domenica 24 ottobre 2010

Bruciamo le navi


Ma se qualcosa deve essere cambiato è soprattutto l’atteggiamento di rinuncia e di rassegnazione. Il Paese non può continuare a vivere nell’incertezza.


San Marino 25 ottobre 2010/1710 d.F.R.


L’ordine del giorno del 1° giugno 2010, approvato dal Consiglio Grande e Generale all’unanimità, in cui si dava mandato al Governo di concludere la trattativa con l’Italia, non sembra aver sortito alcun effetto.

Da quel giorno si sono succeduti diversi accadimenti sia dal punto di vista fiscale che finanziario bancario che penalizzano in maniera significativa il nostro sistema e tutti coloro che hanno rapporti con San Marino.

Siamo destinati sicuramente all’inserimento all’interno di tutte le “black list” con il preludio al non inserimento nella “white list”, di futura emanazione, unica lista nella quale è nostro vitale interesse esserci.

Dal punto di vista politico, l’unico risultato ottenuto è stata la seconda sessione congiunta delle Commissioni Esteri, tenutasi a Palazzo Montecitorio il 22 settembre 2010.

Una parvenza di tavolo tecnico sempre nel mese di settembre.

Poi il nulla.

Il silenzio assoluto.

Anche da parte di chi ha la responsabilità politica in San Marino, il quale è purtroppo rimasto con il cerino acceso in mano.

E’ chiaro oramai a tutti che è una situazione, quella dell’azzeramento dei rapporti con l’Italia, che l’attuale compagine governativa non riesce più a gestire.

Ecco allora che si fanno avanti ipotesi di “governi tecnici” o delle cosi dette “unità di crisi”.

Potrebbero essere entrambe una soluzione.

Ma se qualcosa deve essere cambiato è soprattutto l’atteggiamento di rinuncia e di rassegnazione.

Il Paese non può continuare a vivere nell’incertezza.

Si incominci a valutare la possibilità di fare leggi nell’interesse del sistema Paese e non per compiacere i nostri vicini.

Ma in maniera netta, senza prender in giro nessuno.

Se si abolisce l’anonimato societario lo si faccia fino in fondo ad esempio.

A volte quando si fanno delle scelte però è necessario non poter tornare indietro, tagliare con il passato, un po’ come Hernán Cortés che, appena sbarcato nelle Americhe diede ordine di bruciare le navi, conquistando con un pugno di uomini il regno Azteco.


Alberto Chezzi


www.smdazibao.blogspot.com

Nota tecnica su black list per San Marino

Si riceve e si pubblica

San Marino ottobre 2010/1710 d.F.R.

Sto notando da tempo che i media sia locali che nazionali italiani riportano notizie imprecise e fuorvianti, soprattutto con riferimento alla collocazione della nostra Repubblica nel complesso panorama delle black/white lists elaborate dalla normativa italiana in materia fiscale e antiriciclaggio. Si può tranquillamente dire che la stampa parlando di black lists, materia alquanto complessa anche per gli specialisti del settore, non si fa scrupoli a fare di tutta l’erba un fascio! Mi rendo conto che l’allarme generale scattato da tempo a San Marino funzioni da catalizzatore di negatività non appena si presenti alla porta qualsiasi notizia che riguardi San Marino. La circolare n. 53/E di recentissima emanazione da parte dell’Agenzia delle Entrate italiana e relativa all’obbligo di comunicazione da parte degli operatori italiani delle operazioni con Paesi black list, conferma sicuramente la consueta attenzione su San Marino, gettando ulteriore benzina sul fuoco del terrorismo psicologico alimentato dalle testate italiane e ripreso dai media locali. Visto quello che si sta leggendo sulla stampa è, quindi, opportuno precisare che trattandosi di un documento di prassi, emanato al fine di fornire chiarimenti applicativi circa il nuovo adempimento previsto dal D.L. 40/2010, la circolare 53/E del 2010 non ha introdotto niente di nuovo di carattere sostanziale rispetto a quello che già si sapeva, confermando solamente la corretta interpretazione delle norme.Premesso questo, mi pare di poter dire con assoluta serenità che le interpretazioni autorevoli, ma poco strettamente tecniche, provenienti dall’esterno che hanno portato a sostenere che anche le operazioni effettuate da operatori italiani con commissionarie costituite in Italia (come soggetti giuridici italiani autonomi) da soggetti sammarinesi debbano essere oggetto della comunicazione prevista dal D.L. 40/2010, sono del tutto prive di ogni fondamento normativo.Queste interpretazioni non trovano peraltro supporto neppure in nessuno dei chiarimenti forniti dall’Agenzia con la circolare 53/E. A me pare, pertanto, condividendo la logica conclusione cui siamo giunti ieri nel corso di un convegno interno dell’ordine dei commercialisti coordinato dalla dr.ssa Monica Zafferani, che le commissionarie costituite in Italia da soggetti sammarinesi non siano assolutamente interessate dall’obbligo di segnalazioni telematiche da parte degli operatori italiani, proprio in quanto soggetti italiani completamente autonomi rispetto a San Marino.Anzi a noi pare già una forzatura l’esplicita estensione, da parte della circolare, dell’obbligo stesso alle operazioni fatte da operatori economici italiani con stabili organizzazioni in Italia di soggetti sammarinesi! Insomma occorrerebbe, secondo noi, una modifica della legge per arrivare a tanto- Per quanto riguarda le black list ancora in uso in Italia (in attesa di pubblicazione di una white list) ai fini delle CFC e dei costi indeducibili provenienti dai paradisi fiscali, di cui si parla tanto ultimamente a seguito dell’emanazione di un’altra circolare dell’Agenzia delle Entrate (la 51/E), è necessario precisare che San Marino non è tra i Paesi elencati in queste black list.San Marino è incluso solo nella c.d. black list relativa alla residenza delle persone fisiche.Quanto alla super black list di recente emanazione tanto citata ultimamente dalla stampa, bisogna precisare che si tratta di una black list ai fini antiriciclaggio e quindi riguarda il sistema finanziario ed i trust, non tutte le società: tuttavia ci rendiamo conto che per le nostre banche e finanziarie sorgerebbero grossi problemi operativi verso l’Italia; insomma comunque un bel guaio! Invece io sarei molto più attento alla prossima WHITE LIST che dovrebbe essere pubblicata (non si ancora quando) dal Ministero delle Finanze italiano: essere fuori da quella sarebbe il nostro vero disastro, perché trattandosi una lista a carattere fiscale avrebbe un effetto devastante sul Sistema San Marino: è su questa che il nostro Governo deve lavorare e portare a casa l’inserimento nella white list, altrimenti potremmo parlare veramente di San Marino come Paradiso Fiscale e quindi come di un malato terminale- Non oso, anzi non voglio neppure immaginare una fine del genere per il nostro Paese….

Marino Albani

Presidente Ordine Dottori Commercialisti RSM

lunedì 18 ottobre 2010

Il momento delle scelte

Il muro invisibile che è stato eretto intorno a San Marino è oramai completato. Siamo in attesa di una grazia che non arriverà più. Ecco allora che è arrivato il momento delle scelte.





San Marino, 18 ottobre 2010/1710 dFR


Evitate per il momento le elezioni anticipate, evitata per il momento la tragedia nella tragedia. Le elezioni servono solo ai movimentisti della politica, non al Paese.

Non è necessario buttare oltre due milioni di euro per ritrovarci nuovamente chi ha gestito la politica negli ultimi vent’anni.

Servono invece delle scelte, giuste o sbagliate che siano.

Chi ha il mandato di governare ha la responsabilità politica di indicare al Paese una via.

Non è più accettabile una politica di rimessa ed attendista. Dobbiamo prendere atto che l’Italia, il nostro partner economico, finanziario e culturale più importante, vuole limitare al minimo i rapporti con la nostra realtà.

Non è una politica rivolta contro San Marino.

E’ una politica volta a controllare e blindare la finanza e l’imprenditoria italiana.

Il muro invisibile che è stato eretto intorno a San Marino è oramai completato.

Siamo in attesa di una grazia che non arriverà più.

Ecco allora che è arrivato il momento delle scelte.

Se entrare o no nell’Unione Europea, se fare o no un aeroporto interno al nostro territorio, se utilizzare maggiormente la leva fiscale, se realizzare un casinò oppure se moltiplicare le cliniche.

E’ arrivato il momento di scegliere se aprire o no il nostro sistema all’esterno, se nominare un Presidente di Banca Centrale con piena autonomia anche da Banca d’Italia, oppure se chiuderla.

E’ arrivato il momento di eliminare, se ve ne sono, le mele marce.

E’ arrivato infine il momento di dire al Paese le cose come realmente stanno, ritirando le deleghe in bianco ai Segretari di Stato che se le sono prese e ridando la centralità della politica al Consiglio Grande e Generale.

Accettare in un momento drammatico per il Paese il contributo non solo dell’opposizione ma anche della società civile.

Contribuire e favorire al massimo il rinnovamento della politica, quello del sistema economico e quello culturale del Paese e dei suoi cittadini.


Alberto Chezzi


www.smdazibao.blogspot.com


Nel riquadro: “LUMACA CHE CORRE” – 2008 – Ciaccaezetazetai – olio su denim – cm 100 x 100 – courtesy of Ec Foundation

domenica 10 ottobre 2010

Tre pesi tre misure

Colpire i sistemi finanziari è colpire il cuore dell’economia che ha necessità di capitali per crescere e svilupparsi.








San Marino 11 ottobre 2010/1710 d.F.R.


Il Commissariamento della Cassa di Risparmio di Rimini è stata una profonda ferita inferta al territorio circostante.

E’ l’ultimo attacco alla libertà di San Marino ed alle indipendenze dal centralismo romano che le naturali integrazioni con il territorio circostante si erano prodotte.

Colpire i sistemi finanziari è colpire il cuore dell’economia che ha necessità di capitali per crescere e svilupparsi.

Il disegno politico di “normalizzazione” del sistema San Marino, che in questo unico caso unisce gli intenti del ministro dell’economia Giulio Tremonti ed il governatore di Banca d’Italia Mario Draghi, ha riportato il tessuto economico finanziario del nostro Paese indietro di almeno due decenni.

Come nel caso di DELTA, oramai in liquidazione di fatto, anche CARIM era comunque una realtà solida e produttiva.

Una delle poche realtà indipendenti rimaste nel panorama bancario italiano ad effettivo supporto del territorio locale nel quale opera. .

Forse il destino di CARIM sarà quello di essere preda di qualche grande gruppo bancario italiano per poter fargli così raggiungere la massa critica necessaria per competere in Europa e nel mondo. Dirottando così altrove la ricchezza del circondario ed impoverendo il territorio riminese.

In questa fase di “chi tocca San Marino muore” di azioni mirate a smantellare il nostro sistema non si è assistito però al commissariamento di UNICREDIT che presumibilmente avrà avuto la stessa operatività in San Marino con la sua partecipata.

Troppo grande ed importante.

In un Paese oramai “devitalizzato” sono state poche le voci levatesi a denunciare il duro attacco o a esprimere solidarietà alle istituzioni limitrofe colpite.

Un Paese invece politicamente occupato nei giochi di palazzo e di potere, senza un’azione politica tesa a trovare nuovi supporti o partnership con chi invece rispetta la nostra millenaria tradizione di libertà.


Alberto Chezzi


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Nel riquadro: “L’ALBERO DI ALE” – 1998 – Ciaccaezetazetai – olio su tela – cm 50 x 70 – courtesy EC Foundation

domenica 3 ottobre 2010

Restaurazione

La speranza è che sia adottato quanto prima un progetto di legge che garantisca il ricambio ed il rinnovamento, non solo degli incarichi di governo, ma anche quelli di rappresentanza attiva.



San Marino 4 ottobre 2010/1710 d.F.R.


I sempre più frequenti distinguo nel Patto che sostiene la maggioranza ed il legittimo riaggregarsi di forze politiche teso a far nascere nuovi soggetti in previsione delle future alleanze testimoniano la voglia di cambiamento e rinnovamento.

La conclusione dell’esperienza politica del Patto ed il processo di restaurazione sembra perciò avviarsi a grandi passi verso la sua conclusione.

E’ però questo un copione già visto sia nei soggetti politici che nelle persone che lo promuovono.

La nascita di un centro cattolico liberale ed il riaggregarsi sotto un’unica bandiera dei partiti oggetto della diaspora socialista non sembrano rappresentare però una novità nel panorama della politica sammarinese.

Sarà, di fatto, una riedizione del vecchio binomio democristiano socialista.

Con nessuno chiaramente che ha intenzione di restare all’opposizione.

L’unica via per poter portare a termine la “Restaurazione” è però quello delle elezioni anticipate. Palla da cogliere al balzo fino prima che siano adottati provvedimenti di legge quali quello sulla limitazione temporale degli incarichi nelle Segreterie di Stato.

Palla da cogliere al balzo prima che si trovi la maniera di rompere quel circolo vizioso e di potere che permette agli “oligarchi” della politica di essere perennemente eletti con il massimo consenso.

La speranza è che sia adottato quanto prima un progetto di legge che garantisca il ricambio ed il rinnovamento, non solo degli incarichi di governo, ma anche quelli di rappresentanza attiva.

Questo dal momento che la politica non è stata in grado di rinnovarsi in maniera autonoma.

L’alternativa è che si prosegua nel teatrino della politica di professione, con l’unico obiettivo di conseguire e mantenere il potere per il potere, gestendolo senza tener conto degli interessi della collettività.

Una democrazia che non riesce a rinnovarsi è una democrazia malata.


Alberto Chezzi


www.smdazibao.blogspot.com


Nel riquadro: “VISTAGIARDINO” – 1998 – Ciaccaezetazetai – olio su tela – cm 50 x 60 – courtesy EC Foundation