domenica 27 marzo 2011

Verità nascoste

Il risultato ottenuto è stato un esproprio di fatto del più importante investimento fatto con capitali sammarinesi in Italia e l’emergere di tante criticità nei rapporti tra le istituzioni dei due Paesi.






San Marino, 28 marzo 2011/1710 d.F.R.


La scomparsa del Dott. Mario Fantini, ex Direttore e Amministratore Delegato della Cassa di Risparmio per vent’anni, ha riproposto all’attenzione della pubblica opinione, la sua vicenda personale strettamente connessa a quella del nostro maggiore istituto bancario e a quella del Gruppo Delta”.

A quasi due anni dall’arresto dei vertici della Cassa di Risparmio di San Marino e di Delta, ancora non è emerso il vero motivo di tale accanimento verso un gruppo bancario e, indirettamente, verso una piccola Repubblica che ne ha subito conseguenze pesantissime.

La Cassa e indirettamente San Marino sono finite in un pantano, dove ancora non si vede la fine.

Di certo vi è solo che Sopaf ha avuto soddisfazione nelle richieste del prezzo di cessione del proprio pacchetto azionario e che è stato azzerato un gruppo bancario italiano che aveva risultati più che positivi di bilancio, dando lavoro a oltre 1.000 persone in Italia.

Il risultato ottenuto è stato un esproprio di fatto del più importante investimento fatto con capitali sammarinesi in Italia e l’emergere di tante criticità nei rapporti tra le istituzioni dei due Paesi.

E’ stata commessa una grande ingiustizia verso la Cassa di Risparmio di San Marino e il Gruppo Delta, non collusi con la malavita ma neppure con i poteri forti del nostro potente vicino.

Chi conosceva il Dott. Mario Fantini sapeva che non scendeva a compromessi.

Il pensiero principale era rivolto sempre agli interessi della Banca e della Repubblica che lo ospitava.

Era un grande banchiere, con un grande progetto industriale dalle ricadute importanti anche per San Marino.

In questa triste vicenda, di certo vi è che le nostre Istituzioni, non hanno difeso la Cassa, patrimonio comune dei sammarinesi.

Non vi è stata una protesta nemmeno nelle sedi internazionali per un attacco senza precedenti al nostro sistema finanziario e bancario.

Poche voci si sono levate dalla politica a difesa della Cassa.

Il risultato è di ritrovarci con un sistema bancario e finanziario, di fatto, oramai commissariato nella quasi sua totalità.

Evidentemente vi sono verità ancora nascoste, che solo il tempo farà emergere, rendendo giustizia a tutti quelli che hanno già pagato un conto salato, pur non avendo ricevuto nessuna condanna e avendo operato nel rispetto di quelle che erano le leggi e gli accordi vigenti.


Alberto Rino Chezzi


www.smdazibao.blogspot.com


Nel riquadro: “PSYCHOLOGIST” – 1999 – Ciaccaezetazetai – olio su tela – cm 100 x 150 – courtesy of Ec Foundation

lunedì 21 marzo 2011

Riforme o lenticchie

Non può essere però, che le riforme siano fatte per creare le condizioni affinché, sia mantenuto l’attuale sistema. Non abbiamo le risorse per mantenerlo.




San Marino 21 marzo 2011/1710 d.F.R.


La situazione nel Paese è sempre più difficile man mano che passa il tempo e man mano che la politica stenta a trovare le sue formule di governo.

Siamo ancora nella fase della ricerca di formule politiche senza ancora un progetto strategico indispensabile per ripensare al nostro sviluppo.

Sono improrogabili riforme, nei settori chiave del convivere sociale, che non possono non essere che richiedere sacrifici per tutti.

Riforma della PA e del pubblico allargato, del sistema delle pensioni, del mercato del lavoro, del sistema fiscale che però dovranno essere fatte nell’interesse della collettività.

Non può essere però, che le riforme siano fatte per creare le condizioni affinché, sia mantenuto l’attuale sistema.

Non abbiamo le risorse per mantenerlo.

La PA, che è il nostro fardello principale, non potrà che essere drasticamente ridotta, si dovranno togliere indennità che, di fatto, sono retribuzioni aggiuntive, introdurre un tetto massimo per i dirigenti con equiparazione di stipendi per funzioni e soprattutto reintrodurre i concorsi. Insomma regole certe affinché la Pubblica Amministrazione sia al servizio dei cittadini e non della politica.

Una risorsa e non un peso.

Nel pubblico allargato la sanità è la prima azienda del Paese in termini occupazionali, porta ancora con sé il fardello di tanti anni di gestione politica della stessa. Se si vuole che funzioni in un’ottica di servizio al cittadino necessariamente si dovrà collegare all’università ed alla ricerca scientifica.

Il sistema delle pensioni dovrà necessariamente andare verso un sistema basato sulla contribuzione, con tetti minimi e massimi, senza allungare o accorciare l’età pensionabile secondo le convenienze del momento. La divisione dei fondi, finché sono pubblici, non può che avere una funzione meramente contabile. Si potranno dividere solo quelli volontari.

Il mercato del lavoro dovrà necessariamente essere liberalizzato, anche in conformità alle convenzioni internazionali da noi sottoscritte. Si deve dare la possibilità di individuare tra le controparti la formula migliore di rapporto tra datore di lavoro e dipendenti.

Sulla fiscalità il discorso sarà più impegnativo. Non si può, infatti, continuare a pensare che solo una categoria sia quella che paga le imposte, mentre le altre sono quelle che evadono. Il principio è molto semplice: a parità di reddito parità di imposta. Se si vuole equità, necessariamente si dovrà incominciare a parlare di tassare i patrimoni e a introdurre il meccanismo dell’IVA.

E’ chiaro a tutti che dovranno essere fatte scelte impopolari che nessun politico vorrà fare, perche purtroppo ancora oggi si ragiona in termini di sola ed esclusiva gestione del potere e del relativo consenso necessario a mantenerlo.

Ecco che allora è necessaria la presenza di tecnici in Congresso di Stato, liberi e non condizionati, con il supporto e il contributo, limitatamente alle sole riforme che si andranno a individuare, di tutto il consiglio grande e generale, nessuno escluso.

Dando la possibilità, come in tutte le democrazie, di poter esprimere il proprio pensiero a tutti, sia si tratti di referendum, sia si tratti di dialettica interna, sia si tratti infine della pubblica opinione o di libertà di stampa.

Va ridata la centralità nella gestione della vita del Paese al Consiglio Grande e Generale.

Nel momento in cui saremo a posto al nostro interno, lo saremo automaticamente anche fuori.

L’alternativa è il default non solo economico ma anche sociale.

Altrimenti chi vorrà, da fuori i nostri confini, potrà comprarci per un piatto di lenticchie.

Alberto Chezzi


www.smdazibao.blogspot.com


Nel riquadro: “LA LIBERTA’ RITROVATA” – 1999 – Ciaccaezetazetai – olio su tela – cm 100 x 150 – courtesy of Ec Foundation

lunedì 14 marzo 2011

Ora che sappiamo

La lista dei punti cruciali che impediscono la normalizzazione dei rapporti tra Italia e San Marino è lunga, gran parte del lavoro è stato fatto ma, evidentemente, rimane ancora da fare.




San Marino 14 marzo 2012/1710 d.F.R.


Ora che l’opinione pubblica di San Marino conosce nei dettagli cosa l’Italia e in particolar modo il MEF chiede (Ministero dell’Economia e delle Finanze Italiano) per la politica nostrana non vi sono più scuse o attenuanti.

E’ arrivato il momento di togliere le mele marce, nostrane o importate, di dare la massima collaborazione per pulire il sistema dalle infiltrazioni mafiose, di reprimere i fenomeni distorsivi in materia finanziaria e commerciale.

La lista dei punti cruciali che impediscono la normalizzazione dei rapporti tra Italia e San Marino è lunga, gran parte del lavoro è stato fatto ma, evidentemente, rimane ancora da fare.

Il Paese è però allo stremo, attività economiche ridotte ai minimi termini, il sistema bancario e finanziario sempre sul chi va là, le casse dell’erario che si stanno velocemente svuotando e l’imprenditoria sana che paga per chi fino ad oggi ha invece fatto danni.

La pulizia, intesa anche come rinnovamento, non deve essere fatta sono nel mondo economico-finanziario o sociale, ma anche e soprattutto nel mondo politico per che per vent’anni ha avuto la responsabilità di governo che ben si è intrecciata con il mondo economico.

E’ un’operazione che deve essere fatta autonomamente dalla nostra collettività e al nostro interno pena gli “aiuti esterni” che, di fatto, limiterebbero la nostra sovranità. Ammesso di averne ancora.

Certo, siamo tutti figli del sistema, ma non aver la capacità di auto rinnovarsi, dà lo spunto ad altri di pensare che ci voglia un supporto.

La nostra exit-strategy non può essere che quella di provvedere noi stessi ad adeguarci a un mondo orami profondamente cambiato, fornendo il massimo della collaborazione e dell’informazione per contrastare, unitamente alle autorità estere preposte, la lotta alla criminalità organizzata.

Mancando la capacità di auto-pulire il sistema, senza il giusto rinnovamento, senza riforme volte a rimodellare il nostro sistema, negli ambiti del mercato del lavoro, bancario e finanziario, della pubblica amministrazione e della previdenza, ben venga l’aiuto da controparti esterne.

Ora che conosciamo i punti cruciali che impediscono la normalizzazione dei rapporti tra Italia e San Marino, per ripartire in maniera adeguata senza “freni” dovremo al nostro interno individuare, anche le responsabilità politiche di questo disastro compiuto nel “ventennio”.

Che non potranno certamente essere attribuite a chi ha impegni istituzionali da solo due anni.


Alberto Rino Chezzi


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Nel riquadro: “PUNTOCROCE” – 2002 – Ciaccaezetazetai – olio su iuta – cm 100 x 100 – courtesy of Ec Foundation

lunedì 7 marzo 2011

Il coraggio delle scelte

Il governo ha il preciso obbligo di fare delle scelte in tal senso, di farsele approvare dalla maggioranza che lo sostiene in Consiglio Grande e Generale e di cercare il consenso e l’approvazione della propria azione nei cittadini.



San Marino 7 marzo 2011/1710 d.F.R.


La nascita dell’UPR – Unione per la Repubblica, nuova formazione politica scaturita dalla fusione dei Democratici di Centro e dagli Europopolari, ha avuto almeno il merito di produrre tutta una serie di eventi a catena.

Nuovi percorsi di aggregazioni, costituenti, appoggi esterni all’attuale maggioranza.

Si assiste così alla grande corsa di quasi tutte le forze politiche verso il così detto centro.

Con la Democrazia Cristiana che naturalmente si candida a essere il “centro del centro”.

Risultato: la politica continua a produrre tutta una serie di movimentismi fini a se stessi che creano confusione nell’elettorato e che non danno risposte concrete ai problemi del Paese.

Paese che in questo momento sta soffrendo enormemente.

Il senso di smarrimento è palese.

A oltre due anni dall’inizio della legislatura non è stata di fatto definita né una politica economica, fiscale, sociale ed estera.

Il governo ha il preciso obbligo di fare delle scelte in tal senso, di farsele approvare dalla maggioranza che lo sostiene in Consiglio Grande e Generale e di cercare il consenso e l’approvazione della propria azione nei cittadini.

E’ chiaro che fare delle scelte in un momento di difficoltà, può comportare il rischio dell’impopolarità, ma è necessario avere il coraggio di farle in conformità al mandato elettorale ricevuto.

L’immobilismo non paga e non porta nessun beneficio alla collettività.

Così come non pagano decreti improvvisati e leggi fatte male.

Anzi questi sono più dannosi che utili.

Il Consiglio Grande e Generale deve tornare ad avere la propria centralità nella vita del Paese. Troppi decreti delegati negli ultimi tempi. Troppe decisioni prese nelle riunioni del Patto delegittimando di fatto il parlamento. Troppo tempo perso.

E’ tempo di riforme importanti, non solo enunciate in termini di principio, che dicono tutto e niente.

Riforme che presuppongono però il coraggio di fare scelte, forse impopolari ma condivise anche con le forze che al momento sono all’opposizione e con le forze sociali.

La cittadinanza e l’opinione pubblica devono essere necessariamente informate delle problematiche reali che sta vivendo la nostra piccola realtà e delle scelte che s’intendono fare per riformare il Paese. Se ci sono.


Alberto Rino Chezzi


www.smdazibao.blogspot.com


Nel riquadro "BLU GINS" - 2001 - Ciaccaezetazetai - olio su denim - cm 100 X cm 100 - courtesy of EC Foundation