lunedì 28 febbraio 2011

La catena spezzata

La portata del cambiamento sarà epocale per il nostro piccolo Paese.

Si è assicurato un ricambio nella gestione della cosa pubblica, che dovrebbe essere in teoria fisiologico, ma che da anni non avviene.





San Marino 28 febbraio 2011/1710 d.F.R.


L’approvazione della cosi detta legge sulla “rottamazione” dei Segretari di Stato, la quale prevede che passati dieci anni di attività di governo, questi dovranno obbligatoriamente cedere il passo a nuovi interlocutori è di fatto una vittoria della democrazia.

E’ uno spartiacque tra due generazioni di politici e si spera tra due modi diversi di fare politica.

La portata del cambiamento sarà epocale per il nostro piccolo Paese.

Si è assicurato un ricambio nella gestione della cosa pubblica, che dovrebbe essere in teoria fisiologico, ma che da anni non avviene.

L’approvazione della legge, non è poi stata così facile, con il rischio fino all’ultimo minuto che venisse fuori qualche inghippo per affossarla.

L’approvazione della legge è avvenuta di fatto in modo trasversale tra le diverse forze politiche presenti in Consiglio Grande e Generale.

In un regime di fatto ancora parzialmente concessorio, si è spezzato un anello della catena che legava il potere, quello vero e discrezionale, con il mondo economico.

Questa però non può essere una legge fine a sé stessa, deve essere l’apripista di garanzia di rinnovamento e trasparenza anche nelle altre istituzioni del Paese: Consiglio Grande e Generale, associazioni, sindacati, partiti politici, mondo bancario e finanziario.

Nella maggior parte delle Istituzioni non esistono codici etici o di autoregolamentazione.

Vince sempre la legge dei numeri sale della democrazia ma che a volte ha necessità di correttivi esterni affinché lo sia anche nella sostanza.

Il rischio evidente è che chi esce dalla porta rientri dalla finestra, continuando a condizionare e a determinare ancora a tempo indeterminato dalle “seconde file”, la vita non solo politica del Paese.

Ecco allora l’importanza di allargare e garantire il rinnovamento a tutti gli ambiti della vita della nostra Repubblica. Anche al femminile. Ma questa è un’altra storia.


Alberto Rino Chezzi


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Nel riquadro "LIBERTAS PERPETUA" - 1998 - Ciaccaezetazetai - olio su tela - cm 50 X cm 70 - courtesy of EC Foundation

lunedì 21 febbraio 2011

Correva l'anno 2006

Sono inchiodati alle loro poltrone di Consiglieri o Segretari di Stato da un ventennio, avendo comunque la loro buona parte di responsabilità politica relativamente alla mancanza di accordi con la vicina Repubblica Italiana.




San Marino 21 febbraio 2011/1710 d.F.R.


Sono passati solamente cinque anni ma qualcuno la giudica un’occasione persa.

Il 16 gennaio 2006, l’allora Ministro degli Esteri Gian Franco Fini, doveva salire sul Titano.

L’Italia continuava (come tuttora continua) a tenere bloccata la ratifica dell’accordo contro le doppie imposizioni dal 2002 pretendendo in più che San Marino, in via preliminare, firmasse un altro accordo, detto, di cooperazione: dai più ritenuto un accordo capestro.

All’epoca, da parte dell’esecutivo, vi fu un repentino ripensamento dell’ultimo minuto, sostenuto anche dalle opposizioni.

In verità, queste ultime, non risparmiarono critiche ad un Governo che, solamente due mesi prima formalmente ne approvava il testo e invitava l’allora Ministro degli Esteri Italiano Gian Franco Fini sul Titano per la ratifica dell’accordo.

Ricordiamo tutti come finì con l’ennesimo rinvio della visita.

Rimediammo una magra figura, pregiudicando forse, di fatto, i rapporti con la vicina Repubblica Italiana.

L’Accordo modificato venne sottoscritto, contemporaneamente all’operazione di forte “ridimensionamento” attuato dall’Italia nei confronti del sistema del nostro Paese e cercando noi di salvare il salvabile, il 31 marzo 2009.

Integrato dal successivo accordo di collaborazione finanziaria del novembre dello stesso anno.

Fu sottoscritto da Antonella Mularoni per conto di Palazzo Begni, e da Franco Frattini per conto della Farnesina.

Molti di quelli che oggi chiedono le dimissioni del nostro Segretario agli Affari Esteri, occupano come allora (dal 2002 anno della sottoscrizione dell’accordo contro le doppie imposizioni) responsabilità di governo o d’opposizione.

Sono inchiodati alle loro poltrone di Consiglieri o Segretari di Stato da un ventennio, avendo comunque la loro buona parte di responsabilità politica relativamente alla mancanza di accordi con la vicina Repubblica Italiana.

Probabilmente la ratifica dell’accordo non arriva per la mancanza di credibilità della nostra “vecchia” classe politica.

La legge che limita il mandato di Segretario di Stato a dieci anni è oramai improrogabile.

A differenza di quanto si argomenta in senso contrario, la limitazione temporale degli incarichi di governo è una tutela e garanzia di democrazia e di ricambio.

Non esistono più uomini per tutte le stagioni né si può pensare vi siano salvatori della patria.

Probabilmente sarebbe opportuno limitare temporalmente anche la presenza in Consiglio Grande e Generale dei Consiglieri.

Chi si vuole impegnare politicamente lo può fare anche al di fuori del Consiglio stesso.

E’ arrivato il momento che dalla politica, vengano importanti aperture nei confronti della società civile, affidando loro responsabilità anche di governo.

Se il progetto di legge non fosse approvato o peggio ancora “sterilizzato” o ritirato, il segnale della classe politica al Paese sarebbe pessimo.

Una casta rinchiusa nella torre d’avorio.

Però il mondo, al di fuori della nostra piccola realtà è cambiato.

Se ne prenda atto.


Alberto Rino Chezzi


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Nel riquadro: “L’IMPERATRICE” – 2006 – Ciaccaezetazetai – olio su tela– cm 100 x 150 – courtesy of Ec Foundation

lunedì 14 febbraio 2011

A proposito di leadership

E’ evidente che serve una leadership più forte nell’esecutivo, sorretta e controllata dal Consiglio Grande e Generale, direttamente o indirettamente per il tramite delle Commissioni.




San Marino 14 febbraio 2011/1710 d.F.R.


Avere le idee chiare nella vita non fa mai male.

Così come una leadership forte, ossia la capacità di chi ricopre posizioni preminenti di relazionarsi con il gruppo, è indispensabile per raggiungere gli obiettivi prefissati.

Nelle regole della leadership vi è anche quella della trasparenza, almeno nell’azione. Non vi è nulla da dover nascondere anzi, tutt’altro, è importante che il gruppo sia consapevole dove si stia andando in maniera tale che tutti operino nel senso voluto.

Non sembra però che questa teoria si possa applicare a San Marino. Il nostro sembra, almeno esternamente e da non addetti ai lavori, un bus che va avanti per inerzia, senza autista e senza meta finale.

Prima delle modifiche alla Dichiarazione dei diritti, era riconosciuta a tre Segreterie, esteri, interni e finanze, una funzione di preminenza sui rimanenti Dicasteri pur rimanendo il Congresso di Stato un organo collegiale.

Prima della modifica della legge elettorale è sempre esistita, all’interno delle colazioni di governo, una componente che ne determinava per idee, progetti e numeri l’azione e la leadership.

Oggi non più.

Anche per una serie sfortunata di coincidenze.

Il programma del Patto per San Marino, ma anche quello di Riforme e Libertà, sono stati pensati nel 2008, in un momento che sembra oramai storia di un lontanissimo passato: ossia prima delle disavventure in cui siamo caduti.

Decisioni politiche e d’indirizzo di governo di fatto prese all’interno del “Patto”, ossia in un organismo extraparlamentare.

Contrasti all’interno degli stessi raggruppamenti politici o dei singoli partiti ove la coerenza non la fa da padrone.

Ma neppure la possibilità, di dare un contributo costruttivo in termini di modifiche alla rotta tracciata.

Un esecutivo che francamente appare scoordinato nel realizzare quello che sembra un programma di governo e un’agenda ancora da dettare.

Tutto questo testimonia una mancanza di leadership, che non evidenzia la necessità del “comandante in capo”, ma solo di avere una linea politica con conseguente azione ben definita.

E’ oggi finita la fase della rincorsa alle emergenze, ma serve chiarezza nella comunicazione al Paese e alla cittadinanza, sulle linee d’azione che si è dato l’esecutivo.

Quale politica fiscale, di bilancio, di stato sociale, bancaria e finanziaria e quale politica estera?

E’ evidente che serve una leadership più forte nell’esecutivo, sorretta e controllata dal Consiglio Grande e Generale, direttamente o indirettamente per il tramite delle Commissioni.

Diversamente continueremo a restare nel nostro bus, senza conducente e senza saper dove stiamo andando.


Alberto Rino Chezzi


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Nel riquadro "VISTAGIARDINO" - 2003 - Ciaccaezetazetai - olio su tela - cm 50 X cm 60 - courtesy of EC Foundation

lunedì 7 febbraio 2011

Varie ed eventuali

Qualcuno però aveva predetto, in tempi non sospetti, che i cocci sarebbero arrivati anche a Rimini. La verità è che siamo tutti più poveri, Invece che litigare tra noi o con i vicini più prossimi, sarebbe necessario che la politica facesse un passo in avanti, con idee ed azioni concrete, chiare ed eque.

San Marino 7 gennaio 2011/1710 d.F.R.

Eppure sono soltanto sessanta consiglieri. Non c’è però modo che trovino un accordo per far uscire il Paese dalla marea di problematiche in cui naviga. Alchimie politiche: alleati il giorno prima, nemici quello dopo e viceversa. Non ci si preoccupa di trovare idee e modelli di sviluppo nuovi per la Repubblica. Il Paese è nel pantano e non vi sono soluzioni e progetti condivisi. Ecco allora che le priorità del Paese diventano solo le varie ed eventuali
La politica è almeno riuscita a fare quello che il tavolo tripartito non è riuscito a fare. Mettere d’accordo sindacati e ANIS. Almeno sulla questione della così detta “tassa razzista” applicata sui redditi di lavoro dipendente dei frontalieri.
Che a ben vedere non è poi una tassa ma solo un minore abbattimento d’imposta. Che a ben vedere poi non è più razzista di altre norme alle quali dobbiamo sottostare da parte di Paesi a noi vicini o lontani. Le famigerate black list o withe list.
Nella fattispecie si rifletta solo sul fatto che i frontalieri in ogni caso dovrebbero tassare il reddito nuovamente in Italia o nel loro Paese di residenza, recuperando parte della tassazione sammarinese La minor detrazione non è però applicata ai residenti non sammarinesi mentre è applicata ai sammarinesi residenti in Italia a loro volta purtroppo considerati frontalieri. Dov’è perciò la norma razzista?
E’ il semplice principio della potestà impositiva che ogni Stato sovrano è libero di esercitare. Certo non è un bel vedere, ma in ogni caso quando la cassa piange, tutti gli Stati mettono in atto gli strumenti a loro disposizione per sanare i rispettivi deficit di bilancio. Forse era sicuramente meglio togliere la detrazione spesa produzione reddito a tutti, residenti e non. Ma la politica si sa ha le sue logiche.
Lo sciopero fiscale non è però sicuramente la modalità corretta e civica per affrontare qualsiasi problematica concernente la tassazione.
I politici delle zone limitrofe si sono tutti mossi per chiedere che venga abolita la norma. Poco o nulla è però successo quando invece, già oltre due anni fa, la Repubblica Sammarinese è stata messa sotto assedio finanziario e fiscale. L’operazione ridimensionamento non era limitata però solo al nostro territorio ma a tutta l’area circostante. Qualcuno però aveva predetto, in tempi non sospetti, che i cocci sarebbero arrivati anche a Rimini. La verità è che siamo tutti più poveri, Invece che litigare tra noi o con i vicini più prossimi, sarebbe necessario che la politica facesse un passo in avanti, con idee ed azioni concrete, chiare ed eque.

Alberto Rino Chezzi

http://www.smdazibao.blogspot.com/

Nel riquadro "DRAGONFLY" particolare - 2003 - Ciaccaezetazetai - olio su denim - cm 100 X cm 100 - courtesy of Matilde Chezzi