lunedì 28 dicembre 2009

Gli anni zero e quelli dieci


.... scriveva Cesare Cantù, “che il potere non esiste per sé, ma per la generalità: non è un possesso ma una magistratura: non un diritto divino, ma un’amministrazione di pubblica utilità....


San Marino, 28 dicembre 1709 d.F.R.


Con l’approssimarsi della fine dell’anno, che poi è anche la fine del decennio, è tempo di fare bilanci. L’anno che si chiude è stato, così come definito da altri, “l’annus horribilis”. Sviliti all’esterno, nei nostri organismi istituzionali e finanziari, in particolar modo dalla vicina Italia. Sviliti anche al nostro interno dalla stessa politica che sembra rappresentare solo i propri interessi, incapace di dare delle risposte alle problematiche del Paese. Gli anni dieci che verranno si giocheranno proprio sulla politica e sulle scelte che questa farà. Scelte importanti, che necessariamente dovranno essere condivise con le istituzioni politiche, economiche, sociali e culturali. Non è immaginabile uno Stato inteso come una società per azioni, con comitati esecutivi dotati di pieni poteri. Neppure è più sostenibile uno Stato con un apparato pubblico gonfiato a dismisura esclusivamente per ottenere consenso politico. Terminati gli anni zero, quelli dello tsunami politico e finanziario, gli anni dieci saranno quelli della ricostruzione e delle riforme. Queste per forza di cosa dovranno essere affidate non esclusivamente alla politica, ma anche a personalità della società civile, a chi saprà porre l’interesse collettivo al di sopra di tutto e di tutti. La nostra Dichiarazione dei Diritti dei Cittadini e dei Principi Fondamentali già prevede questa possibilità. I politici ed i nostri governanti dovranno soprattutto essere consapevoli, come scriveva Cesare Cantù, “che il potere non esiste per sé, ma per la generalità: non è un possesso ma una magistratura: non un diritto divino, ma un’amministrazione di pubblica utilità …… che lo Stato non è identico col governo e tantomeno col capo di questo.” L’auspicio per i prossimi anni è che emergano cittadini di alta statura morale che amino veramente San Marino e che ne siano umili servitori nell’interesse di tutti.


Alberto Chezzi

www.smdazibao.blogspot.com


Nel riquadro: "L'Imperatrice" - 2006 - Ciaccaezetazetai - olio su tela - cm 100 x 150 - courtesy EC foundation

lunedì 21 dicembre 2009

Sindacati, contratti di lavoro ed altre storie

Parlare di flessibilità, di partecipazione dei lavoratori alla vita dell’impresa, di lotta al lavoro nero, di nuove tipologie contrattuali non può essere più un tabù.



San Marino 21 dicembre 1709 d.F.R.

E’ culminato nel fatidico sciopero generale del 16 dicembre il braccio di ferro tra le organizzazioni sindacali e quelle imprenditoriali.

E’ stato l’epilogo del tutti contro tutti.

Sindacati e imprenditori, rigorosamente divisi al proprio interno nell’affrontare il nodo contratto di lavoro.

Non si intravedono però neanche questa volta dei vincitori.

Ne esce in malo modo il tavolo tripartito, con accordi firmati a metà e con la dimostrazione che nel nostro Paese, pur nel rispetto dei diversi ruoli, è veramente difficile fare “sistema”.

Soprattutto nei momenti in cui sarebbe necessario.

Anche il Segretario al Lavoro, ha avuto modo di lamentarsi per essere stato lasciato di fatto solo, ad affrontare l’emergenza lavoro.

Erga omnes, il contrastato USL, la prevaricante OSLA, aumenti contrattuali e flessibilità contenute.

In questo ultimo anno si è visto di tutto nel mondo del lavoro.

La firma del contratto sembra oramai divenuta l’ultima priorità sia per i lavoratori che per gli imprenditori. Nel settore privato, i dipendenti sono preoccupati più a salvaguardare i posti di lavoro piuttosto che lottare per limitare la flessibilità in azienda.

D’altro canto le imprese hanno necessità di individuare nuove forme organizzative e di avere supporti effettivi in termini di accesso al credito ed a nuovi mercati.

Il nodo vero è la necessità impellente di una riforma radicale del mondo del lavoro.

Questo senza nulla togliere ai diritti dei lavoratori. Oggi sono cambiate le esigenze delle imprese - se vogliono rimanere sul mercato - e di conseguenza quelle del mercato del lavoro.

Parlare di flessibilità, di partecipazione dei lavoratori alla vita dell’impresa, di lotta al lavoro nero, di nuove tipologie contrattuali non può essere più un tabù.

Occorre ridurre al massimo le rispettive rigidità. Guardando non solo gli interessi di parte ma quelli generali del Paese.


Alberto Chezzi


www.smdazibao.blogspot.com


Nel riquadro: "Tu-Tum" - 2002 - Ciaccaezetazetai - olio su tela - cm 100 x 150 - courtesy EC foundation

lunedì 14 dicembre 2009

Il sale nella zucca

Sono invece necessarie scelte precise, coraggiose e lungimiranti. Serve soprattutto uno scatto d’orgoglio, una trasparenza nell’operato politico la cui attività vada a favore esclusivo della collettività. Servono idee per il futuro, per uno sviluppo dignitoso.


San Marino 14 dicembre 1709 d.F.R.



Non ci ho trovato nulla da ridere. La serata organizzata venerdì sera da SU, con la proiezione pubblica dell’intervista integrale realizzata da Paolo Mondani per Report Rai 3 con il Segretario di Stato Gabriele Gatti, ha vissuto momenti paradossali. Fuori onda compresi. L’intervista si commenta da sola. Chi vuole può rileggersi la trascrizione delle domande e delle risposte riportate integralmente su L’Informazione. Molte delle dichiarazioni “succulente”, sono state rilasciate quando, al Segretario di Stato Gatti si era fatto credere che le telecamere erano spente. Non mi sembra scuola d’alto giornalismo. L’intervista era faziosa, con il chiaro intento di mettere in ridicolo l’intervistato e il Paese dallo stesso rappresentato. In ogni caso se il pulpito da cui viene la morale è avvezzo a lavorare in questo modo, anche questi si commenta da solo. Mondani, più che sulla coda dei politici come lui dice, il sale dovrebbe provare a mettergliene un po’ in “zucca” dico io. La nostra classe politica, pur godendo di una legge che assicura stabilità al Governo, si è fino ad ora mostrata disunita negli intenti, quelli alti intendo. Non vi è stata una voce forte ed univoca nel difendere il Paese, soprattutto nella sua sovranità. Siamo ancora nel pieno di un attacco al sistema senza precedenti. Eppure prevalgono come sempre gli interessi di parte, se non addirittura quelli personali. Non serve a San Marino, provocare un dibattito sulle distorsioni interne ed esterne legate al mondo finanziario. Così come non servono scioperi generali. Non serve neppure destabilizzare il quadro politico. Sono invece necessarie scelte precise, coraggiose e lungimiranti. Serve soprattutto uno scatto d’orgoglio, una trasparenza nell’operato politico la cui attività vada a favore esclusivo della collettività. Servono idee per il futuro, per uno sviluppo dignitoso.


Alberto Chezzi

www.smdazibao.blogspot.com


Nel riquadro: "Mix Salad" - 2000 - Ciaccaezetazetai - olio su tela - cm 100 x 150 - courtesy EC foundation

lunedì 7 dicembre 2009

Scudi, riserve e liquidità

.... l’adozione dei due decreti può essere letto come il preludio, per un sistema messo alle corde, di un riassetto interno a tempi brevissimi.


San Marino 7 dicembre 1709 d.F.R.




Da mesi si fanno stime sulla forbice nella quale ricomprendere l’ammontare dei capitali che, con l’introduzione dello scudo fiscale, potranno fuoriuscire da San Marino: dai due ai quattro miliardi di euro. Evidentemente l’urgenza e le necessità erano importanti ed impellenti. Non si spiega diversamente l’adozione dei due decreti legge emessi una a distanza dell’altro in meno di dieci giorni. Con il primo si dà la possibilità a Banca Centrale di accedere, con la garanzia dello Stato, al mercato internazionale dei capitali. Con il secondo invece, si decreta a carico delle singole banche sammarinesi la costituzione, a titolo di riserva obbligatoria, di un deposito vincolato in denaro pari all’otto percento della raccolta diretta. Per entrambi i decreti, il fine è quello di immettere temporaneamente liquidità nel sistema in caso di necessità. I due provvedimenti sono stati adottati per far fronte “all’attuale congiuntura influenzata da provvedimenti di amnistia fiscale assunta da altri Paesi”. La nuova normativa non è però stata facilmente digerita dal sistema bancario sammarinese che, oltre a lamentarne l’intempestività, ne denuncia anche l’alto costo (l’otto percento) ed il fatto che non vi sia stato un minimo di condivisione con gli operatori del settore. Anche politicamente sembrano registrarsi alcune tensioni all’interno del Governo stesso. Dall’Italia intanto continuano ad arrivare segnali poco incoraggianti. Guardia di Finanza ai confini, l’accordo firmato a metà e non ancora operativo, la cessione del Gruppo Delta in “proroga” e per finire “l’affondo” sulla San Marino Investimenti sa, la storica finanziaria sammarinese. Sicuramente il momento è particolarmente delicato, così come dichiarato anche da Tito Masi. Forse però, l’adozione dei due decreti può essere letto come il preludio, per un sistema messo alle corde, di un riassetto interno a tempi brevissimi.


Nel riquadro: "Mix Salad" - 2000 - Ciaccaezetazetai - olio su tela - cm 100 x 150 - courtesy EC foundation