lunedì 25 luglio 2011

Resistenze (al cambiamento)

Sarebbe bene allora, ad esempio, che ci preoccupasse di più delle chiamate dirette nominativo-politiche nel pubblico impiego, che per quanto risulta a oggi, non transitano nelle liste di collocamento, così come i contratti di collaborazione o i cosiddetti precari.



San Marino 25 luglio 2011/1710 d.F.R.

Il progetto di Decreto Legge “Interventi urgenti per la semplificazione e l’efficienza del mercato del lavoro” che il Segretario di Stato al Lavoro Francesco Mussoni, ha intenzione di proporre a breve è un provvedimento utile, necessario e come indicato nel titolo del Decreto urgente.

Perché?

Va incontro alle esigenze del mondo del lavoro e dei lavoratori, di quelli che vogliono e devono lavorare, delle imprese che volenti o nolenti hanno deciso di rimanere in San Marino.

E’ anche, suo malgrado, un tentativo di combattere e delimitare il lavoro irregolare dando nuove modalità di assunzione dirette della manodopera necessaria e indispensabile per il funzionamento dell’economia sammarinese.

Come indicato nel provvedimento, le finalità sono quelle di “semplificare e rendere più efficiente il mercato del lavoro, facilitare l’incontro tra domanda e offerta, agevolare l’inserimento lavorativo dei non occupati, incrementare i livelli di occupazione giovanile e femminile, contribuire ad accrescere le competenze tecnico-professionali dei lavoratori, sostenere la competitività delle imprese attraverso la riduzione del costo del lavoro, combattere il lavoro irregolare”.

Il presente Decreto non è altro che un limitato“maquillage” delle leggi in materia di collocamento che si sono succedute via via, dal 1961 a oggi.

E’ comunque un provvedimento strategico per il Paese, che tende ad alleggerire le pastoie burocratiche e ad allentare vincoli, per affrontare nel migliore dei modi nel prossimo futuro, un’emergenza lavoro che già s’incomincia a intravvedere.

Un provvedimento che nella trasparenza dei rapporti e nella salvaguardia dei diritti reali dei lavoratori, rende meno ingessato un mercato, quello del lavoro, che ha necessità oggigiorno di essere adeguato alle dinamiche non solo interne ma anche esterne di un’economia sempre più globalizzata.

Eppure?

C’è a chi non sta bene il provvedimento, in quanto condiviso ma non contrattato.

Resistenze ai cambiamenti dovute principalmente ai ruoli istituzionali ricoperti, che però non hanno più senso nel mondo in cui viviamo.

Sarebbe bene allora, ad esempio, che ci preoccupasse di più delle chiamate dirette nominativo-politiche nel pubblico impiego, che per quanto risulta a oggi, non transitano nelle liste di collocamento, così come i contratti di collaborazione o i cosiddetti precari.

I diritti e i doveri devono valer per tutti.


Alberto Rino Chezzi


www.smdazibao.blogspot.com


Nel riquadro: “ASTE” – 2002 – Ciaccaezetazetai – olio su tela – cm 100 x 150 – courtesy of Ec Foundation

Sulla lungimiranza

Purtroppo se siamo in queste a condizione, è perché non vi è stata lungimiranza.

In particolar modo da parte della politica, che si deve assumere la responsabilità anche oggettiva di quanto, ci sta accadendo.



San Marino 25 luglio 2011/1710 d.F.R.

Sono tre anni che siamo barricati entro i nostri angusti confini.

Assediati.

Tutt’intorno al confine è stato eretto un muro invisibile: fatto di dichiarazioni, accertamenti, attacchi mediatici, intimidazioni, arresti.

Soprattutto black list.

Messa in serio dubbio la nostra sovranità e riproposta nello stesso tempo l’amicizia protettrice.

Come a Gaza, con tutte le “utility” che provengono dall’estero.

Se altri volessero, potrebbero chiuderci i rubinetti dell’acqua, oppure lasciarci senza energia elettrica.

Se volessero, potrebbero lasciarci crogiolare nella nostra immondizia, esattamente come a Napoli.

Insomma potremmo essere i nuovi palestinesi di un’Europa che guarda alla sola grandezza territoriale ed economica perdendo invece di vista la propria grandezza dell’anima e della politica.

Anima che sembra non avere più se mai l’ha avuta.

Direttive, regolamenti, organismi, burocrazia e moneta unica.

Ecco in cosa si è trasformata l’Unione Europea.

Pur ritrovandoci in una situazione così difficile, abbiamo tempi lunghi per modificare leggi e adeguare per tempo la struttura interna di sistema agli standards minimi internazionali.

Purtroppo se siamo in queste a condizione, è perché non vi è stata lungimiranza.

In particolar modo da parte della politica, che si deve assumere la responsabilità anche oggettiva di quanto, ci sta accadendo.

Non vi è stata lungimiranza quando si è deciso che San Marino doveva diventare una piazza finanziaria internazionale pur non avendone né il know how né la struttura giuridico economica per farlo.

Non vi è stata soprattutto quando si è deciso di liberalizzare il settore bancario e finanziario concedendo complessivamente oltre settanta nuove licenze.

E’ mancata la lungimiranza nell’ambito dei servizi essenziali – energia elettrica e acqua – affidandosi completamente all’esterno con costi importanti a carico degli utenti.

Non vi è stata lungimiranza nella gestione del territorio – guardarsi intorno per credere – nella gestione dei rifiuti, nella gestione della pubblica amministrazione, nello sviluppo delle telecomunicazioni, ecc. ecc.

Sembra di vivere in un Paese delle occasioni perse più che in un Paese delle grandi opportunità.

Il Consiglio Grande e Generale sembra trasformarsi sempre più in una torre d’avorio, scollegato dalle esigenze reali del Paese che non sono solo quelle di tipo economico o finanziario.

Proviamo a metterci tutti un bel paio di occhiali per provare a vedere un po’ più lontano: dal particolare a quello generale, è quello l’interesse da tutelare e promuovere.

Alberto Rino Chezzi

www.smdazibao.blogspot.com

Nel riquadro: “LUMACA CHE CORRE” – 2008 – Ciaccaezetazetai – olio su denim – cm 100 x 100 – courtesy ofEc Foundation

lunedì 18 luglio 2011

Sullo scambio d'informazioni

E’ un altro passo in avanti verso la trasparenza a totale beneficio di un Sistema Paese che ha urgente necessità di riacquisire affidabilità nei rapporti con gli altri Stati e con le Organizzazioni Internazionali.


San Marino 18 luglio 2011/1710 d.F.R.


La proposta di legge sullo scambio d’informazioni che andrà in seconda lettura in settimana, rappresenta un’ulteriore e fondamentale svolta nel riformare il Paese alle proprie radici.

Presentato dal Partito Democratico Sammarinese, in questo momento ancora formalmente all’opposizione, è’ forse il primo vero provvedimento condiviso dalla maggioranza del Paese.

Non solo dalla politica ma anche dalle forze economiche, organizzazioni imprenditoriali e sindacali in testa.

E’ anche la presa di coscienza che il problema, nei rapporti internazionali e soprattutto con la vicina Italia, non possiamo essere noi.

E’ un altro passo in avanti verso la trasparenza a totale beneficio di un Sistema Paese che ha urgente necessità di riacquisire affidabilità nei rapporti con gli altri Stati e con le Organizzazioni Internazionali.

Il progetto di legge prevede non solo che da San Marino si possano soddisfare tutte le richieste d’informazione, anche fiscali, provenienti da Stati con cui si ha o sia aperta una trattativa in materia di doppie imposizioni.

E’ data anche, al Congresso di Stato la possibilità di stipulare accordi con altri Paesi che prevedano un regolamentato scambio d’informazioni.

Si stabilisce e si disciplina in definitiva, lo scambio d’informazioni fiscali su richiesta in base al modello OCSE, non solo per gli accordi bilaterali già in vigore, ma anche di quelli che non lo sono.

E’ soprattutto vero che, come dichiarato dai proponenti il progetto di legge, questo è un provvedimento che riafferma la nostra sovranità, andando oltre gli standard vigenti in tema di trasparenza.

Non solo.

Permetterà anche di fare un’autoselezione degli imprenditori e degli operatori esteri che si vorranno approcciare al nostro sistema e utilizzarlo per fare impresa.

I furboni e i border line sono così avvisati.


Alberto Rino Chezzi


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Nel riquadro: “MIX SALAD” – 2000 – Ciaccaezetazetai – olio su tela – cm 100 x 150 – courtesy of Ec Foundation

lunedì 11 luglio 2011

Se ci siete, battete un colpo

Le risposte a questo momento di crisi, non possono essere quelle del casinò o dell’adesione tout court all’Europa delegando ad altri la determinazione del nostro destino, giacché noi non ne siamo capaci o peggio ancora degni.




San Marino, 11 luglio 2011/1710 d.F.R.


Non è facile vivere nel nostro Paese in un momento di grande smarrimento come questo.

Un Paese dove i diritti acquisiti non si toccano e quindi nella PA non è onorevole lavorare il sabato “perché uso e consuetudine” non farlo.

Ove grazie alle infornate preelettorali ci sono circa settecento precari nel pubblico che reclamano, giustamente, un riconoscimento dei loro diritti alla pari degli altri lavoratori.

Ma che non sono capaci di distinguere al loro interno tra quelli che lo sono da dieci anni e quelli da qualche mese.

Tra quelli che lavorano due ore la settimana (è un lavoro?) e quelli che lavorano a tempo pieno.

Tra quelli che sono imboscati o in sovra numero rispetto alle reali necessità del dipartimento in cui operano e quelli che ricoprono ruoli effettivamente necessari.

In una PA dove non si fanno più concorsi dal 1992, con una gestione prettamente politica della macchina pubblica dello Stato, a scapito dell’efficienza e della professionalità, che non può essere neanche premiata.

In una PA che sembra un mondo a parte, inconsapevole dei privilegi di cui gode, distaccato completamente dal resto della collettività che non ha più le sicurezze che aveva e che soffre gli effetti della crisi in maniera significativa.

Non è facile vivere in un Paese dove, ora che è arrivato il momento di pagare il conto, si accusa strumentalmente “l’altro” di non concorrere al mantenimento dello stato sociale in maniera equa, affibbiandogli etichette odiose.

In un Paese dove siamo stati tutti addormentati nelle coscienze, con poche famiglie enormemente arricchite dalla vicinanza al potere unitamente ad una piccola parte della politica.

Gli interessi personali prima di quelli generali.

Lotti sbloccati, concessione di licenze, agevolazioni non dovute, assunzioni in blocco d’interi nuclei familiari nella PA, creazione di sovrastrutture inutili e costose solo per fini meno nobili di quello che pensiamo, facilities agli amici degli amici.

L’unico interesse nazionale forte che avevamo fuori dai nostri confini (l’investimento Cassa di Risparmio di San Marino in Delta) non è stato sufficientemente difeso dalle istituzioni e dalla politica, anzi molto probabilmente, quando sarà il momento, sapremo quanto torbido vi si è mosso intorno.

La politica è oramai presa troppo da se stessa e dai giochi di potere con annesso relativo teatrino, per ricordarsi che è innanzitutto portatrice e promotrice di valori ben più alti.

Ce n’è per tutti.

Le risposte a questo momento di crisi, non possono essere quelle del casinò o dell’adesione tout court all’Europa delegando ad altri la determinazione del nostro destino, giacché noi non ne siamo capaci o peggio ancora degni.

In un Paese dell’improvviso e repentino giustizialismo o perbenismo soprattutto da parte di chi non ne ha nessun titolo per esserne portatore.

Questo momento di crisi, è l’occasione di prendere consapevolezza e risvegliare le coscienze addormentate, di riappropriarci dei valori base della nostra comunità, che non possono che essere quelli della laboriosità, della famiglia, della solidarietà, della libertà e della giustizia sociale ed economica.

La domanda è: ci saranno gli uomini di buona volontà nel Paese in grado di farlo?

Sono sicuro di sì.

Se ci siete, battete un colpo, è arrivato il momento.


Alberto Rino Chezzi


www.smdazibao.blogspot.com


Nel riquadro: “IL SE’ MIGLIORE” – 2004 – Ciaccaezetazetai – olio su tela – cm 300 x 250 – courtesy of Ec Foundation