domenica 29 maggio 2011

La festa è finita

Una riforma, quella fiscale, che deve mettere al centro l’equità e la famiglia deve essere equa per tutti i contribuenti, perché i redditi sono tutti uguali e tutelare tutte le famiglie, indipendentemente dalla categoria economica di appartenenza. Soprattutto quelle in difficoltà.





San Marino 30 maggio 2011/1710 d.F.R.


Lo sciopero del 26 maggio indetto dalle organizzazioni sindacali aderenti alla CSU, è la consacrazione definitiva della rottura degli equilibri fondati sul benessere diffuso.

Una rottura forzata però in chiave politica, con l’identificazione precisa dei colpevoli dell’attuale grave crisi economica in cui versa il Paese - ANIS, banche e politica - e con l’individuazione di chi deve pagare il conto per mantenere il nostro sistema: ossia lavoratori autonomi, piccoli imprenditori e industrie.

Coloro che in definitiva hanno sempre eluso ed evaso a dire delle Organizzazioni Sindacali.

Questo è un falso ideologico.

Più che una ricerca di unità d’intenti con le forze economiche e politiche del Paese, quella della CSU, è una chiara dichiarazione di guerra che fomenta un pericoloso scontro sociale con il manifesto intento di tassare non più in base al reddito o al patrimonio ma in funzione della categoria economica di appartenenza.

Non sembra però essere questa la strada per raggiungere l’equità sociale, giustamente reclamata dai lavoratori dipendenti ma non solo da questi.

Una riforma, quella fiscale, che deve mettere al centro l’equità e la famiglia deve essere equa per tutti i contribuenti, perché i redditi sono tutti uguali e tutelare tutte le famiglie, indipendentemente dalla categoria economica di appartenenza. Soprattutto quelle in difficoltà.

Con un’attenzione particolare alla difesa dei posti di lavoro che non può non prescindere dalla tutela delle imprese e delle realtà imprenditoriali anche piccole che poi sono le stesse che lo garantiscono.

Le imprese sono un bene collettivo, un bene sociale da salvaguardare e incentivare.

Un importante fattore e strumento di democrazia economica.

In particolar modo quelle piccole ivi compresi i lavoratori autonomi.

E’ il momento di ritrovare una comunione d’intenti una sorta di patto e di alleanza, più che una divisione tra quelli che in definitiva sono tutti lavoratori.

Rammentando il fatto che la Società Unione Mutuo Soccorso fu costituita da operai e artigiani.

L’intento deve essere anche quello di risolvere l’equazione oramai deleteria: PA gonfiata e ben pagata = maggiori imposte per tutti i cittadini.

La lobby più potente a San Marino è quella del pubblico impiego e non sicuramente quella degli imprenditori o dei lavoratori autonomi.

La problematica va perciò affrontata anche a monte non solo a valle.

Che sia la creazione di Enti Autonomi, di privatizzazioni dei servizi non essenziali, di riduzioni d’indennità inutili, o di far pagare servizi prodotti dalla PA non ha importanza.

L’importante è cominciare a mettere a mano a questa problematica non più sostenibile che frena lo sviluppo del Paese e individuare possibili soluzioni.

Anche questo è un modo di percorrere l’equità sociale.

Infine, per i frontalieri, il famigerato art. 56 è iniquo e sacrosanto il loro diritto a non essere discriminati dal punto di vista fiscale, ma si deve prendere atto che, nel momento in cui saranno chiesti a tutti i contribuenti i sacrifici, in ugual misura anche loro dovranno fare la loro parte.

Purtroppo la festa è finita.


Alberto Chezzi


www.smdazibao.blogspot.com



Nel riquadro: “ZIP” – 2003 – Ciaccaezetazetai – olio su denim – cm 100 x 150 – courtesy of Ec Foundation

domenica 22 maggio 2011

Lo sguardo rinnovato

Il cattivo governo si realizza quando l’uomo vive per il bene proprio e questo coincide con l’individualismo e con il vizio. Il buon governo si realizza quando l’uomo vive per il bene comune e questo coincide con il bene della collettività e con la virtù.


San Marino 23 maggio 2011/1710 d.F.R.

La presentazione da parte della professoressa Mariella Carlotti degli affreschi di Ambrogio Lorenzetti sull’Allegoria del Buono e del Cattivo Governo, nell’ambito dell’incontro organizzato dalla Compagnia delle Opere di San Marino, è stato un momento e lo spunto per riflessioni importanti sulla realtà che in questo momento vive il nostro Paese.

La prima riflessione riguarda l’impressionante attualità del messaggio allegorico di un affresco della prima metà del trecento, realizzato in un momento di grande difficoltà per un comune, quello di Siena, che allora come oggi potrebbe assomigliare molto alla nostra piccola realtà statuale.

Il cattivo governo si realizza quando l’uomo vive per il bene proprio e questo coincide con l’individualismo e con il vizio.

Il buon governo si realizza quando l’uomo vive per il bene comune e questo coincide con il bene della collettività e con la virtù.

Su quali fondamenti si basa il buon governo?

L’affresco allegorico del Lorenzetti ritrae la giustizia, il comune di Siena, i cittadini, le forze dell’ordine, la scuola, ecc., che hanno a loro volta come virtù ispiratrici la sapienza divina, generosità, pace, virtù cardinali e virtù teologali.

Queste fondamenta generano coesione, armonia e solidarietà in una comunità a patto che vi sia il rispetto del diritto e della bellezza.

Il diritto inteso non come comando o volontà impositiva così come trasformatosi in epoca moderna, ma come qualcosa che è iscritto nel cuore dall’uomo dalla sapienza di Dio e coerente con la natura delle cose.

Sulla bellezza sicuramente è rimasto impresso ai più dei presenti il fatto che nel trecento a Siena, vi fossero cittadini il cui compito era abbellire la città, tenerla pulita, darle armonia anche con il proprio abbigliamento.

La seconda riflessione riguarda la ricerca della bellezza e il ruolo che l’arte e gli artisti hanno sempre avuto in tutte le comunità e in tutti i tempi.

Negli affreschi del Lorenzetti si riscontra un forte carattere pedagogo a favore non solo dei cittadini ma soprattutto a memoria dei governati.

Chiaramente non essendovi all’epoca la televisione, la radio o i giornali, quello della pittura era l’unico strumento per formare e informare.

La nostra società è oggi invece sovraffollata in termini d’immagini, d’informazioni e di propaganda.

Oggi non sappiamo più guardare.

Non abbiamo, se non l’arte, uno strumento per guardare in modo rinnovato la realtà e il mondo.

L’artista è condannato a vivere la vita anche per gli altri, al posto loro, in qualche misura per verificarla, provarla e masticarla e reinventarla in forma artistica.

Quello dell’arte e degli artisti, anche a San Marino, è un contributo importante che questi possono dare anche per il buon governo della collettività, prendendo coscienza del loro ruolo per il conseguimento del bene comune: una responsabilità per ognuno.

L’approccio alla soluzione dei problemi che affliggono la nostra piccola realtà statuale, buon governo compreso, non può che essere fatto che con uno sguardo rinnovato, libero ma anche responsabile e da parte di tutti.

Come ha detto il Presidente della Compagnia delle Opere Bernhard Scholz nella lettera di saluto inviata “Se ci facciamo determinare dalle condizioni sociali, economiche o politiche non possiamo cambiarle, ma se partiamo da un’esperienza umana che ci rende liberi e responsabili, allora possiamo incidere anche sulla storia, con minore o maggiore efficacia, ma sempre positivamente.”

Alberto Rino Chezzi

www.smdazibao.blogspot.com

Nel riquadro: “TU-TUM” – 2002 – Ciaccaezetazetai – olio su tela – cm 100 x 150 – courtesy of Ec Foundation

lunedì 16 maggio 2011

Zambo e il cavaliere rosso

Quello che più importa però, soprattutto dal punto di vista politico è che la parte cinese ha ribadito il principio dell’uguaglianza tra i Paesi, piccoli o grandi che siano, senza distinzioni di sorta.






San Marino 16 maggio 2011/1710 d.F.R.

La tecnica del cavaliere bianco è usata in finanza come difesa per impedire la scalata ostile di una società da parte di un'altra.

Di fatto è l’intervento di una società amica che interviene finanziariamente a supporto e difesa della società che è oggetto della scalata.

E’ una metafora che ben si addice alle necessità contingenti del nostro Paese.

Purtroppo al momento non s’intravedono cavalieri bianchi all’orizzonte che intervengano per salvarci e supportarci nel superare questo difficilissimo momento.

Fatto salvo che non vi sia l’intenzione chiara ad aprirsi effettivamente agli investitori esteri.

Così come evidenziato anche dal direttore di Banca Centrale Dott. Mario Giannini al seminario “La gestione dei rischi finanziari” dove enuncia le direttrici per rilanciare il sistema finanziario: “attrarre i capitali esteri grazie a un’adeguata fiscalità, alla qualità dei prodotti e a una filiera di servizi a elevato valore aggiunto”.

Ecco allora che il cavaliere bianco può assumere anche colorazioni diverse secondo l’interlocutore.

L’Associazione di Amicizia San Marino Cina e il suo Presidente Gian Franco Terenzi, che riveste anche la carica di Presidente della Commissione Esteri, hanno fatto molto per aprire un importante canale di comunicazione con la Cina.

Nel nostro caso potremmo rinominare e trasformare il Cavaliere Bianco in Cavaliere Rosso.

La Cina è oggi un Paese con liquidità importanti, con un solido apparato industriale e finanziario e un mercato interno in grande espansione.

E’ un grande Paese che, seppure con tutte le sue problematiche e contraddizioni interne, ha sempre mantenuto un posto di primo piano nelle relazioni internazionali e nello sviluppo economico mondiale.

L’allacciamento dei rapporti diplomatici tra San Marino e la Cina risale al 1971.

Nel 2011 l’occasione è stata quella di festeggiare i quarant’anni di relazioni diplomatiche, culturali e di amicizia.

Che cosa è stato fatto e cosa c’è in programma?

Il 6 maggio si è tenuta a Pechino una seduta congiunta delle Commissioni Esteri Sammarinese e Cinese.

Oltre a celebrare i rapporti di consolidata amicizia tra i due Paesi si sono create le condizioni politiche affinché la nostra piccola Repubblica di San Marino possa divenire un affidabile ponte di unione tra Oriente ed Europa.

Lo scopo dell’incontro politico è stato quello di “contribuire in modo determinante all’instaurazione delle condizioni idonee al radicamento e allo sviluppo di quanto mai auspicabili forme di cooperazione economica e commerciale tra le varie realtà - imprenditoriali, bancarie e commerciali – operanti nei nostri due Paesi”.

I due Governi stanno esaminando una possibile convergenza su temi importanti che produrranno nuovi accordi: contro le doppie imposizioni sul reddito, sullo scambio delle informazioni in materia fiscale e infine sulla protezione e promozione degli investimenti.

Quello che più importa però, soprattutto dal punto di vista politico è che la parte cinese ha ribadito il principio dell’uguaglianza tra i Paesi, piccoli o grandi che siano, senza distinzioni di sorta.

Tale visita sarà ricambiata da parte di una delegazione della Commissione Esteri Cinese alla fine del secondo semestre del 2011.

Sicuramente vi sarà anche una missione del nostro Segretario di Stato per gli Affari Esteri in Cina nel prossimo autunno.

Ieri è stata accolta a San Marino una folta delegazione cinese in rappresentanza di ben dieci diverse province della Cina, tra cui Gansu, Henan, Sichuan, Qinghai, Jilin e Shanghai, costituita da autorevoli rappresentanti delle istituzioni pubbliche e politiche, dell’imprenditoria e del turismo.

Ricevuta in udienza dagli Ecc.mi Capitani Reggenti, alla delegazione cinese in seguito è stato illustrato il sistema economico di San Marino da parte del Segretario di Stato all’Industria e di quello alla Cultura, supportati dal Direttore della Camera di Commercio e da un funzionario della Segreteria al Turismo.

Anche la nostra radiotelevisione ha avuto modo di approfondire possibili forme di collaborazione in vista anche dell’inizio a breve delle trasmissioni su due canali satellitari.

Con la sottoscrizione di tutti e tre gli importanti accordi sui quali stanno lavorando i nostri Segretari di Stato, potremo aprirci in modo trasparente e sereno, senza timori d’invasioni di sorta o limitazioni alla nostra sovranità, nel pieno rispetto delle nostre normative e di quelle internazionali.

Un’opportunità per il nostro Paese senza precedenti.

Un’opportunità che non va persa.

Alberto Rino Chezzi

www.smdazibao.blogspot.com

Nel riquadro: “DRAGONFLY” – 2009 – Ciaccaezetazetai – olio su denim – cm 100 x 100 – courtesy of Matilde Chezzi

lunedì 9 maggio 2011

Qualcosa che non torna


La sfida più importante da affrontare è quella che spetta alla politica. Saprà questa riformare se stessa, riaccendere la passione per i cittadini alla gestione della cosa pubblica, accoglierne un contributo importante in un rapporto di assoluta trasparenza e completamente slegato dalle richieste dei cosiddetti poteri forti?



San Marino 9 maggio 2011/1710 d.F.R.

C’è qualcosa che non torna negli ultimi tempi nei rapporti tra politica, istituzioni e cittadini. La nostra appare ai più come una democrazia malata. Il meccanismo che ne ha regolato da sempre i rapporti sembra inceppato. La politica è ostaggio di se stessa, di quanto da questa fino ad oggi ha prodotto, compreso il facile benessere che sta velocemente sparendo con lo sciogliersi delle prime nevi. Tutti i meccanismi di cooptazione e del voto di scambio non servono più. Non vi è più nulla da offrire in cambio del voto. Il disagio incomincia a crescere tra i cittadini verso coloro che, a torto o a ragione, sono ritenuti responsabili della mancanza, perlomeno, di lungimiranza. La coperta incomincia a essere troppo corta, il sistema è evidente che va riformato profondamente se non addirittura rifondato e risposte a possibili vie di uscita non ne arrivano. L’approccio al cambiamento segue una metodologia che è quella degli ultimi vent’anni e questo non è più accettabile e proponibile in un mondo profondamente cambiato. Ci fa sentire tutti inadeguati nell’affrontare un cambiamento che non può che essere epocale. La sfida più importante da affrontare è quella che spetta alla politica. Saprà questa riformare se stessa, riaccendere la passione per i cittadini alla gestione della cosa pubblica, accoglierne un contributo importante in un rapporto di assoluta trasparenza e completamente slegato dalle richieste dei cosiddetti poteri forti? Sarà questa capace di interrompere quel meccanismo deleterio di ricerca sistematica del consenso a tutti i costi, che non può che produrre guasti e falsare il rapporto di fiducia e legittimazione con i cittadini? E’ arrivato il momento di spezzare la catena di comando tra politica e pubblica amministrazione, così com’è necessario porre un termine temporale a tutti gli incarichi nel pubblico e pubblico allargato, mandato consiliare compreso. Per il momento tutto questo non sembra accadere. Le “riformette” proposte in tema di pubblica amministrazione e del sistema fiscale ne sono la palese dimostrazione. Il mancato svolgimento del referendum sull’adesione all’Europa anche. Probabilmente se si fosse tenuto, avrebbe potuto anche dare un esito completamente diverso dalle attese dei proponenti, chiarendo così cosa ne pensano a proposito i cittadini. Ma anche gli inciuci e i movimentismi sia in entrata sia in uscita, sono una testimonianza che nulla è cambiato e che non vi è nessuna intenzione di farlo. Se non si coinvolgeranno tutte le forze politiche sulle due o tre questioni chiave, in una sorta di governo di unità nazionale, non potrà essere riformato il sistema in senso democratico, equo e trasparente. Nessuna forza politica si assumerà l’onere e la responsabilità di fare scelte impopolari. E’ necessario promuovere la solidarietà tra tutte le parti della società, anziché lo scontro sociale. E’ vitale in questo momento avere un’unità d’intenti senza precedenti, per traghettare il paese fuori da questo mare sempre più in tempesta, per la nostra piccola comunità. L’alternativa è questa lenta agonia che non fa bene a nessuno, tantomeno al Paese.

Alberto Rino Chezzi

http://www.smdazibao.blogspot.com/

Nel riquadro: “L’ALBERO DELLA CONOSCENZA” – 2001 – Ciaccaezetazetai – olio su tela – cm 100 x 150 – courtesy of Ec Foundation