domenica 26 settembre 2010

O Roma o morte

Si è dato atto a San Marino che molto sul piano tecnico è già stato affrontato e risolto, invitando i rispettivi Governi a concludere il confronto in tal senso in tempi rapidi tali da non pregiudicare gli interessi economici in gioco.






San Marino, 27 settembre 2010/1710 d.F.R.


Come Giuseppe Garibaldi, al grido di “O Roma o morte” ci siamo lanciati alla conquista di Roma.

Riunione congiunta commissione esteri Italia e San Marino, incontri con capigruppo della Camera dei deputati, incontri politici tra rappresentanti delle diverse forze politiche hanno caratterizzato la settimana appena trascorsa.

E’ stato un appuntamento importante per cercare di riattivare un minimo di relazioni politiche tra i due Paesi, stagnanti oramai da mesi.

Si è dato atto a San Marino che molto sul piano tecnico è già stato affrontato e risolto, invitando i rispettivi Governi a concludere il confronto in tal senso in tempi rapidi tali da non pregiudicare gli interessi economici in gioco.

Conclusioni che testimoniano l’importanza del ruolo dei rispettivi Parlamenti.

Alla cruda realtà ci ha però riportato immediatamente il ministro Giulio Tremonti che ci ha ricordato le troppe banche e finanziarie per una piccola realtà come la nostra ed una Banca Centrale oramai senza Presidente da troppo tempo.

Effettivamente a ben guardare, i “suggerimenti” del superministro dell’economia italiano non sembrano del tutto infondati.

Oramai una profonda ristrutturazione del nostro sistema bancario e finanziario sembra divenuta una necessità ineluttabile, soprattutto a seguito dell’emorragia provocata dallo scudo fiscale.

La raccolta è diminuita di circa un terzo in poco meno di un anno.

E’ un importante ridimensionamento che và governato non solo dai politici ma anche e soprattutto dai tecnici.

Ragion per cui, anche all’interno del Paese, molti si chiedono cosa si aspetti a nominare il nuovo Presidente di Banca Centrale.

A questo si aggiunga che non è stata fatta per nulla chiarezza nell’affaire Cassa di Risparmio – Delta – Sopaf, sulle ingerenze della politica nella vicenda che non si chiuderà certamente con l’individuazione del capro espiatorio in Mario Fantini.

Il Paese ha fatto un grosso sforzo per rinnovarsi ed adeguarsi agli standards della comunità internazionale. Adesso forse è il turno della politica.


Alberto Chezzi


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Nel riquadro: “IL FIORE DI LORENA” – 1999 – Ciaccaezetazetai – olio su iuta – cm 100 x 150 – courtesy of EC Foundation

lunedì 20 settembre 2010

Nulla di nuovo sotto il sole

Vi deve essere un coinvolgimento forte del Consiglio Grande e Generale sui grandi temi della politica estera e di quella finanziaria.








San Marino 20 settembre 2010/17010 d.F.R.


Nonostante il recente incontro a livello tecnico avvenuto alla Farnesina fra Italia e San Marino, le relazioni tra i due Paesi rimangono in una fase di stallo.

Questo blocco ha determinato all’interno del nostro sistema politico tutta una serie di distinguo, di lotte intestine e di riaggregazioni trasversali.

E’riemersa così la vecchia politica, quella degli inciuci e dell’occupazione di tutto l’occupabile.

Purtroppo il ragionamento politico non si incentra sulla difesa comune della sovranità della nostra Repubblica.

Non si ricerca una soluzione condivisa alle problematiche che affliggono il nostro sistema finanziario o della pubblica amministrazione.

Ognuno và per la sua strada.

Anche all’interno della stessa maggioranza.

Per chi governa e per chi legittimamente deve controllare vi deve essere, in un momento come questo di grande difficoltà per il Paese, una forte assunzione di responsabilità.

Non è più ammissibile che non vi siano processi di rinnovamento nella classe politica.

Vi deve essere un coinvolgimento forte del Consiglio Grande e Generale sui grandi temi della politica estera e di quella finanziaria.

E’ terminata l’era “dell’oligarca politico” con pieni poteri che andava bene per tutte le stagioni.

Così come invece non è ammissibile che vi sia un attacco giornaliero a chi ci rappresenta per diminuirne la credibilità soprattutto nei confronti dell’esterno.

E’ arrivato il momento di fare chiarezza anche tra maggioranza e opposizione.

Chi ha avuto il mandato di governare lo deve fare e fare al meglio e chi è invece all’opposizione faccia il suo mestiere, ma tutti lavorino nell’interesse della Repubblica.

Con questa legge elettorale non v’è la possibilità di ribaltoni.

Chi, nella compagine di governo ha anche incarichi istituzionali, se per primo non crede nel progetto e nel programma del Governo di cui fa parte sia coerente: si dimetta e se ne vada.

La stagione del piede in due staffe è finita.


Alberto Chezzi


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Nel riquadro: “ZIP” – 2003 – Ciaccaezetazetai – olio su denim – cm 100 x 150 – courtesy of EC Foundation

domenica 12 settembre 2010

Sul rinnovamento

Limite temporale all’esercizio di incarichi istituzionali con possibilità di ricoprire, successivamente all’interruzione di più mandati, la carica precedentemente coperta.





San Marino 13 settembre 2010/1710 d.F.R.


Istanze d’Arengo e progetti di legge di modifica costituzionale sulla durata degli incarichi nel Congresso di Stato, hanno in questi giorni, mostrato un tentativo di rinnovamento della classe politica da parte della stessa politica.

Le poche reazioni positive sono arrivate, guarda caso, dai consiglieri più giovani e da parte della società civile.

Iniziative legislative queste, tese a ridurre i meccanismi di potere che lo autoalimentano e “fidelizzano” gli elettori.

Quella di chi chiede un rinnovamento della politica e di chi ci governa non è né moralismo dell’ultima ora e neppure il frutto di ricette improvvisate.

Quella di un rinnovamento vero della nostra classe politica è un’esigenza che il Paese sente nel profondo.

Oltretutto necessaria in un momento di grandi cambiamenti strutturali non solo della nostra realtà socio economica ma anche fuori dai nostri confini.

Innanzitutto dovrebbe invece essere un’esigenza della politica stessa: esigenza per la verità sentita da pochissimi nel mondo politico.

Ci si chiede, nella società civile, anche se non sia il caso di estendere un limite temporale anche all’incarico dei consiglieri.

Se anche così fosse non sarebbe poi “un’anomalia” così devastante ma porterebbe solo dei benefici alla collettività assicurando nuova linfa vitale al nostro Parlamento.

Le “anomalie” sono casomai nell’aver ricoperto ininterrottamente per decenni lo stesso incarico.

Se vogliamo restare in casa, con grande saggezza, negli statuti è già prevista la non rieleggibilità temporanea per i tre anni successivi dei Capitani Reggenti.

E’ una norma in vigore da parecchio tempo ma non sembra sia stata una tragedia.

Anzi è vero il contrario.

Potrebbe essere questa una soluzione: limite temporale all’esercizio di incarichi istituzionali con possibilità di ricoprire, successivamente all’interruzione di più mandati, la carica precedentemente coperta.


Alberto Chezzi


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Nel riquadro: “DRAGON FLY” – 2009 – Ciaccaezetazetai – olio su denim – cm 100 x 100 – courtesy of Matilde Chezzi

domenica 5 settembre 2010

Il muro invisibile

Se l’intento era quello di “normalizzare” San Marino, questo è stato pienamente centrato e raggiunto.









San Marino 6 settembre 2010/1710 d.F.R.


E’ un muro invisibile quello eretto dall’Italia nei confronti di San Marino.

Un muro che oramai è quasi ultimato.

I primi mattoni non sono però stati messi recentemente.

E’ una storia che comincia diversi anni orsono, potenziando i controlli e tracciando in particolar modo i movimenti finanziari, introducendo l’anagrafe bancaria e la normativa antiriciclaggio, anche in osservanza di direttive comunitarie e d’impegni internazionali.

La strategia e la regia anche mediatica sono accurate e l’obiettivo pur non dichiarato è chiaramente intuibile: ”normalizzare” il sistema San Marino.

Come?

Disincentivando al massimo i rapporti finanziari con il nostro sistema bancario, stroncandone così tutte le velleità di diventare una piccola piazza finanziaria internazionale.

Lo ha fatto con la magistratura ed in palese contrasto con le norme convenzionali che regolamentano i rapporti tra i due Paesi e in ogni caso mettendo a frutto lo scudo fiscale.

Progressivamente, nelle leggi finanziarie italiane succedutesi negli ultimi anni, con

l’esterovestizione e la stabile organizzazione si è cercato di ridimensionare i differenziali fiscali.

Il cambiamento del principio di territorialità è l’attacco al cuore del nostro sistema economico.

Con l’introduzione della così detta super black list, il “cordone sanitario” steso intorno al nostro territorio è oramai completato.

San Marino ha rinunciato ai propri capisaldi in materia economica, offrendo collaborazione e scambio d’informazioni, senza ottenere neanche la possibilità di discuterne in sede tecnica.

La situazione economica è così preoccupante che è intervenuto perfino il Vescovo per intercedere affinché si riprenda almeno il dialogo.

Se l’intento era quello di “normalizzare” San Marino, questo è stato pienamente centrato e raggiunto.

Se l’intento è un altro è opportuno che chi ci governa individui ed adotti nuove e diverse strategie.


Alberto Chezzi


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Nel riquadro: “NOTRE DAME” – 2000 – Ciaccaezetazetai – olio su tela – cm 100 x 150 – courtesy of EC Foundation