martedì 19 aprile 2011

Meglio di niente

Eppure non sarebbe neppure difficile perseguire, in un microcosmo come San Marino, l’obiettivo cardine previsto anche dalla nostra Dichiarazione dei Diritti: quello di far contribuire tutti i cittadini e residenti in base alle proprie capacità. Di reddito e di patrimonio.



San Marino 20 aprile 2011/1710 d.F.R.


La settimana scorsa la Segreteria di Stato per le Finanze, ha iniziato una serie d’incontri “tecnici”, sia con le forze politiche che con le rappresentanze del mondo economico.

Oggetto dell’incontro la Riforma Tributaria, con gli obiettivi dichiarati del raggiungimento di maggior equità, efficienza e trasparenza nei rapporti con i contribuenti.

A dire il vero più che una riforma, sarebbe più opportuno chiamarla manovra correttiva.

Non incide minimamente sul sistema, e cerca di non scontentare nessuno con l’obiettivo vero di aumentare il gettito per mantenere l’attuale sistema di “Stato Sociale”.

Riconoscimento questo del fatto che, la Pubblica Amministrazione con i quattromila dipendenti, ha funzione anche di Stato Sociale.

Un’occasione persa per riformare veramente il nostro sistema fiscale.

Nonostante questo, già vi sono le prese di posizione, demagogiche e populiste, delle Organizzazioni Sindacali che già hanno bocciato l’ipotesi di riforma.

A “pagare il prezzo più alto" saranno sempre i lavoratori dipendenti.

A onor del vero la sola USL, pur non sbilanciandosi sui contenuti, si dice soddisfatta per la metodologia di lavoro per la ricerca della più ampia condivisione possibile nell’elaborazione del progetto di legge.

Dimostrando in questo senso, almeno la disponibilità a far sistema.

Negli incontri tecnici sono stati forniti, dai tecnici della Segreteria alle Finanze una serie di dati sugli ultimi cinque anni di gettito fiscale.

Che non possono che far riflettere.

L'aliquota effettiva d’imposta dei lavoratori dipendenti al netto di abbattimenti e detrazioni è l’1,1% (unovirgolauno percento).

Nel mondo delle imprese non è che la situazione sia migliore.

L’80% (ottanta percento) del gettito è dato da 100 aziende, con il contributo significativo delle banche.

S’incominciano già a indicare delle vaste sacche di evasione, della necessità di far emergere il sommerso.

Discorso questo che evidenzia una contraddizione di termini in quanto, l’evasione e il sommerso, non sono sicuramente accertabili con gli strumenti di cui è dotata la nostra amministrazione finanziaria.

E’ evidente come vi sia una serie di elusioni legalizzate che vanno dalle detrazioni d’imposta, agli abbattimenti d’imponibile, alle esenzioni concesse politicamente in passato alle imprese, ai redditi esenti, ai redditi esteri e così via.

In tutte le categorie di reddito, sia che si chiamino lavoratori dipendenti, autonomi o imprenditori, sia che siano redditi da terreni, da capitale o esteri.

Si arriva al paradosso che i sindacati difendono i lavoratori dipendenti, non accorgendosi che molti dipendenti sono gli stessi imprenditori ai quali fanno la guerra, così come nel sommerso vi sono da ricomprendere anche i doppi o tripli lavori che molti dipendenti fanno.

E’ una mancata riforma del nostro sistema tributario.

E’ mancato il coraggio e la determinazione necessaria per riformare alla base l’impianto normativo.

Eppure non sarebbe neppure difficile perseguire, in un microcosmo come San Marino, l’obiettivo cardine previsto anche dalla nostra Dichiarazione dei Diritti: quello di far contribuire tutti i cittadini e residenti in base alle proprie capacità.

Di reddito e di patrimonio.

Sarebbe sufficiente informatizzare le procedure e mettere in rete i dati di tutti gli uffici pubblici.

In ogni caso si dovrà arrivare al momento in cui tutti dovranno pagare le imposte.

Ma come dicono i nostri vecchi, piuttosto che niente è meglio piuttosto.


Alberto Rino Chezzi


www.smdazibao.blogspot.com


Nel riquadro: “MIX SALAD” – 2000 – Ciaccaezetazetai – olio su tela – cm 100 x 150 – courtesy of Ec Foundation

1 commento:

  1. mercoledì 20/04/2011

    Complimenti, ottimo artcolo!
    Peccato che in questa " proposta di Riforma Tributaria" ci sia ancora la presenza dei POLITICI, che nulla sanno di tale materia e da sempre la sfruttano per esigenze ben lontane da quelle dello Stato che dovrebbero rappresentare.
    Una riforma non può e non deve avere matrice politica:
    " Si studia un programma con tecnici competenti, così come si fa nelle aziende "
    Nel mio lavoro di analista contabile/finziario non ho mai avuto necessità di stabilire se il raggiungimento di un traguardo era dovuto o meno alla partecipazione o alle "indicazioni" della destra, della sinistra del centro ecc.
    Se così fosse credo che tutte le Aziende commerciali - produttive e/o di servizi sarebbero fallite e tutti potremmo fare i " dipendenti della Pubblica Amministrazione ".
    Non parliamo poi dei Sindacati: ogni modifica, anche la più microscopica, deve essere da loro vagliata, pesata ecc solo per paura di perdere il loro ruolo e il profitto che deriva dalla costante trattenuta sulla busta paga degli iscritti!
    A San Marino come giustamente "ricordi" vige la Dichiarazione dei Diritti, dimenticata da troppi: sarebbe bene "riesumarla" per tutti evidenziandone gli aspetti sociali.

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