lunedì 26 luglio 2010

Il lungo torpore

Se il sistema non si autoregola, per evitare una sua implosione, il cittadino dovrà utilizzare le sole risorse di democrazia diretta a sua disposizione: leggi di iniziativa popolare e referendum.




San Marino 26 luglio 2010/1709 d.F.R.


Il Paese sembra non riuscire a risvegliarsi dal lungo torpore che ha annebbiato le coscienze e limitando l’agire all’oggi senza pensare al domani.

La speculazione l’ha fatta da padrona, in particolar modo nel settore immobiliare i cui effetti si vedono su un territorio oramai devastato.

Per alcuni è arrivato il denaro facile, guadagnato non con il lavoro ma grazie a rendite di posizione, a differenziali economici, a benefici ed autorizzazioni non sempre dovute o peggio ancora concordate in sede pre-elettorale.

Il sistema ha prodotto una democrazia malata. Incapace di superare la logica del “do ut des”. Lo testimonia una pubblica amministrazione gonfiata a dismisura.

Svegliarsi dal torpore è anche ricordarsi delle proprie radici, quando per cercare lavoro i sammarinesi dovevano emigrare.

Se vogliamo superare questa difficile fase è arrivato il momento di fare sacrifici e rimboccarci le maniche, tutti.

Servono sì nuove idee, ma non quelle che intraprendono le strade più facili e pericolose.

Vi sarà pure una soluzione per riassestare un bilancio di uno Stato che alla fin fine è pari a quello di una media grande azienda italiana.

Arte, cultura, tecnologia, turismo e artigianato. Commercio, quello vero, possibilmente con altri Paesi che non siano esclusivamente l’Italia.E’ una strada.

Il lavoro deve tornare ad essere preminente sulla speculazione. La speculazione non paga e va a beneficio di pochi, addormenta le coscienze.

Chi ci guida e governa deve mettere al primo posto l’amore per il Paese e attenersi scrupolosamente al principio del servizio alla collettività.

Se il sistema non si autoregola, per evitare una sua implosione, il cittadino dovrà utilizzare le sole risorse di democrazia diretta a sua disposizione: leggi di iniziativa popolare e referendum.

Come, di fatto, ha già iniziato a fare con il referendum sull’alienazione dei beni dello Stato.


Alberto Chezzi


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Nel riquadro: “SAMUELA CON CIOCCO” – 1998 – Ciaccaezetazetai – olio su tela – cm 50 x 60 – courtesy EC Foundation

domenica 18 luglio 2010

Il conto da pagare

La questione centrale è invece la Pubblica Amministrazione: un carrozzone che non possiamo più permetterci.




San Marino 19 luglio 2010/1709 d.F.R.



La crisi che attanaglia il Paese non ha ancora prodotto completamente i propri nefasti effetti che già c’è chi mette le mani avanti:. nessuno vuole il conto da pagare.

In prima fila le organizzazioni sindacali, quelle storiche raggruppate nella CSU, che già paventano inesistenti scontri sociali in puro stile anni cinquanta dimenticandosi che il mondo è profondamente cambiato.

Le manifestazioni sul Pianello, con intendimenti più politici che sindacali, non daranno i risultati sperati.

Così come la gente è stufa del modo di fare della vecchia politica, lo è anche di quello di un sindacato che difende privilegi e sprechi.

Anche il sindacato dovrà ripensare il proprio ruolo.

Come sbandierato dai sindacati non esiste una “questione fiscale”, almeno tra lavoratori dipendenti ed autonomi.

La pressione fiscale sul reddito è comunque equa.

Vanno invece ripensate esenzioni, abbattimenti d’imposta e soprattutto la tassazione sui patrimoni e sulle plusvalenze speculative.

Affinché nessuno si sottragga al proprio dovere di concorrere alle spese pubbliche in ragione della propria capacità contributiva.

La questione centrale è invece la Pubblica Amministrazione: un carrozzone che non possiamo più permetterci.

Sembra che la riforma sia oramai vicina.

La PA và razionalizzata e snellita, con i necessari accorpamenti e mobilità interna, rincominciando a parlare di concorsi pubblici per evitare le chiamate politico-clientelari e garantire il meglio per i cittadini.

Ridurre e responsabilizzare le dirigenze accorpando uffici e smontando tutte le sovrastrutture che sono di fatto inutili e fonte di piccoli orti di potere, diligentemente coltivati dagli interessati.

Privatizzare alcuni servizi favorendo l’uscita di risorse umane dalla PA ed offrendo nel contempo opportunità di lavoro a coloro che nel privato sono in mobilità coinvolgendo in prima persona i lavoratori stessi.

Non vi sono alternative.


Alberto Chezzi


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Nel riquadro: “TU-TUM” – 2002 – Ciaccaezetazetai – olio su tela – cm 100 x 150 – courtesy EC Foundation

lunedì 12 luglio 2010

Un nuovo patto

La politica deve dare risposte in tempi brevissimi, almeno verso l’interno, se vuole invertire questa diaspora individuando e definendo un nuovo patto tra Stato ed imprenditori.



San Marino 12 luglio 2010/1709 d.F.R.


Il fenomeno della fuga delle aziende si aggiunge alle problematiche che attanagliano da diversi anni l’industria sammarinese.
Il fatto che diverse aziende, tornino in Italia, è la testimonianza del fallimento di una politica industriale tesa ad attrarre tutti indistintamente, senza un minimo di selezione e senza un reale beneficio anche per il Paese stesso.
E’ l’occasione anche per fare un po’ di pulizia.
Rimarranno solo quelli, sammarinesi e non, che credono nel sistema, che su questo hanno investito e che hanno instaurato con il tessuto economico e sociale solide relazioni.
Il nostro target è sempre stata la piccola e media industria unitamente ad una molteplicità di microaziende locali.
Per il futuro sarà opportuno offrire agli imprenditori che vorranno investire in San Marino, non solo un minimo di agevolazioni fiscali - almeno quelle che comunemente vengono concesse anche nei paesi appartenenti all’Unione Europea - ma anche e soprattutto una serie di benefici in termini di sburocratizzazione, di accesso privilegiato ai mercati esteri ed alle fonti di finanziamento.
Agevolazioni vere e tangibili da concedersi a fronte di reali piani di investimento e di opportunità di lavoro per chi risiede e contribuisce alla vita della nostra piccola comunità.
Risorse dovranno essere recuperate e liberate soprattutto a favore della ricerca e dell’innovazione, nonché a supporto delle idee imprenditoriali dei giovani sammarinesi, vero futuro del Paese.
E’ evidente che andranno potenziate ed incentivate le strutture, istituzionali e non, che agevoleranno tali percorsi, quali camera di commercio, università, parco scientifico, banca centrale, enti no profit internazionali e nazionali, comprese le fondazioni.
La politica deve dare risposte in tempi brevissimi, almeno verso l’interno, se vuole invertire questa diaspora individuando e definendo un nuovo patto tra Stato ed imprenditori.

Alberto Chezzi

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Nel riquadro: “RI-NASCIMENTO” – 2010 – Ciaccaezetazetai – olio su denim – cm 100 x 150 – courtesy EC Foundation

lunedì 5 luglio 2010

La più grande delusione

In autunno ritorna il Moneyval ad esaminarci per valutare se reinserirci in procedura rafforzata ed il Ministro Italiano dell'Economia molto probabilmente non aspetta altro che di vederci ben figurare nella sua famigerata super black list. Il peggio potrebbe quindi ancora essere da qui a venire.

San Marino 5 luglio 2010/1709 d.F.R.

E' la nostra classe politica la più grande delusione del Paese. Non tutta in verità. Solo quella che si è incollata alla poltrona del potere negli ultimi venti o trent'anni. Nulla confronto all'eternità, un'eternità in confronto al poco tempo concessoci in vita. Probabilmente molti di questi “tirannosauri” seppelliranno parecchi della mia non più giovane generazione, senza che questa abbia potuto vedere un reale rinnovamento. Una classe politica auto referenziata e drogata da un delirio di onnipotenza. Una classe politica che vuole ancora governarci. Che non indietreggia di un solo millimetro. Che non ha nemmeno il pudore di domandarsi pubblicamente se per caso è anche sua la responsabilità del “fallimento” del nostro sistema. Una classe politica che si preoccupa solo di rimanere al potere, o di poterlo riconquistare, perdendo di vista quelle che sono le priorità politiche, economiche e sociali del Paese. Fra i tanti non se ne intravede uno che possa essere definito Statista, ossia dico io, uomo della Repubblica al servizio della Repubblica. Gli interessi particolari anteposti a quelli generali, sempre. Una regola che non vale per tutti chiaramente, ma solo per molti di quelli degli ultimi venti o trentanni di cui sopra. In autunno ritorna il Moneyval ad esaminarci per valutare se reinserirci in procedura rafforzata ed il Ministro Italiano dell'Economia molto probabilmente non aspetta altro che di vederci ben figurare nella sua famigerata super black list. Il peggio potrebbe quindi ancora essere da qui a venire. E allora la delusione potrebbe trasformarsi in rabbia, in una Paese condotto magistralmente dalla propria classe politica, sempre quella che comodamente siede in Consiglio Grande e Generale da oltre vent'anni, ad essere trattato come se fosse la Gaza d'Europa.

Alberto Chezzi

www.smdazibao.blogspot.com


Nel riquadro: “IL MONTE TITANO” – 1996 – Ciaccaezetazetai – Litografia – cm 47 x 32 – courtesy EC Foundation