lunedì 4 aprile 2011

L'unione fa la forza

La politica deve necessariamente fare un passo indietro, lasciare liberi gli spazi occupati impropriamente e offrire opportunità in egual misura a tutti quelli che fanno parte del sistema Paese e a coloro che s’interfacciano con lo stesso.




San Marino 4 aprile 2011/1710 d.F.R.

Non vi sono intenti unitari all’interno del Patto per San Marino, ma nemmeno in Riforme e Libertà.

Non vi sono intenti unitari all’interno delle Organizzazioni Sindacali così come nelle Associazioni di Categoria.

Tutti divisi, divisi da tutto.

Forse quello che serve è un governo di unità nazionale, di transizione, che dia l’opportunità di fare le riforme indispensabili sulla PA, previdenza, fisco e istruzione per poter poi andare a votare con una nuova legge elettorale.

Una legge che preveda nuovi e più forti meccanismi di trasparenza, d’incompatibilità e d’inopportunità nello svolgere attività politica contemporaneamente a incarichi pubblici.

Eliminare tutti i possibili conflitti d’interesse.

Solo così si potranno interrompere quei meccanismi deleteri che hanno portato l’affarismo a occupare in parte la politica e la politica a ricercare talvolta un consenso di fatto “forzato”.

Tutti insieme appassionatamente per fare quello che singolarmente nessuna forza politica farebbe o potrebbe fare.

Notoriamente nessun politico vuole, nella logica malata del consenso a tutti i costi, adottare provvedimenti che potrebbero colpire una categoria sociale piuttosto che un’altra.

La politica deve necessariamente fare un passo indietro, lasciare liberi gli spazi occupati impropriamente e offrire opportunità in egual misura a tutti quelli che fanno parte del sistema Paese e a coloro che s’interfacciano con lo stesso.

E’ finito il tempo delle commissioni politiche laddove invece queste devono essere prettamente tecniche, nomine di presidenti o direttori nel pubblico anche allargato, l’adozione di piani strategici, ecc. ecc.

E’ il momento di aprire a tecnici, tecnici veri, che non siano mere propaggini della vecchia politica.

Anche i nostri imprenditori unitamente alle organizzazioni sindacali devono individuare nuove vie di sviluppo.

Che trascendano dal protezionismo, e che offrano le medesime condizioni a tutti quelli che s’interfacciano e investono sul nostro sistema.

No alle differenze di trattamento e alle discriminazioni, che si chiamino frontalieri, che siano cinesi o americani, italiani o sammarinesi, cattolici o buddisti.

Ci dobbiamo aprire come sistema.

Alberto Rino Chezzi

www.smdazibao.blogspot.com

Nel riquadro: “IL SE’ MIGLIORE” – 2004 – Ciaccaezetazetai – olio su tela – cm 300 x 250 – courtesy of Ec Foundation

1 commento:

  1. Lunedi 4 - 4 - 2011

    Ho letto il tuo articolo e lo condivido pienamente.
    Da tempo nel risponderti faccio presente l'inutilità della POLITICA e dei POLITICI ( che per il loro comportamento e l'incapacità di gestire la Res Publica - fatti salvi i loro interessi personali - sarebbe meglio definire POLITICANTI )e del ruolo dei Sindacati, che se anni addietro avevano ragione di esistere oggi sono solo un ulteriore debito per la Classe Lavoratrice.
    Diamo il Governo a professionisti e tecnici qualificati auspicando che non si vendano al colore di una bandiera o che subiscano subito il fascino del guadagno facile, del clientarismo ecc ecc, seguendo la "vecchia scuola" ( quella comunque ancora in atto ).
    Devono gestire per la comunità e pertanto devono essere trattati come tutti noi: nessuna immunità, la legge è uguale per tutti.
    Non facciamo come in Italia in cui per esempio al Ministero della Sanità viene "messo " non un laureato in medicina ma una "persona" che non sa distinguere un'aspirina da un anticoncezionale.
    Se poi qualche politico dovrà essere "mantenuto" credo proprio che ne basti uno per colore: è già molto!
    Lo Stato ha bisogno di persone responsabili, di programmi e progetti concreti per poter crescere e ricreare un'atmosfera di equilibrio per tutti i cittadini.

    RispondiElimina