si voleva evitare con la vigente legge elettorale che tra le varie cose prevede anche la soglia di sbarramento per l’elezione dei propri rappresentanti in Consiglio.
Questa frammentazione alza notevolmente il rischio di un ballottaggio se nessuna delle coalizioni prevarrà in maniera significativa sulle altre.
Un messaggio che proviene dalla politica di profonda divisione del Paese.
Di mancanza d’idee e soluzioni condivise per individuare percorsi tesi a evitare l’implosione di un sistema prossimo al collasso non solo economico e finanziario ma anche di valori.
Probabilmente il dopo elezioni, imporrà alle forze politiche scelte forti, di condivisione sulle cose da fare, per traghettare il Paese fuori dalle secche nella quali naviga oramai da quattro anni.
Nei programmi elettorali, almeno in quelli disponili solo un elenco di buone intenzioni.
Probabilmente queste saranno disattese non perché non vi saranno le volontà, ma semplicemente perché mancherà la finanza necessaria per sostenere le riforme necessarie e indispensabili.
Ci saranno una gran confusione e caos.
Tutti contro tutti.
Come accade da tantissimo tempo, l’arte dovrà fare la parte di Cenerentola se non quella del fantasmino Ghost.
Peccato perché l’arte può essere un potente fattore di sviluppo per una microeconomia come quella sammarinese.
Peccato perché l’arte rappresenta la ricchezza emotiva e animica di ogni Paese, sia piccolo che grande, elevando il livello di coscienza di chiunque.
Evidentemente gli artisti e gli operatori sammarinesi del settore non hanno alcun peso elettorale e quindi di scarso interesse.

Alberto Rino Chezzi


Nel riquadro: “LUMACA CHE CORRE” – 2008 – Ciaccaezetazetai – olio su denim – cm 100 x 100 – courtesy of Ec Foundation  

lunedì 24 settembre 2012

Anime perse


Questa settimana lascerà il segno nella nostra Repubblica.
Come se avessimo perso la nostra anima, con la politica che ancora opera con meccanismi e modi appartenenti al passato.
Che tutti a parole sperano non torni più.

San Marino 24 settembre 2012/1712 d.F.R.

La settimana appena trascorsa è stata molto pesante.
Non solo dal punto di vista politico ma anche da quello civile e della coscienza collettiva.
La relazione della Commissione Antimafia è stata un momento di presa di coscienza da parte del Paese di come ci siamo allontanati dai valori fondamentali che legano gli appartenenti a una comunità piccola come la nostra.
La gravità dei rapporti emersi tra politica e camorra, sui quali dovrà sicuramente far luce la magistratura, ha quasi “normalizzato” e quindi posto in secondo piano tutti gli altri fatti emersi, come se quanto accaduto fosse un normale operare.
Come se fosse normale corrompere con denaro pubblici dipendenti, comprare voti a fini elettorali oppure operare in pieno conflitto d’interessi.
Fortune economiche realizzate in pochissimo tempo, non giustificabili neppure da consulenze milionarie.
Intreccio tra politica e affari a dir poco micidiale.
L’interesse personale che prevarica il bene comune.
Anche se a onor del vero sono situazioni conosciute o “intuite” da noi tutti o comunque dai più.
Con un distinguo di posizioni come sempre.
Vi è chi era coinvolto perché cooptato.
Vi era chi pur sapendo non ha voluto o non ha avuto la forza e il coraggio di esporsi e ha preferito continuare a coltivare il proprio orticello.
Vi era infine chi pur sapendo e contrastando tali fenomeni poteva fare di più.
Non esistono medaglie e meriti in questa situazione.
E’ vero che la politica ne esce malissimo, perdendo così quel poco di affidabilità che le era rimasta.
E’ indubbio che dovrà essere fatta la massima chiarezza sui fatti e soprattutto sui meccanismi.
Questa settimana lascerà il segno nella nostra Repubblica.
Come se avessimo perso la nostra anima, con la politica che ancora opera con meccanismi e modi appartenenti al passato.
Che tutti a parole sperano non torni più.
Sarà difficile recuperarla questa situazione, recuperare i valori che sono sempre stati alla base di questo piccolo stato, quali la libertà, la solidarietà e l’uguaglianza.
Un Paese oramai dotato di solide caste, da quella politica e quella imprenditoriale, a quella finanziaria e bancaria, quella sindacale a quella del pubblico impiego.
Tanti orti tutti ben recintati e ben curati.
Un Paese il nostro che ha urgente necessità di recuperare immagine e credibilità sia al proprio interno che verso l’esterno.
Un Paese che se ritroverà un’unità d’intenti e promuoverà il rinnovamento come fattore di sviluppo, potrà rimettersi in cammino.

Alberto Rino Chezzi



Nel riquadro: “COME SOTTO COSI’ SOPRA” – 2004 – Ciaccaezetazetai – olio su tela e denim – cm 100 x 100 – courtesy of Ec Foundation

lunedì 17 settembre 2012

I fondamentali


In attesa che la politica ritrovi i propri equilibri, il Paese soffre e rimane in paziente attesa di conoscere i programmi elettorali nella maggioranza dei casi ancora in corso di elaborazione.
Sulle cose da fare le idee chiare non sembrano in molti ad averle, soprattutto sulle questioni fondamentali

San Marino 17 settembre 2012/1712 d.F.R.

La settimana appena trascorsa è stata è stata un susseguirsi di colpi di scena a testimonianza delle fibrillazioni che animano l’attività politica.
Gran movimentismo delle formazioni politiche, almeno in quelle tradizionali, che vede al momento al centro dell’interesse l’Upr, che nessuno sembra volere ma tutti vogliono prendersi.
Stiamo assistendo a  “tragedie” personali per rinunce a eventuali candidature da parte di chi ha occupato posizioni di potere per decenni e che, in un delirio di onnipotenza tipo della politica nostrana, uscendo sbatte forte la porta.
Colpi di scena ai quali assisteremo anche questa settimana con gli esiti della Commissione antimafia.
In ogni caso sarà una campagna elettorale al vetriolo.
In attesa che la politica ritrovi i propri equilibri, il Paese soffre e rimane in paziente attesa di conoscere i programmi elettorali nella maggioranza dei casi ancora in corso di elaborazione.
Sulle cose da fare le idee chiare non sembrano in molti ad averle, soprattutto sulle questioni fondamentali alla base della convivenza della nostra piccola comunità e indispensabili per la sopravvivenza della stessa.
I punti programmatici d’indirizzo e d’intervento sino ad ora proposti sono i più disparati, la media è venti, premessa naturale al fatto che regolarmente quando sarà il momento non saranno neppure presi in considerazione.
Manca una chiarezza di fondo sui temi fondamentali che si dovranno necessariamente toccare una volta insediato il nuovo Consiglio Grande e Generale.
In materia di politica estera, monetaria e finanziaria, di politica di bilancio e Pa, politica economica e fiscale e infine in materia di politica istituzionale.
L’impressione è che vi sia più una corsa a occupare posizioni di potere con incarichi connessi che a sforzarsi di pensare a quali risposte dare a temi che toccano l’intera collettività.
Prima le alleanze e le coalizioni e poi il programma al quale vincolare l’azione del futuro governo la dice lunga sulla volontà di cambiare radicalmente il modo di fare politica.
In ogni caso anche la cittadinanza, solo in minima parte per la verità, vi mette del suo nel momento in cui si va a barattare il proprio voto per l’agognato posto sotto lo stato, il terreno, l’aumento di livello, e l’incarico ottenuto in barba a chi ne ha invece diritto.

Alberto Rino Chezzi


Nel riquadro: “LUMACA CHE CORRE” – 2008 – Ciaccaezetazetai – olio su denim – cm 100 x 100 – courtesy of Ec Foundation

lunedì 10 settembre 2012

Giochi finali


Tutto è congelato, almeno da parte dei partiti tradizionali, in attesa dei risultati della Commissione Antimafia.
Potremmo assistere difatti a esclusioni clamorose di candidature oramai ritenute consolidate.

San Marino 10 settembre 2012/1712 d.F.R.

L’attività politica sembra irrealmente sospesa in attesa di un evento significante che porti chiarezza nell’ambito delle alleanze politiche.
I prossimi dieci giorni saranno decisivi affinché tutte e parti politiche tirino le fila in vista della presentazione delle liste elettorali.
Tutto è congelato, almeno da parte dei partiti tradizionali, in attesa dei risultati della Commissione Antimafia.
Potremmo assistere difatti a esclusioni clamorose di candidature oramai ritenute consolidate.
Così come potrebbe esservi un movimentismo significativo su tutti gli schieramenti con cambiamenti repentini di fronte da parte degli attori della politica nostrana.
Continua la telenovela sull’Upr, dove nessuno, ad eccezione del Psd, nell’unica alleanza al momento definita tra Dc, Psd, An, A&L, Ap e Ns, vuole l’Unione per la Repubblica.
Quest’ultima probabilmente sconta la presenza al proprio interno degli Eps.
In ogni caso Claudio Felici, per conto del Psd, sembra in ogni caso determinato a portare a termine, questa ipotesi di sinergia politica.
In attesa delle risultanze che scaturiranno dalla Commissione Antimafia, in molti si chiedono cosa farà di conseguenza la Magistratura Sammarinese.
Per il momento, in questo clima di sospensione, tutti stanno preparando e affilando le armi di una campagna elettorale, che sarà giocata molto nei socials network e nell’informazione locale on line e cartacea.
I movimenti stanno proliferando in maniera considerevole, testimonianza questa della ricchezza dal punto di vista democratico della società civile.
Non però se in mano ad esclusi dalle precedenti elezioni o a emarginati politicamente dai partiti di provenienza alla ricerca di nuove visibilità o opportunità politiche.
L’unica costante in questa situazione irreale rimane la necessità, da parte di tutte le forze politiche, di ottemperare alle cosi dette “quote rosa”.
Ragione per la quale tutte le parti politiche sono alla caccia di figure femminili spendibili.

Alberto Rino Chezzi


Nel riquadro: “COME SOTTO COSI’ SOPRA” – 2004 – Ciaccaezetazetai – olio su tela e denim – cm 100 x 100 – courtesy of Ec Foundation

lunedì 27 agosto 2012

Il punto


La pausa estiva è servita per dare gli ultimi ritocchi a già instabili equilibri politici e raccogliere energie Unica nota dolente è che ancora nessuno, eccetto i nuovi movimenti, ha parlato di programmi o di proposte per il futuro del Paese.
E ricercare prima le alleanze e poi fare le proposte non è certo un gran segnale.




San Marino 27 agosto 2012/1711 d.F.R.

La campagna elettorale è ancora lungi dall’essere iniziata.
Nuovi movimenti, poche idee e poche proposte incisive e innovative.
Solo la ricerca di alleanze strategiche per affrontare al meglio le elezioni e predefinire ove possibile eventuali rendite di posizione.
Unica eccezione la Rete che ha dichiarato più volte la sua intenzione di correre da sola.
L’unico raggruppamento già predefinito, Dc, An, A&L, Ap e NS che sicuramente correranno insieme in un’unica lista unitamente al Pds, sta definendo il “tasso di rinnovamento” interno con la scelta dei candidati da presentare alle prossime elezioni.
Problema questo che si sono già posto le forze politiche, ma che farà sicuramente una delle differenze di fronte agli elettori.
Unica eccezione ancora la Rete che non ha voglia di spartire nulla con tutti gli ex in circolazione.
Giochi fatti?
Tutt’altro.
Interessante sarà vedere che cosa succederà nella formazione di altri raggruppamenti.
Sinistra Unita, con tutta una serie di difficoltà interne, ha fatto importanti aperture ai movimenti civici.
UpR, UdM, Psrs e Pss troveranno modi utili per la formazione di un raggruppamento autonomo.
Il terzo polo tanto per intenderci?
Se così fosse, con l’attuale legge elettorale, potrebbe essere un importante test, dove nulla sarebbe poi così scontato.
Gli esiti delle elezioni potrebbero riaprire tutti i giochi politici, rimescolando tutte le carte.
Anche quelle precostituite.
Unica nota dolente è che ancora nessuno, eccetto i nuovi movimenti, ha parlato di programmi o di proposte per il futuro del Paese.
E ricercare prima le alleanze e poi fare le proposte non è certo un gran segnale.
Sicuramente rispetto a un cambiamento del modo di far politica e di rapporto con la cittadinanza e l’elettorato che dovrà andare a compiere delle scelte.

Alberto Rino Chezzi


Nel riquadro: “LUMACA CHE CORRE” – 2008 – Ciaccaezetazetai – olio su denim – cm 100 x 100 – courtesy ofEc Foundation

mercoledì 15 agosto 2012

La sfida di Alex


Avrà senso ancora oggi, con la globalizzazione, con una crisi finanziaria che non rispetta nessun confine e condiziona pesantemente la politica, parlare d’ideologia, di partiti legati ancora a dinamiche da periodo della guerra fredda o peggio ancora a dogmi confessionali?

San Marino 13 agosto 2012/1711 d.F.R.


La proposta di Alessandro Rossi di abbandonare simbolo e nome per presentare in una nuova lista di qualità solo persone perbene….ossia per il bene comune…. con un contributo importante da parte della società civile è stata dal proprio partito in un primo momento cassata e poi riformulata completamente fino a farne tutta un’altra cosa.
Neppure in Sinistra Unita, che è sempre stato un partito”aperto”, si è avuto il coraggio di spogliarsi momentaneamente del proprio “io” a favore di un “io comune”.
Peccato.
Quella di Alessandro è una proposta intelligente, la proposta giusta al momento giusto.
Proposta tesa alla creazione delle basi per la formazione di una lista di qualità che promuova Unità e Rinnovamento all’interno non solo della classe politica, ma di tutto il Paese come risposta sia alle istanze sempre più numerose provenienti dalla società civile sia ai giochi già fatti dalla Santa Alleanza tra Pdcs e Pds.
Alessandro ha mostrato con grande coraggio, maturità e intelligenza politica che nel Paese c’è, anche chi può contribuire a un cambiamento vero delle coscienze e guidare un effettivo rinnovamento a tutti i livelli spogliandosi momentaneamente di appartenenze e di logiche oramai superate dagli eventi contingenti e dalla storia.
Avrà senso ancora oggi, con la globalizzazione, con una crisi finanziaria che non rispetta nessun confine e condiziona pesantemente la politica, parlare d’ideologia, di partiti legati ancora a dinamiche da periodo della guerra fredda o peggio ancora a dogmi confessionali?
La sfida di Alessandro è così “forte” che, se condivisa anche da altri attori della politica di riferimento, non compromessi con il passato e con il supporto dei rispettivi partiti e movimenti, sarà in grado di determinare la futura leadership della Repubblica ed operare così a favore di un suo effettivo rinnovamento.
Senza preclusioni di sorta e alla luce del sole, con la centralità dei contenuti, con un’agenda chiara sul futuro del Paese e senza accordi sottobanco tesi solo a far sopravvivere una vecchia politica che i sammarinesi non vogliono più.
Vi sarà in San Marino chi vorrà raccogliere la sfida lanciata da Alessandro Rossi?

Alberto Rino Chezzi


Nel riquadro: “COME SOTTO COSI’ SOPRA” – 2004 – Ciaccaezetazetai – olio su tela e denim – cm 100 x 100 – courtesy of Ec Foundation


mercoledì 8 agosto 2012

RepubliKan chic


E’ vero che la politica è l’espressione del Paese, degli elettori, e che nel Paese vi sono ancora resistenze al cambiamento, ma è pur sempre vero che è la politica che deve dare l’indirizzo ed essere il motore del cambiamento.

San Marino 8 agosto 2012/1711 d.F.R.

La crisi politica in atto e le prossime elezioni che si terranno il prossimo novembre, hanno, di fatto, aperto la problematica legata al rinnovamento.
Saprà il Paese tutto cogliere questa grande occasione per ripartire con nuove progettualità e nuovi intenti unitari e solidaristici dopo anni di sofferenza non solo economico finanziaria ma anche sociale?
Normalmente un cambiamento anche di tipo sociale richiede almeno sempre due generazioni.
Negli ultimi quattro anni siamo tutti cambiati nel profondo, ma ancora non a sufficienza.
Vi è da fare uno sforzo maggiore, soprattutto nella coscienza collettiva.
La politica avrà il suo bel da fare per tarare le liste elettorali tenendo conto di quanto si va evidenziando dall’antipolitica sulle “prime file”.
Anche quanto emergerà o non emergerà dalla Commissione d’inchiesta antimafia avrà sicuramente il suo peso.
La fibrillazione politica è già alta non solo per la nascita di nuovi movimenti e partiti che naturalmente cavalcano il facile sentimento dell’antipolitica, preludio di una campagna elettorale “cattiva”, ma anche e soprattutto perché si andrà a discutere anche sui temi, sulle proposte che non potranno che essere differenti.
La politica ha la sua più grande possibilità di riscatto e l’opportunità di riprendere il primato rispetto alle dinamiche imposte dalla crisi economico finanziaria e dalla coercizione imposta dall’esterno con la normalizzazione di un sistema che aveva oramai ecceduto i limiti anche del buonsenso.
E’ vero che la politica è l’espressione del Paese, degli elettori, e che nel Paese vi sono ancora resistenze al cambiamento, ma è pur sempre vero che è la politica che deve dare l’indirizzo ed essere il motore del cambiamento.
E se proprio fossimo fortunati, potremmo anche veder emergere nuove figure, magari un po’ Republikan chic, alla Domenico Maria Belzoppi, tanto per intenderci.
Uomo della patria questo che pur “con un buon corredo di idee e di cognizioni moderne fu valoroso difensore degli orfani, degli incapaci, degli umili, degli oppressi,  prestandosi nondimeno a dare asilo in Repubblica ai vinti dalla forza e dalla fortuna, ai perseguitati dalla malvagità e dalla sventura.
Capitano Reggente per cinque volte e uomo di governo in tempi tristi e fortunosi, seppe superare ogni difficoltà con decoro e vantaggio della Repubblica, dimostrando così che un popolo diventa prospero e felice solo quando è sorretto da leggi e da istituzioni conforme alle norme della ragione e dei tempi.
Con Domenico Maria Belzoppi il nostro Governo diede -il singolare esempio che con le massime dell’Umanità e della prudenza si poteva far rispettare la sventura, senza che gli Stati vicini se ne offendessero.
Nel 1853, anno funesto per lotte civili e per atroci misfatti, chi tenne fermo perché la Repubblica non andasse in rovina fu appunto Domenico Maria Belzoppi, il quale, con sani e virtuosi propositi e con azioni. generose e magnanime, senza far uso né di ostentazioni né di spavalderie ma della sola forza morale, seppe in mezzo alle fiere tempeste condurre la nave a buon porto.”
Un Republikan chic di un’attualità incredibile.
Ce ne fossero.
Alberto Rino Chezzi


Nel riquadro: “VISTAGIARDINO” – 1998 – Ciaccaezetazetai – olio su tela – cm 50 x 60 – courtesy EC Foundation

lunedì 30 luglio 2012

L'ultimo degli ultimi


C’è chi lavora sui temi centrali del Paese, c’è chi mette al centro della propria proposta politica il rinnovamento della stessa classe politica e una visione che vuole essere condivisa con tutti di quello che sarà il futuro della Repubblica.


San Marino 30 luglio 2012/1711 d.F.R.

Già in campagna elettorale, senza che le elezioni siano state indette.
La nuova santa alleanza tra Dc e Pds con le due “stampelline” di Ap e Ns ha accelerato un processo di frammentazione del quadro politico creando grande inquietudine all’interno di tutti i raggruppamenti politici.
Senza entrare sui temi d’interesse del Paese, la nuova santa alleanza non ha fatto a tempo ad autoproclamarsi come futura coalizione di governo che ha già dovuto fare retromarcia sulla riforma fiscale e avrà il suo bel da fare in termini di referendum di adesione all’Unione europea ove notoriamente l’approccio dei due principali alleati, Dc e Pds, è diametralmente opposto.
Altra grana che la nuova santa alleanza dovrà gestire sarà il sempre più ingombrante “alleato ombra” di governo, ossia la CSU.
Più che un sindacato, oramai in piena crisi d’identità, assomiglia più a un datato politburo che vuole imporre la propria agenda politica al Paese, ricattandolo in maniera antidemocratica con l’arma dello scontro sociale che al momento non esiste.
Anche la CSU e le forze politiche del “forse” futuro governo, avranno il loro bel da fare nel momento in cui l’USL, il terzo sindacato in grande ascesa come iscritti, inizierà a fare anche attività politica assuendo anche in quell’ambito la leadership del mondo dei lavoratori dipendenti.
Tutto questo nonostante il neppure velato contrasto antidemocratico della stessa CSU opposto a tutte le parti economiche istituzionali e sociali, affinchè non sia coinvolta l’USL in nessuna attività e organismo sindacale come previsto dalla legge.
La vittoria da parte della santa alleanza è già stata proclamata con tale convinzione che è già scattata da parte di chi, certo di tal esito, fa la corsa a salire preventivamente sul carro del vincitore.
E il vincitore o presunto tale sceglie a suo insindacabile giudizio.
Con quell’indecorosa campagna acquisti che è il passaggio dei consiglieri da un partito all’altro come se andare in consiglio fosse una gita turistica senza un obbligo di un minimo di rendiconto all’elettorato che gli ha conferito tale importante mandato.
Non tutti però ragionano politicamente allo stesso modo e qualcuno si guarda bene da avvicinarsi a quello che potrebbe essere il carro della sonora lezione che questa classe politica si merita tutta.
C’è chi lavora sui temi centrali del Paese, c’è chi mette al centro della propria proposta politica il rinnovamento della stessa classe politica e una visione che vuole essere condivisa con tutti di quello che sarà il futuro della Repubblica.
Con le dinamiche della corsa al potere a tutti i costi senza porre al centro dell’azione politica i temi centrali della vita della Repubblica, della scelta della via più facile e più breve a quello che è il più delle volte del proprio tornaconto personale o nelle migliori dei casi del proprio raggruppamento politico, con il bene del Paese messo al fondo dei propri pensieri è meglio e preferibile essere l’ultimo degli ultimi e non il primo dei primi.

Alberto Rino Chezzi


Nel riquadro: “F.C.P.” Fragole con la panna (particolare) – 2002 – Ciaccaezetazetai – olio su tela – cm 100 x 150 – courtesy EC Foundation

lunedì 23 luglio 2012

Assuefatti


Sembriamo tutti talmente assuefatti a un certo modo di fare politica, di gestione della cosa pubblica e del Paese che, tutte le denunce fatte negli ultimi tempi, soprattutto dall’opposizione e dai nuovi movimenti, sembrano passare via lisce come l’olio.


San Marino 23 luglio 2012/1711 d.F.R.

La settimana appena trascorsa è stata caratterizzata dal nuovo asse politico incentrato sul rapporto tra la Dc e Pds, frutto di lunghi mesi di “prove tecniche”, che ha destabilizzato il quadro politico sammarinese riaprendo di fatto tutti i giochi.
Le dimissioni dei due Segretari di Stato, Romeo Morri e Augusto Casali, hanno “certificato” una campagna elettorale già in corso da qualche tempo.
Un tentativo di far chiarezza e di denuncia dell’immobilismo in cui è piombato il Paese.
Forse non pienamente  riuscito come nelle intenzioni dei Segretari dimissionari.
In ogni caso è già cominciata la corsa al potere e alle poltrone con i grandi burattinai che muovono le fila, tessendo così il proprio disegno.
Si registrano i primi movimentismi all’interno dei partiti, la prevista costituzione di nuovi movimenti, potenziali spaccature anche dei grandi raggruppamenti politici che non lasciano presagire nulla di buono.
Una forte frammentazione della politica con un effetto contrario a quello voluto con l’asse Dc –Psd alla ricerca di un governo forte.
“Alta” politica incentrata più sulle future poltrone e posizioni di potere da gestire che sui temi d’interesse del Paese.
Unica nota degna di segnalazione, a proposito di temi, l’ammissione del quesito referendario per la richiesta di adesione all’Unione Europea.
Sembrerebbe arrivato il momento di gloria per tutte le “seconde linee” rappresentate soprattutto dai giovani che hanno ora la possibilità di emergere.
Il Paese non appare però ancora maturo, non vi sono le condizioni per un cambiamento vero.
Sembriamo tutti talmente assuefatti a un certo modo di fare politica, di gestione della cosa pubblica e del Paese che, tutte le denunce fatte negli ultimi tempi, soprattutto dall’opposizione e dai nuovi movimenti, sembrano passare via lisce come l’olio.
Come se non interessasse a nessuno.                

Alberto Rino Chezzi


Nel riquadro "MIX SALAD" - 2000 - Ciaccaezetazetai - olio su tela - cm 100 X cm 150 - courtesy of EC Foundation

Settimana non facile


La questione morale, che monta in maniera progressiva grazie alle denunce del movimento Per San Marino, andrà a incedere profondamente sugli equilibri politici interni e su talune figure politiche che non riescono a dimostrare la correttezza del loro operato.

San Marino,  16 luglio 2012/1711 d.F.R.

Settimana non facile dal punto di vista politico questa appena iniziata.
Il Consiglio Grande e Generale dovrà affrontare due spinose questioni.
La riforma tributaria e la questione morale che come la marea, sta piano piano investendo i principali punti di riferimento della politica nostrana non solo di ieri ma anche di oggi.
La riforma tributaria è in realtà una rivisitazione della precedente normativa fiscale, contenenti misure integrative a protezione delle famiglie, all’allargamento della base imponibile, al riequilibrio dell’imposizione rispetto alle diverse categorie di lavoratori – frontalieri compresi -, alla definizione di misure atte a sostenere gli investimenti nelle imprese e a incrementare il lavoro e infine all’individuazione di strumenti più pregnanti per reprimere eventuali forme di elusione ed evasione in ambito fiscale.
Riforma che, commissionataci dal Fondo Monetario Internazionale, ha fin da subito trovato una forte opposizione da parte delle organizzazioni sindacali facenti capo alla CSU.
Organizzazioni Sindacali queste che, evidentemente in forte carenza di consenso interno, hanno intrapreso la via dello scontro sociale “forzoso” con un approccio prettamente demagogico e antidemocratico, solo per giustificare una presenza che sta diventando sempre di più anacronistica e fuori luogo.
Ha dell’incredibile come, in un momento così delicato per il Paese ove serve da parte di tutti una forte assunzione di responsabilità, unitamente ad una politica latitante, vi sia anche un’importante parte del mondo sindacale che impone a un governo oramai evidentemente a fine corsa, un accordo capestro. Accordo che umilia il Consiglio Grande e Generale e prevede l’attuazione di provvedimenti che vanno non favore dei rappresentati delle stesse organizzazioni sindacali ma esclusivamente contro i piccoli imprenditori e i lavoratori autonomi, quindi contro una categoria economica neppure rappresentata da chi ha sottoscritto gli accordi.
Senza entrare nel merito di quanto contenuto nell’accordo, all’interno dello stesso si prevede l’emissione di ben cinque decreti delegati che andranno a modificare e integrare una legge che ancora deve essere approvata dal Consiglio Grande e Generale.
Come se la prerogativa di legiferare fosse della CSU e i propri organi direttivi fossero Consiglieri di maggioranza.
L’accordo deve poi essere obbligatoriamente approvato, sotto forma di ordine del giorno dal Consiglio Grande e Generale prima dell’approvazione della Riforma Tributaria.
Per l’emanazione di tali decreti è poi prevista una tempista molto breve se non addirittura immediata.
Una vera aberrazione dal punto di vista anche costituzionale con grandi dubbi sulla legittimità di questi provvedimenti.
Quando poi i rappresentanti delle categorie colpite da questo iniquo e aberrante accordo, provano a levare un minimo segno di protesta, si vanno immediatamente a conteggiare e reguardire dal votare contro tale ordine del giorno i Consiglieri che nella vita privata, esercitano attività d’impresa o quella della libera professione.
Il problema vero è quello non tanto di difendere una o l’altra categoria, le imposte le dobbiamo pagare tutti in maniera eguale e in ragione della propria capacità contributiva, ma evitare quello che è, di fatto, un “golpe” ove il Consiglio Grande e Generale non è più il nostro “Principe e Sovrano”.
Questo pasticciaccio è stato reso possibile da una classe politica sempre più debole e senza una vera idea del futuro prossimo del Paese.
La questione morale, che monta in maniera progressiva grazie alle denunce del movimento Per San Marino, andrà a incedere profondamente sugli equilibri politici interni e su talune figure politiche che non riescono a dimostrare la correttezza del loro operato.
Troppi interessi personali mescolati a quelli istituzionali e politici.
Se né accorta Alleanza Popolare che teme le elezioni anticipate come l’affossamento definitivo della questione morale, tanto da chiedere ufficialmente che in caso di elezioni anticipate, la cosiddetta Commissione Consiliare “Antimafia” termini il proprio lavoro d’indagine.
I tempi per rimediare una situazione difficile non ci sono più.
Serve urgentemente un governo di unità nazionale che accompagni alle elezioni con pochi ma significativi provvedimenti condivisi per porre alcuni rimedi - soprattutto relativamente alle modalità “comportamentali” della vita politica di San Marino e della relativa classe dirigente - un Paese sempre più in difficoltà.
Settimana veramente difficile quella appena iniziata.

Alberto Rino Chezzi


Nel riquadro "BLU GINS" - 2001 - Ciaccaezetazetai - olio su denim - cm 100 X cm 100 - courtesy of EC Foundation

domenica 8 luglio 2012

Nessuna voce


L’unica alternativa possibile, come già proposto da qualche forza politica, vista la gravità del momento, è un governo di unità nazionale che definisca, in maniera condivisa, almeno le scelte di campo fondamentali per il futuro del Paese.



San Marino 9 luglio 2012/1711 d.F.R.

Ancora non si è levata nessuna voce dal mondo politico su quello che sarà il futuro del nostro Paese.
Solo dichiarazioni generiche, su un percorso peraltro già avviato e non per merito nostro, improntato alla trasparenza e legalità.
Nulla di più.
La preoccupazione principale dei partiti, non tutti a onore del vero, è unicamente quella delle alleanze possibili, in vista delle sempre più prossime elezioni politiche.
Quest’atteggiamento è evidente che produce forti fibrillazioni sugli attuali equilibri non solo di governo.
L’immobilismo è totale, così come la non condivisione nel Paese di quelle che sono o saranno le scelte importanti.
La santa alleanza appena definita tra Democrazia Cristiana e Democratici di Sinistra non sembra interessare più di tanto la cittadinanza e la società civile preoccupata più del proprio futuro che di accordi politici senza temi.
L’altra parte del Paese, soprattutto quella che soffre in silenzio, vorrebbe avere notizie su ben altro.
Sulle politiche per salvaguardare il lavoro e per supportare l’imprenditoria, soprattutto quella piccola.
Su che opportunità saremo in grado di dare ai giovani e ai meno giovani.
Se vi sono percorsi politici per attuare una democrazia economica che vada a ridurre le diseguaglianze economiche create negli ultimi trent’anni.
Se esiste un’idea per ridurre almeno gli sprechi nella Pubblica Amministrazione e percorsi per alleggerirla e renderla più efficiente nello stesso tempo senza fare la così detta macelleria sociale.
Se c’è l’intenzione di incrementare la partecipazione diretta dei cittadini alla vita politica del Paese e si vi saranno strumenti per combattere la “mala gestio” di chi ci rappresenta.
Se saremo dentro o fuori dall’Europa.
Su che idea c’è sul futuro del nostro sistema bancario e finanziario e su Banca Centrale. Se emetteremo la nostra moneta.
Se l’Università e il parco tecnologico e scientifico saranno veramente le priorità.
Che tipo di sanità e previdenza saremo in grado di sviluppare e sostenere.
Se la giustizia e il tribunale sono adeguati alle mutate esigenze anche internazionali.
Se faremo il Casinò.
Se si farà il piccolo aeroporto a Torraccia e se questo avrà una dogana o meno.
Se la politica fiscale sarà fattore di sviluppo oppure solo mero strumento demagogico e punitivo per far pagare solo a “altri” un conto del quale nessuno vuole farsi carico. Se sono state intraprese tutte le iniziative per uscire dalla black list. Se si vuole l’introduzione dell’IVA o meno.
Sono temi questi ai quali non può essere data una risposta di parte. O perlomeno una risposta al cinquanta per cento. Devono necessariamente essere condivise da una maggioranza il più estesa possibile.
Purtroppo è assolutamente vero che si è inceppato il meccanismo elettorale, e chi governa, non è più sostenuto da chi legittimato alle ultime elezioni. Non si può tirare a campare fino al prossimo appuntamento elettorale così com’è stato fatto sino a oggi.
Meglio votare subito, coerentemente con il dettato elettorale.
L’unica alternativa possibile, come già proposto da qualche forza politica, vista la gravità del momento, è un governo di unità nazionale che definisca, in maniera condivisa, almeno le scelte di campo fondamentali per il futuro del Paese.
Solo successivamente i partiti potranno fare quello che ritengono più opportuno.

Alberto Rino Chezzi

   
Nel riquadro: “RI-NASCIMENTO” – 2010 – Ciaccaezetazetai – olio su denim – cm 100 x 150 – courtesy EC Foundation

lunedì 2 luglio 2012

La pura demagogia


Anche quest’atteggiamento testimonia che, invece di sedersi a un tavolo con le Associazioni  Imprenditoriali per trovare soluzioni condivise e obiettivi unitari per salvaguardare il lavoro prima di tutto e quel poco di economia sana rimasta, si preferiscono la divisione e lo scontro.

San Marino, 2 luglio 2012/1711 d.F.R.

Di demagogia se n’è fatta parecchia ultimamente, come non se n’era mai vista.
La più incredibile e pericolosa e quella delle Organizzazioni Sindacali facenti capo alla CSU.
Proporre la reintroduzione del meccanismo della scala mobile, causa il muro imposto dall’Associazione Nazionale dell’Industria Sammarinese, è già una chiara abdicazione delle proprie prerogative di contrattazione e la negazione all’individuazione di nuovi sentieri di relazioni industriali.
Soprattutto dopo aver firmato un rinnovo contrattuale nella Pubblica Amministrazione a costo zero.
Anche la scelta dell’attacco alla riforma tributaria, con il conseguente sciopero  generale e la rinnovata gogna per la categoria dei lavoratori autonomi e delle piccole e medie imprese, è un distillato di demagogia allo stato puro.
Si è persino scomodato in estate anche il povero babbo natale che si stava godendo il meritato riposo.
La ricerca dell’equità fiscale e la lotta all’evasione sono un falso problema. La verità e che abbiamo sempre pagato poco d’imposte.
Soprattutto i lavoratori dipendenti.  Introdurre meccanismi quali gli studi di settore o tassare per categorie di reddito le diverse tipologie di lavoro è la più grande discriminazione che si possa fare.
E per assurdo è proprio questo che va contro i principi di equità fiscale e non combatte certamente eventuali fenomeni di evasione fiscale.
Pur di mantenere inalterata l’elefantiaca macchina del pubblico impiego con tutti i suoi privilegi, prerogative e indennità, si preferisce deprimere se non sopprimere quelle poche mucche, rimaste a dare un po’ di latte al nostro sistema oramai divenuto asfittico.
Ma ecco che, come una magia, la politica rinnovatasi nella nuova santa alleanza tra Democrazia Cristiana e Democratici Sammarinesi, tratta immediatamente con la CSU per tarare la riforma tributaria sulle esigenze demagogiche delle Organizzazioni Sindacali.
Anche quest’atteggiamento testimonia che, invece di sedersi a un tavolo con le Associazioni  Imprenditoriali per trovare soluzioni condivise e obiettivi unitari per salvaguardare il lavoro prima di tutto e quel poco di economia sana rimasta, si preferiscono la divisione e lo scontro.
Peccato che la cittadinanza cominci a ragionare con la propria testa. La nostra comunità inizia ad avere una forte consapevolezza sulla necessità che la politica torni a fare la politica, che chi governa governi veramente senza dover mediare su tutto, che le organizzazioni sindacali tornino a difendere il lavoro e i lavoratori e che le associazioni imprenditoriali tornino a occuparsi d’impresa e rilocalizzino le loro attività.
Che ognuno faccia la sua parte.
Alberto Rino Chezzi


Nel riquadro: “L’IMPERATRICE” (particolare) – 2006 – Ciaccaezetazetai – olio su tela – cm 100 x 150 – courtesy Matilde Chezzi

mercoledì 27 giugno 2012

La resa dei conti


Solo noi, uomini di buona volontà, non compromessi con i “poteri forti”, possiamo essere i nostri cavalieri bianchi, che con umiltà e un forte senso unitario possiamo rinnovare una “Respublica” faro di libertà e indipendenza in un mondo globalizzato che la libertà la sta perdendo piano piano.

San Marino, 27 giugno 2012/1711 d.F.R.

Il tempo della resa dei conti sembra oramai arrivato.
Sia internamente, in quelle che sono state le scaramucce tra le forze politiche e i loro rappresentanti, sia nei rapporti con l’Italia.
Le accuse con annessa prova documentale, mosse dal movimento Per San Marino nei confronti del gotha politico sammarinese che ci ha sino a oggi governato, sono impetuose, travolgenti e hanno dato modo alla cittadinanza di riflettere seriamente su come gli interessi personali possano prevalere su quelli comuni.
Queste rivelazioni, stando a quello che dice il movimento Per San Marino, non sono che l’inizio di una stagione di “corretta” informazione alla popolazione.
Ce ne sarà da discutere parecchio.
In verità quello che s’incomincia a mettere al centro della discussione politica sammarinese è la questione morale, del rinnovamento della classe politica e delle idee su come affrontare il futuro.
Altri movimenti sono nati quali la Rete, il Mics  unitamente a gruppi di persone che si sono costituiti promotori di quesiti referendari quali quello per l’adesione all’Unione Europea e quello dei quindici anni come termine massimo per la permanenza in Consiglio Grande e Generale da parte di un Consigliere.
Anche all’interno degli stessi partiti, regna una grande insofferenza da parte dei giovani verso la vecchia classe dirigente.
Resa dei conti che sta avvenendo in un momento del “tutti contro tutti” e per la quale stanno dando un contributo importante anche le Organizzazioni Sindacali che, con grande senso di responsabilità, stanno fomentando divisioni e uno scontro sociale che la Repubblica non ha conosciuto dal dopoguerra a oggi.
Tutto questo mentre il Paese si avvicina sempre di più all’orlo di un baratro che non lascia presagire nulla di buono.
Sul fronte dei rapporti bilaterali con l’Italia, nonostante la firma dell’agognata Convenzione e degli accordi collegati alla stessa, i segnali di ritorno continuano a essere fortemente negativi.
Sembra che il cerchio si stia chiudendo intorno a tutti quelli che hanno pensato di appoggiarsi al nostro sistema economico finanziario.
Non importa se hanno scudato o meno, non importa se l’hanno fatto in maniera trasparente o meno ufficiale.
Rimane il fatto che ogni tipo di operazione effettuata da o verso San Marino è dall’Italia monitorata verificata ed eventualmente sanzionata.
E purtroppo ogni giorno ne è tirata fuori una dalla nostra controparte, come a volerci ricordare che non è cambiato nulla se non siamo noi stessi i primi a cambiare.
In questa situazione non esistono cavalieri bianchi, pronti a salvarci.
Non esistono uomini miracolosi che possano dall’oggi al domani rimediare a questa situazione oramai divenuta insostenibile.
Solo noi, uomini di buona volontà, non compromessi con i “poteri forti”, possiamo essere i nostri cavalieri bianchi, che con umiltà e un forte senso unitario possiamo rinnovare una “Respublica” faro di libertà e indipendenza in un mondo globalizzato che la libertà la sta perdendo piano piano.

Alberto Rino Chezzi


Nel riquadro: “Natura Morta” – 1998 – Ciaccaezetazetai – cera su carta – cm 70 x 55 – courtesy EC Foundation


lunedì 18 giugno 2012

Grazie mille!

Forse la proposta migliore è quella di un ringraziamento pubblico e collettivo a questa classe politica, per averci fatto star bene soprattutto dal punto di vista economico.
Ora, è però arrivato il momento di cambiare.

San Marino, 18 giugno 2012/1711 d.F.R.

E’ orami evidente a tutti i cittadini sammarinesi che la politica fa di tutto pur di non rinnovarsi. Continua imperterrita nel teatrino che tanta prosperità fino ad oggi le ha portato.
Magari a spese della democrazia in primis e della cittadinanza poi.
Poiché il rinnovamento del Paese, anche e soprattutto nei valori e nelle coscienze, deve necessariamente ripartire dalla politica.
Se questa è la prima a non volersi rinnovare, come si potranno gettare le basi per un futuro diverso?
Arrivare a una richiesta di referendum, quello della limitazione a quindici anni del consiglierato, tanto per intenderci, la dice lunga sulle reali volontà dei partiti e dei sessanta consiglieri che ora siedono in Consiglio Grande e Generale.
E’ un po’ come la storiella che domanda: quante gambe ha una mucca? Quattro è normalmente la risposta. E se ne alza una? Tre è normalmente la risposta. La mucca ne ha sempre quattro indipendentemente dal fatto che ne alzi o no una.
Ecco con la politica ci ritroviamo nella stessa situazione.
Ogni tanto alzano una gamba ma le logiche sottostanti alle azioni, anche politiche, sono sempre le stesse.
Immutabili nel tempo.
Forse l’accostamento all’alzata di gamba può sembrare ingiusto, forse non è solo la politica ad alzare la gamba ma l’intero Paese.
Purtroppo per noi è però dalla politica che dobbiamo ripartire, perché in democrazia questa è imprescindibile.
Che per cambiare sia veramente necessario riconvocare l’Arengo?
Eppure sarebbe tutto così semplice per rinnovare la politica.
Sarebbe più che sufficiente un codice di autoregolamentazione in chiave etica adottato all’interno dello stesso partito così come fanno, senza scandalo di nessuno, nei grandi paesi dell’Europa, nella quale molti di noi bramano entrare con grande impazienza.
Sarebbe più che sufficiente che uno sparuto ma ben determinato gruppo di Consiglieri, proponesse un’iniziativa legislativa in tal senso, magari facendo proprio il quesito referendario.
Potrebbero avvenire delle piacevoli sorprese in sede di votazione, così come già successo nel limitare temporalmente l’attività dei Segretari di Stato a dieci anni.
Forse la proposta migliore è quella di un ringraziamento pubblico e collettivo a questa classe politica, per averci fatto star bene soprattutto dal punto di vista economico.
Ora, è però arrivato il momento di cambiare.
Se non l’hanno ancora, capito forse qualcuno glielo deve spiegare.

Alberto Rino Chezzi

http://www.smdazibao.blogspot.com/

Nel riquadro: "Psychologist" - 1999 - Ciaccaezetazetai - olio su tela - cm 150 x 100 - courtesy EC foundation