domenica 28 novembre 2010

Quale politica?

La nostra unica grande e incommensurabile ricchezza è la libertà e l’autonomia di cui godiamo che da sempre ha permeato la nostra storia.







San Marino 29 novembre 2010/1710 d.F.R.


La politica, intesa come arte di governare gli stati o la cosa pubblica, sembra essersi per il nostro Paese persa per strada.

Pur essendo in vigore una legge elettorale che per il momento garantisce un minimo di stabilità, non si intravedono idee chiare in chi guida il Paese.

Lo testimonia la legge finanziaria all’esame del Consiglio Grande e Generale: un tentativo in extremis mal riuscito di reperire risorse finanziare per ridurre il deficit di bilancio. Nella speranza poi che non vengano introdotti vergognosi condoni fiscali o edilizi.

E’ arrivato il momento per chi ha la responsabilità politica, non solo di governare ma anche di fare opposizione, di definire chiaramente quel’è il futuro che ha disegnato per San Marino e che strada intende percorre per portarlo a compimento.

Tenendo conto dei limiti oggettivi nei quali ci troviamo ad operare: di territorio, di popolazione ed oggettivamente di sistema.

La nostra unica grande e incommensurabile ricchezza è la libertà e l’autonomia di cui godiamo che da sempre ha permeato la nostra storia.

Se è la libertà e l’autonomia che vogliamo salvaguardare per mantenere le nostre peculiarità e per sedere alla pari con tutti gli altri Stati del mondo, sono già chiare le scelte da fare sia di politica interna che estera.

L’adozione di codici e comportamenti etici nel mondo della politica, della finanza e della società civile. Il ritorno dei concorsi per accedere alla pubblica amministrazione ed alle cariche pubbliche. L’eliminazione di tutti i privilegi che in questi anni si sono prodotti. Ma soprattutto la creazione delle condizioni affinché il nostro Paese possa essere veramente definito come la terra della libertà. Libertà di poter scegliere i metodi educativi dei propri figli, di poter scegliere tra pubblico e privato lo stesso servizio, libertà di poter assumere una persona in base al merito ed alle competenze, libertà di farsi rappresentare da un sindacato piuttosto che un’altro.

Infine in politica estera aderire all’Unione Europea, sarebbe come delegare tutta una serie di prerogative interne sulle quali non avremo più voce in capitolo. I vincoli sarebbero notevoli in termini di sovranità. Ed i vantaggi ancora nessuno li ha spiegati.


Alberto Rino Chezzi


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Nel riquadro: “RSM” – 2003 – Ciaccaezetazetai – olio su tela /jeans – cm 100 x 100 – courtesy of Ec Foundation

giovedì 18 novembre 2010

Sacrifici sì ma per tutti

Si deve assolutamente evitare di penalizzare le imprese, che già soffrono per problemi congiunturali e per le disposizioni fiscali emesse dall’Italia






San Marino 18 novembre 2010/1710 d.F.R.


Le ventilate ipotesi di correttivi fiscali di fine anno per recuperare risorse alle esigue ed esauste casse dello Stato non fanno che preoccupare seriamente tutti gli operatori del comparto privato.

Le imprese saranno le più penalizzate con una serie di addizionali straordinarie che non potranno che essere una soluzione tampone e non una risposta strutturale al deficit della Repubblica.

Provvedimenti che a breve diventeranno una certezza, ma che non vanno incontro alle necessità del Paese ed a un’equa ripartizione dei sacrifici.

Si deve assolutamente evitare di penalizzare le imprese, che già soffrono per problemi congiunturali e per le disposizioni fiscali emesse dall’Italia.

Il nostro welfare si sorregge in maggior parte dai prelievi sulla ricchezza da queste prodotte.

Si dovrebbe cercare piuttosto di creare le condizioni per attirare imprenditori che investano in occupazione e strutture, così come hanno già fatto Svizzera, Slovenia e Trentino Alto Adige.

Agevolazioni fiscali invece di addizionali a patto che si assuma, si investa e che si produca vera ricchezza.

D’altro canto, uno dei modi per recuperare risorse finanziarie è quello di risparmiare.

Non è più giustificabile una macchina dello Stato così elefantiaca.

E’ arrivato il momento di pensare velocemente ad una sua razionalizzazione, sburocratizzazione e significativo ridimensionamento recuperando nel contempo efficienza.

E’ improrogabile una sua riforma reintroducendo i concorsi, riequilibrando retribuzioni e riducendo o eliminando indennità che non hanno più ragione di essere.

Infine relativamente alle imposte è arrivato il momento che incomincino a pagarle tutti, con un carico fiscale equo legato al reddito ma anche al patrimonio.

Gli speculatori immobiliari in primis, le imprese, i lavoratori autonomi ma anche i lavoratori dipendenti che, a parità di reddito, hanno un carico fiscale più basso rispetto alle altre categorie di contribuenti.

Sacrifici sì, ma per tutti.


Alberto Chezzi


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Nel riquadro: “5TC - CINQUE TASCHE CLASSICO” – 2002 – Ciaccaezetazetai – olio su tela /jeans – cm 100 x 100 – courtesy of Ec Foundation


lunedì 15 novembre 2010

Discorso ai sammarinesi (come dovrebbe essere e così non è)

Quando un cittadino si distingue, allora esso sarà, a preferenza di altri,chiamato a servire lo Stato, ma non come un atto di privilegio, come una ricompensa al merito, e la povertà non costituisce un impedimento.





San Marino 15 novembre 2010/1710 d.F.R.


Qui il nostro governo favorisce i molti invece dei pochi: e per questo viene chiamato democrazia.
Qui a San Marino noi facciamo così.

Le leggi qui assicurano una giustizia eguale per tutti nelle loro
dispute private, ma noi non ignoriamo mai i meriti dell’eccellenza.

Quando un cittadino si distingue, allora esso sarà, a preferenza di altri,chiamato a servire lo Stato, ma non come un atto di privilegio, come una ricompensa al merito, e la povertà non costituisce un impedimento.

Qui a San Marino noi facciamo così.

La libertà di cui godiamo si estende anche alla vita quotidiana; noi non siamo sospettosi l’uno dell’altro e non infastidiamo mai il nostro prossimo se al nostro prossimo piace vivere a modo suo.
Noi siamo liberi, liberi di vivere proprio come ci piace e tuttavia siamo sempre pronti a fronteggiare qualsiasi pericolo.

Un cittadino sammarinese non trascura i pubblici affari quando attende alle proprie faccende private, ma soprattutto non si occupa dei pubblici affari per risolvere le sue questioni private.

Qui a San Marino noi facciamo così.

Ci è stato insegnato di rispettare i magistrati, e ci è stato insegnato anche di rispettare le leggi e di non dimenticare mai che dobbiamo proteggere coloro che ricevono offesa.

E ci è stato anche insegnato di rispettare quelle leggi non scritte che risiedono nell’universale sentimento di ciò che è giusto e di ciò che è buon senso.

Qui a San Marino noi facciamo così.

Un uomo che non si interessa allo Stato noi non lo consideriamo innocuo, ma inutile; e benché in pochi siano in grado di dare vita ad una politica, beh tutti qui a San Marino siamo in grado di giudicarla.

Noi non consideriamo la discussione come un ostacolo sulla via della democrazia.
Noi crediamo che la felicità sia il frutto della libertà, ma la libertà sia solo il frutto del valore.

Insomma, io proclamo che San Marino è la scuola del mondo e che ogni sammarinese cresce sviluppando in sé una felice versatilità, la fiducia in se stesso,la prontezza a fronteggiare qualsiasi situazione ed è per questo che la nostra repubblica è aperta al mondo e noi non cacciamo mai uno straniero.

Qui a San Marino noi facciamo così.

Libero adattamento dal “Discorso agli Ateniesi” (Pericle 461 a.c.)


Alberto Chezzi


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Nel riquadro: “LIBERTAS PERPETUA” – 1998 – Ciaccaezetazetai – olio su tela – cm 50 x 70 – courtesy of Ec Foundation

domenica 7 novembre 2010

Sul rinnovamento

Il Rinnovamento dovrebbe essere un processo naturale e spontaneo.

Ma la realtà del nostro attuale sistema politico non sembra per il momento attivare autonomamente questo processo.



San Marino 8 novembre 2010/1710 d.F.R.


In tutte le crisi di sistema, è di fondamentale importanza la risposta dello stesso in termini di rinnovamento.

Risposta questa che nel nostro Paese, di fronte alla profonda crisi di sistema che stiamo vivendo, non è ancora avvenuta.

Un rinnovamento che và armonizzato e distribuito in tutte le componenti della società.

Nella vita politica, che ha la necessità di rinnovare non solo gli uomini, ma anche e soprattutto le idee.

Il Rinnovamento dovrebbe essere un processo naturale e spontaneo.

Ma la realtà del nostro attuale sistema politico non sembra per il momento attivare autonomamente questo processo.

L’unica speranza sembra quella di imporre tale ricambio, ponendo un limite temporale agli incarichi sia di Consigliere che di Segretario di Stato con una pausa forzosa.

Anche il comparto economico finanziario ha una forte necessità di rinnovamento.

Non ha più senso pensare ad associazioni di categoria e sindacali inchiodate a vecchi schemi e gestite sempre dalle stesse persone.

Modificare i meccanismi di accesso al mondo del lavoro con il superamento del principio dell’erga omnes ed una vera riforma della Pubblica Amministrazione, snella e funzionale al sistema Paese. Favorire la microimpresa, quella legata al territorio.

Il sistema bancario e finanziario è ancora legato alle strategie di sviluppo pensate negli anni facili. Deve essere velocemente ripensato, non chiudendosi a riccio ma favorendo l’accesso ad operatori provenienti da altri Paesi, istituendo un proprio sistema di pagamenti e garantendo al sistema l’accesso al credito, anche con politiche di microcredito.

Nella società civile, vi sono istanze forti per sostituire il dio denaro con quello della solidarietà, della comunità e del volontariato risvegliando le coscienze dei cittadini.

Rinnovamento che deve essere necessariamente accompagnato da una buona dose di trasparenza, dalla quale oggi non si può più trascendere.


Alberto Chezzi


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Nel riquadro: “SAMUELA CON CIOCCO” – 1998 – Ciaccaezetazetai – olio su tela – cm 50 x 60 – courtesy of Ec Foundation