Si è riaffermata in senso positivo la nostra sovranità coinvolgendo oltre 50 paesi da tutto il mondo. Paesi con i quali possiamo ora sottoscrivere accordi privilegiati di cooperazione e di interscambio commerciale.
San Marino 26 aprile 1709 d.F-R.
Alla fine ce l’ha fatta. Terenzi Gian Franco è stato eletto Presidente dell’Associazione Mondiale delle Piccole e Medie Imprese e dell’Artigianato. Non solo. E’ riuscito a rifondarla e a portarne la sede a San Marino sfruttando il binomio piccolo stato - piccole imprese. Gian Franco Terenzi ha messo a frutto decenni di relazioni internazionali politiche ed imprenditoriali. La conferenza di rifondazione dell’Associazione Mondiale delle Piccole e Medie Imprese e dell’Artigianato (WUSME), tenutasi dal 21 al 23 aprile in San Marino, è stato un momento importante per il nostro Paese. Il risultato ottenuto non è stato solo quello di far nascere un’istituzione internazionale a San Marino ma anche quello di offrire un modello diverso di internazionalizzazione al Paese. Un momento, quello della conferenza, dove si è riaffermata in senso positivo la nostra sovranità coinvolgendo oltre 50 paesi da tutto il mondo. Paesi con i quali possiamo ora sottoscrivere accordi privilegiati di cooperazione e di interscambio commerciale. Nel Consiglio Direttivo vi sono personaggi di grande rilievo tra i quali Li Zi Bin, Presidente dell’Associazione delle Piccole e Medie Imprese Cinesi e Soita Shitanda Ministro dei Lavori Pubblici in Kenia. Presenti anche il francese Robert Holtz rappresentante presso l’Unesco e l’ungherese Norbert W.Knoll-Dornhoff professore di politica economica e fiscale che ne è anche il Segretario generale. I rappresentanti di Paraguay, Colombia, India, Malesia, Congo, Gabon e Croazia completano l’organo di governo dell’Associazione. La conferenza ha goduto del pieno supporto delle istituzioni sammarinesi. Sono intervenuti i Segretari di Stato agli Esteri, al Lavoro e all’Industria. I Presidenti della Camera di Commercio e dell’Anis, il Rettore dell’Università nonché, con un contributo altrettanto prezioso, numerosi artigiani di San Marino.
Dovremmo essere stati noi già da tempo ad aver adottato delle misure rivolte a contrastare le frodi IVA, che non portano vantaggio a nessuno se non a coloro che le fanno.
San Marino, 19 aprile 1709 d.F.R.
L’ultimo provvedimento, il cosiddetto decreto “incentivi”, non è un provvedimento contro San Marino. E’ un provvedimento contro le frodi fiscali IVA internazionali e nazionali Italiane. Questo è il titolo del decreto. Non sarà l’ultimo se la vicina Italia vuole recuperare gettito. Black list, white list, task force per scovare evasori all’estero, normativa antiriciclaggio e scambio di informazioni automatico: sono queste alcune delle parole chiave che Tremonti utilizzerà nella prossima riforma fiscale che porterà la sua firma. L’ultimo provvedimento ha portato il nostro Paese nello scompiglio più assoluto. E’ necessario però fare un po’ di chiarezza. Ha ragione il nostro Segretario agli Esteri, Antonella Mularoni, quando evidenzia che le black list alle quali fa riferimento il decreto italiano contro le frodi IVA, sono in vigore dal 1999 e dal 2001, ossia da una decina d’anni. Non sono quindi una novità come non lo è quella di comunicare all’Ufficio IVA competente gli acquisti di merci fatti in San Marino. La sola possibilità che abbiamo di uscirne è perciò un provvedimento che modifichi la black list, od in alternativa una nostra inclusione nella white list di prossima emanazione. La guerra antifrodi deve però essere combattuta maggiormente in Italia, punto terminale dei meccanismi. L’occultamento dell’imposta avviene, infatti, nella società fittizia italiana che incassa l’IVA senza versarla all’erario. Morale della favola: dovremmo essere stati noi già da tempo ad aver adottato delle misure rivolte a contrastare le frodi IVA, che non portano vantaggio a nessuno se non a coloro che le fanno. La parola alla politica affinché ottenga da parte italiana di un riconoscimento a favore degli sforzi sostanziali fatti dal Paese per entrare nella white list, senza dover rinunciare alla nostra sovranità.
La donna racchiude in sé meraviglie e misteri. La donna accusata di stregoneria, è vista come portatrice di una sapienza popolare, radicata e diffusa. Si tratta di donne «di sapere», donne cioè che agiscono fuori dal contesto riconosciuto, all’interno di un sapere tradizionale legato alla natura che si contrappone al sapere ufficiale prerogativa maschile. Sono state bruciate per bruciare in fondo una sapienza popolare che si è avuto intenzione di cancellare dal paradigma dominante. Sgradito era il loro sfuggire ad ogni controllo, in particolare a quello esercitato dagli uomini.
Le streghe contemporanee compiono meraviglie vecchie come la storia dell’uomo, hanno la capacità di creare, posseggono i misteri della ciclicità della natura, e meraviglie attuali quali la conciliazione, l’empatia e la volontà di rivalsa. Lo sviluppo di doti intuitive attraverso l’attitudine all’autoascolto ha dato origine al noto sesto senso che gli uomini hanno imparato a conoscere a proprie spese.
La capacità di sorridere anche nei momenti più difficili ha assegnato loro il ruolo di rasserenatrici, le doti di mitezza hanno creato l’ideale di fratellanza degli esseri viventi in riferimento ad una madre-terra che è creatrice, contrapposto all’ideale di prevaricazione prettamente maschile.
Parliamo di meraviglie di donne, magie quotidiane e vittorie straordinarie. Disegniamo donne che, grazie alla propria peculiarità, hanno saputo creare qualcosa eccezionale.
Raccontiamo di grandi e piccole “meraviglie di strega”!
Un futuro che va immaginato e pensato in un’unità di intenti da parte di tutte le componenti della nostra comunità.
San Marino, 12 aprile 1709 d.F.R.
L’incontro tecnico tenutosi a Roma venerdì, è stato la resa di un Paese, con la richiesta di una pace onorevole ed equa.
Forse non è bastato.
Avremo in ogni caso le nostre forche caudine da attraversare, con le condizioni che ci saranno dettate da Roma.
San Marino è oramai, volente o nolente, una società cambiata nel profondo, velocemente, ma non abbastanza per i nostri interlocutori.
C’è un nuovo futuro da costruire.
Un futuro che va immaginato e pensato in un’unità di intenti da parte di tutte le componenti della nostra comunità.
Non si può pensare in un momento così determinante che qualcuno faccia da solo.
Abbiamo dovuto azzerare tante situazioni per avere oggi l’opportunità di ricostruire in maniera migliore.
La responsabilità della situazione in cui ci troviamo è da ritenersi collettiva così come lo è la responsabilità di dover trovare un cammino di sviluppo alternativo e innovativo.
Urge individuare nuovi modelli di sviluppo, non solo economici ma anche sociali e culturali.
Un’economia che veda i sammarinesi tornare protagonisti, tutti e non solo alcuni, anche in partnership con imprenditori forensi, ma sempre e comunque coinvolti e presenti.
Necessita lo sviluppo di una rete di solidarietà interna al Paese che unisca e non divida i suoi cittadini, che riparta dall’uomo per dare risposte all’uomo.
Occorre uno sforzo di tutti per cambiare la cultura del Paese.
La politica torni a fare politica per il gusto di trovare soluzioni ed inventare nuovi modelli di convivenza finalizzati asuperare le difficoltà: non solo quindi per logiche di potere!
Vi è quindi l’esigenza di guardare oltre, di elevare il nostro spirito ricordandoci che siamo la più antica Repubblica del mondo, rappresentante comunque i valori di uguaglianza, fraternità e libertà. Valori alla base del vivere sociale.
Il messaggio è fin troppo chiaro. Le nostre aspirazioni ed azioni di Repubblica libera e indipendente nei secoli, devono comunque passare da un rapporto di “collaborazione privilegiata” con l’Italia
San Marino 29 marzo 1709 d.F.R.
La crisi economica finanziaria, l’affaire Delta – Cassa di Risparmio - e il New Deal fiscale e finanziario inaugurato dal Ministro dell’Economia Italiana Giulio Tremonti ci hanno riportato con i piedi per terra. Il sistema ha mostrato tutte le sue debolezze, in un quotidiano vivere “l’emergenza” evidenziando l’inadeguatezza di parte di una classe politica che, incapace di trovare un’unità di intenti, ancora oggi litiga per motivi di pure logiche di potere. Intanto il Paese vive alla giornata in una deriva sempre più preoccupante. Il messaggio è fin troppo chiaro. Le nostre aspirazioni ed azioni di Repubblica libera e indipendente nei secoli, devono comunque passare da un rapporto di “collaborazione privilegiata” con l’Italia anche in dispregio della Convenzione che ci lega. Il nostro Paese dipende, quasi in tutto e per tutto, dalla vicina Repubblica Italiana. E’ sufficiente tagliarci fuori dal meccanismo di pagamento italiano per metterci in completa crisi: acqua, energia, rifiuti, trasporti e aeroporto internazionale compreso. Il mercato di sbocco delle nostre imprese è, per la natura della nostra posizione geografica, quello italiano. La politica negli ultimi venti anni, non ha solo addormentato le nostre coscienze, ma non ha mostrato alcuna lungimiranza. Lo testimonia la PA, cresciuta a dismisura solo per alimentare il consenso politico. Ora ci chiediamo come faremo a mantenere sia questa complessa macchina sia lo Stato Sociale. Intanto in Consiglio si litiga. Evidentemente saranno gli unici nel Paese a non aver capito la lezione se ipotizzano elezioni anticipate, con l’intento di riproporre chi da vent’anni ci governa indisturbato. Allora probabilmente dobbiamo partire dal riformare la classe politica. Una proposta: 10 anni massimo di Consiglio Grande e Generale e di Segreterie e successivamente minimo dieci anni di ineleggibilità. Chiaramente con effetto retroattivo.
Perchè Dazibao? Tale termine significa letteralmente: giornale murale a grandi caratteri, appeso in Cina in speciali bacheche pubbliche per permetterne la lettura a tutti. I dazibao si differenziano dai giornali per il fatto di essere scritti a mano in caratteri grandi, facilmente leggibili. E’ con questo strumento che la costituzione cinese garantiva il diritto di scrivere ed attaccare dazibao personali, considerati un'importante forma di democrazia rivoluzionaria. Non si poteva ricoprire o strappare un dazibao senza il consenso dell’autore. SM Dazibao - SM大字报 - Punti DI Vista dalla Repubblica di San Marino: è con queste poche sillabe, dense però di significato, che comincio, sotto forma di blog, la pubblicazione di questo moderno dazibao virtuale. Sarà una rubrica a cadenza settimanale che pubblicata il lunedì di ogni settimana, darà il proprio Punto DI Vista su un argomento di interesse, non necessariamente politico od economico. Il blog poi è uno strumento che permette di confrontarsi con i lettori e di ricevere contributi dagli stessi.
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