lunedì 9 maggio 2011

Qualcosa che non torna


La sfida più importante da affrontare è quella che spetta alla politica. Saprà questa riformare se stessa, riaccendere la passione per i cittadini alla gestione della cosa pubblica, accoglierne un contributo importante in un rapporto di assoluta trasparenza e completamente slegato dalle richieste dei cosiddetti poteri forti?



San Marino 9 maggio 2011/1710 d.F.R.

C’è qualcosa che non torna negli ultimi tempi nei rapporti tra politica, istituzioni e cittadini. La nostra appare ai più come una democrazia malata. Il meccanismo che ne ha regolato da sempre i rapporti sembra inceppato. La politica è ostaggio di se stessa, di quanto da questa fino ad oggi ha prodotto, compreso il facile benessere che sta velocemente sparendo con lo sciogliersi delle prime nevi. Tutti i meccanismi di cooptazione e del voto di scambio non servono più. Non vi è più nulla da offrire in cambio del voto. Il disagio incomincia a crescere tra i cittadini verso coloro che, a torto o a ragione, sono ritenuti responsabili della mancanza, perlomeno, di lungimiranza. La coperta incomincia a essere troppo corta, il sistema è evidente che va riformato profondamente se non addirittura rifondato e risposte a possibili vie di uscita non ne arrivano. L’approccio al cambiamento segue una metodologia che è quella degli ultimi vent’anni e questo non è più accettabile e proponibile in un mondo profondamente cambiato. Ci fa sentire tutti inadeguati nell’affrontare un cambiamento che non può che essere epocale. La sfida più importante da affrontare è quella che spetta alla politica. Saprà questa riformare se stessa, riaccendere la passione per i cittadini alla gestione della cosa pubblica, accoglierne un contributo importante in un rapporto di assoluta trasparenza e completamente slegato dalle richieste dei cosiddetti poteri forti? Sarà questa capace di interrompere quel meccanismo deleterio di ricerca sistematica del consenso a tutti i costi, che non può che produrre guasti e falsare il rapporto di fiducia e legittimazione con i cittadini? E’ arrivato il momento di spezzare la catena di comando tra politica e pubblica amministrazione, così com’è necessario porre un termine temporale a tutti gli incarichi nel pubblico e pubblico allargato, mandato consiliare compreso. Per il momento tutto questo non sembra accadere. Le “riformette” proposte in tema di pubblica amministrazione e del sistema fiscale ne sono la palese dimostrazione. Il mancato svolgimento del referendum sull’adesione all’Europa anche. Probabilmente se si fosse tenuto, avrebbe potuto anche dare un esito completamente diverso dalle attese dei proponenti, chiarendo così cosa ne pensano a proposito i cittadini. Ma anche gli inciuci e i movimentismi sia in entrata sia in uscita, sono una testimonianza che nulla è cambiato e che non vi è nessuna intenzione di farlo. Se non si coinvolgeranno tutte le forze politiche sulle due o tre questioni chiave, in una sorta di governo di unità nazionale, non potrà essere riformato il sistema in senso democratico, equo e trasparente. Nessuna forza politica si assumerà l’onere e la responsabilità di fare scelte impopolari. E’ necessario promuovere la solidarietà tra tutte le parti della società, anziché lo scontro sociale. E’ vitale in questo momento avere un’unità d’intenti senza precedenti, per traghettare il paese fuori da questo mare sempre più in tempesta, per la nostra piccola comunità. L’alternativa è questa lenta agonia che non fa bene a nessuno, tantomeno al Paese.

Alberto Rino Chezzi

http://www.smdazibao.blogspot.com/

Nel riquadro: “L’ALBERO DELLA CONOSCENZA” – 2001 – Ciaccaezetazetai – olio su tela – cm 100 x 150 – courtesy of Ec Foundation

Nessun commento:

Posta un commento