martedì 21 febbraio 2012

Io ci credo

Un Paese che deve cominciare veramente un percorso di trasparenza anche al proprio interno.

Di eliminazione totale di ogni seppur lontano sospetto d’incompatibilità o conflitto d’interessi.

Che favorisca l’apporto di tutti alla gestione della vita di questa piccola comunità.



San Marino 21 febbraio 2012/1711 d.F.R.


Seppure la firma degli accordi sia in dirittura d’arrivo, non illudiamoci che questa risolva i nodi della crisi nella quale è sprofondato il Paese.

Siamo e rimarremo comunque un sistema in libertà vigilata.

Per l’esattezza in semi-libertà particolarmente vigilata.

Potremo sì, superare l’empasse nei rapporti bilaterali con l’Italia, ma rimarremo nel mirino delle verifiche del nostro comportamento da parte dell’esterno.

Sia che il verificatore si chiami, Fondo Monetario Internazionale, Moneyval, Greco, Banca d’Italia, Agenzia delle Entrate, Guardia di Finanzia, Procura della Repubblica.

E ancora, a seguito di una lettera, contenente unicamente dichiarazioni di volontà, ma pur sempre importante per la tutta la Repubblica c’è chi ci ha già messo sopra il cappello, tornando a coltivare gli interessi della propria corrente poltica.

Senza capire che tutto il tempo sino a oggi trascorso altro non è che, il perfezionarsi di una tragedia, che da greca sta diventando tutta e solo sammarinese.

Ci siamo talmente abituati negli ultimi decenni a guardare ognuno il proprio orticello che pensiamo quasi che le problematiche che stiamo e dovremo affrontare riguardino qualcun altro.

Sono però sempre di più i cittadini che vogliono credere in un futuro diverso per la Repubblica di San Marino.

Molti stanno incominciando a chiedersi, un po’ alla J.F. Kennedy, che cosa possono fare di utile per il proprio Paese.

Una Paese che però deve cominciare a fare le cose seriamente.

Che non si lamenti se non vengono a pulire la neve fin sotto casa.

Che pretende che lo Stato ti da tutto e di più.

Indistintamente.

Senza considerare un serio supporto a chi è più disagiato.

Un Paese che deve cominciare veramente un percorso di trasparenza anche al proprio interno.

Di eliminazione totale di ogni seppur lontano sospetto d’incompatibilità o conflitto d’interessi.

Che favorisca l’apporto di tutti alla gestione della vita di questa piccola comunità.

Per permettere un controllo sociale più forte da parte dei cittadini nei confronti di chi ci governa e di tutti i cosiddetti poteri forti.

Una San Marino veramente terra della libertà.

Personalmente io ci credo.


Alberto Rino Chezzi


www.smdazibao.blogspot.com

Nel riquadro: “LUMACA CHE CORRE” – 2008 – Ciaccaezetazetai – olio su denim – cm 100 x 100 – courtesy ofEc Foundation

lunedì 13 febbraio 2012

Prima o poi

Può essere veramente che, sciolta metaforicamente la neve, ci troveremo costretti ad affrontare amare e scomode verità, che bene forse non ci faranno ma che ci renderanno maggiormente consapevoli del “ventennio” passato.




San Marino 13 febbraio 2012/1711 d.F.R.


Sommersi dalla neve.

Che per il momento copre le inefficienze del sistema.

Come ben tutti sanno primo o poi la neve si scioglie e tutto quello che vi e sotto, con l’innalzamento della temperatura emerge.

E’ un po’, se vogliamo, la metafora di quello che accadrà al nostro Paese.

E tutte le verità, anche quelle scomode verranno fuori.

Ma non per merito nostro.

Dall’affaire Delta – Cassa di Risparmio, a un sistema bancario e finanziario cresciuto senza regole vere.

Sistema, quello bancario e finanziario, madre di tutti i nostri problemi.

Alle infiltrazioni e interessenze al suo interno di vario tipo comprese quelle politiche.

Sono passati quattro anni dalla fatidica operazione “Re nero” e la situazione è solo peggiorata da allora, dal giorno del primo attacco alla Repubblica.

Il Paese dei conflitti d’interesse il nostro.

Conflitti palesi, occulti o latenti ma pur sempre conflitti d’interessi.

Uno dei grandi ostacoli alla rinascita su nuove basi del nostro sistema.

Non vi è un’operazione che, internamente al sistema bancario, sia stata fatta con la massima trasparenza come richiederebbe il delicatissimo momento che stiamo vivendo.

Sia che si trattasse di liquidazioni, commissariamenti, acquisizioni, fusioni o scissioni.

Può essere veramente che, sciolta metaforicamente la neve, ci troveremo costretti ad affrontare amare e scomode verità, che bene forse non ci faranno ma che ci renderanno maggiormente consapevoli del “ventennio” passato.

Alla fine ci renderemo conto di quali e quanti treni o opportunità abbiamo perso in questa crisi di sistema.

Nel non incidere profondamente nella pubblica amministrazione sia in termini di costi sia in termini di efficienza, informatizzazione e qualificazione.

Di una riforma tributaria che servirà solo a dividerci e non a essere strumento di politica economica, sociale e culturale.

Di rapporti e relazioni industriali, vecchie, inadeguate, rigide e legate a logiche e regole conformi a un mondo che non c’è più. E soprattutto che non tornerà più.

Di un territorio violentato che invece di essere rivalorizzato e salvaguardato per quel che ne resta, continua a essere oggetto della speculazione per i grandi interessi che vi girano intorno.

Dei nostri giovani che non riescono a inserirsi nel mondo del lavoro se non a seguito del solito interessamento del politico di turno.

Magari per un posticino sotto lo Stato.

Purtroppo quando, metaforicamente la neve sarà sciolta, non potremo che morderci le mani, per non essere stati in grado da soli, a determinare il nostro futuro.

A disegnare scenari diversi rispetto a quelli ai quali ci siamo conformati facendoci forza di una “forza” che, di fatto, non abbiamo mai avuto.


Alberto Rino Chezzi


www.smdazibao.blogspot.com


Nel riquadro: “COME SOTTO COSI’ SOPRA” – 2004 – Ciaccaezetazetai – olio su tela e denim – cm 100 x 100 – courtesy of Ec Foundation

martedì 7 febbraio 2012

Sulla libertà

Sulla base non di un nuovo contratto sociale, ma riscoprendo e attenendosi a quanto scritto nella nostraDichiarazione dei diritti dei cittadini e dei principi fondamentali dell'ordinamento sammarinese” che in ogni caso è la legge della Repubblica di San Marino





San Marino 6 febbraio 2012/1711 d.F.R.


Scriveva Rousseau nel Contratto Sociale: “L’uomo nasce libero e ovunque è in catene”.

E’ un po’ quello che sta succedendo all’antichissima terra della libertà.

Da sempre libera e autonoma, e con lei i membri di questa piccola comunità, si ritrova oggi schiava non solo delle “norme comportamentali” imposte da organismi esterni internazionali, o dal potente e grande vicino ma anche e soprattutto, al suo interno, da chi l’ha governata nel famigerato “ventennio”.

Sant’Agata, festa della liberazione dall’occupazione alberoniana, dovrebbe far riflettere sulle occupazioni di fatto avvenute negli ultimi tempi.

Occupazione della politica, delle istituzioni, dell’economia da parte di chi persegue solo e unicamente il conseguimento e la gestione del potere.

Rendendoci schiavi di meccanismi che ci incatenano per un posto sotto lo stato, per lo sblocco di un terreno, la concessione di autorizzazioni specifiche, magari non dovute o peggio ancora dovute.

Meccanismi che ai più hanno tolto la libertà o perlomeno di giudizio critico e di controllo sociale su chi ha amministrato, anche, di fatto, il Paese e in definitiva le nostre vite.

Un paese devastato nel territorio, in catene e con le coscienze addormentate, con i propri cittadini egoisticamente chiusi nel proprio giardino di fronte al deserto che avanza.

Siamo cambiati ma non in meglio.

Abbiamo però ancora la libertà di scegliere, almeno il nostro destino, senza più delegare il più delle volte ad arruffoni, prepotenti, egoisti.

Sulla base non di un nuovo contratto sociale, ma riscoprendo e attenendosi a quanto scritto nella nostraDichiarazione dei diritti dei cittadini e dei principi fondamentali dell'ordinamento sammarinese” che in ogni caso è la legge della Repubblica di San Marino

Carta la nostra basata su degli assunti inalienabili: la libertà e l’uguaglianza di ogni individuo, uniche vere caratteristiche universali.

Contemperati questi però da quella grande esigenza e richiesta di solidarietà che sta provenendo da molti cittadini.

Non dividere ma cercare di unire.

Solidarietà che è il collante e il catalizzatore di ogni comunità che vuole crescere e migliorare insieme.

Che la politica ritrovi, almeno in questa fase di emergenza un intento unitario riprendendo la preminenza sulle mere - e sembra uniche al momento - logiche economiche.

Usciamo dai nostri giardini e riprendiamo in mano i nostri destini.


Alberto Rino Chezzi


www.smdazibao.blogspot.com


Nel riquadro: "Libertas perpetua" - 1998 - Ciaccaezetazetai - olio su tela - cm 70 x 50 - courtesy EC foundation