domenica 3 ottobre 2010

Restaurazione

La speranza è che sia adottato quanto prima un progetto di legge che garantisca il ricambio ed il rinnovamento, non solo degli incarichi di governo, ma anche quelli di rappresentanza attiva.



San Marino 4 ottobre 2010/1710 d.F.R.


I sempre più frequenti distinguo nel Patto che sostiene la maggioranza ed il legittimo riaggregarsi di forze politiche teso a far nascere nuovi soggetti in previsione delle future alleanze testimoniano la voglia di cambiamento e rinnovamento.

La conclusione dell’esperienza politica del Patto ed il processo di restaurazione sembra perciò avviarsi a grandi passi verso la sua conclusione.

E’ però questo un copione già visto sia nei soggetti politici che nelle persone che lo promuovono.

La nascita di un centro cattolico liberale ed il riaggregarsi sotto un’unica bandiera dei partiti oggetto della diaspora socialista non sembrano rappresentare però una novità nel panorama della politica sammarinese.

Sarà, di fatto, una riedizione del vecchio binomio democristiano socialista.

Con nessuno chiaramente che ha intenzione di restare all’opposizione.

L’unica via per poter portare a termine la “Restaurazione” è però quello delle elezioni anticipate. Palla da cogliere al balzo fino prima che siano adottati provvedimenti di legge quali quello sulla limitazione temporale degli incarichi nelle Segreterie di Stato.

Palla da cogliere al balzo prima che si trovi la maniera di rompere quel circolo vizioso e di potere che permette agli “oligarchi” della politica di essere perennemente eletti con il massimo consenso.

La speranza è che sia adottato quanto prima un progetto di legge che garantisca il ricambio ed il rinnovamento, non solo degli incarichi di governo, ma anche quelli di rappresentanza attiva.

Questo dal momento che la politica non è stata in grado di rinnovarsi in maniera autonoma.

L’alternativa è che si prosegua nel teatrino della politica di professione, con l’unico obiettivo di conseguire e mantenere il potere per il potere, gestendolo senza tener conto degli interessi della collettività.

Una democrazia che non riesce a rinnovarsi è una democrazia malata.


Alberto Chezzi


www.smdazibao.blogspot.com


Nel riquadro: “VISTAGIARDINO” – 1998 – Ciaccaezetazetai – olio su tela – cm 50 x 60 – courtesy EC Foundation

1 commento:

  1. Eccomi presente come ogni lunedì, pronto - dopo la lettura del tuo articolo - a rispondere o commentare o aggiungere qualche riflessione.
    " IL RINNOVAMENTO " " LA RESTAURAZIONE " parole storiche che avrebbero dovuto o dovrebbero insegnare molto.
    Solo che se vengono rivolte agli " oligarchi "
    perdono il loro vero senso: è inutile parlare ai sordi!
    La politica non è in grado di rinnovarsi solo perchè non VUOLE rinnovarsi: chi gestisce il potere lo gestisce per il gruppo di appartenenza ( quasi fosse di diritto una sua cosa personale ) e non per quella collettività che lo ha eletto quale proprio candidato.
    L'altro ieri ho letto sul quotidiano LA VOCE quanto ha detto Monsignor Negri, Vescovo di San Marino:
    Per uscire dalla crisi San Marino deve tornare
    alle sue radici: LA LIBERTA'.
    Quella stessa libertà che i gruppi politici hanno seriamento messo in discussione?
    Inoltre ha annunciato che il 19 giugno 2011 il Santo Padre Benedetto XVI sarà ospite a San Marino e ha definito questo incontro:
    UN ONORE IMMERITATO.
    Forse i politici da San Marino, così presi dal mantenere la loro posizione, la loro poltrona
    ( c'è quasi da pensare che abbiano fatto un contratto con le aziende che vendono quella colla che una volta spalmata le due parti interessate non si staccano più )dovrebbero guardare verso l'Alto e riflettere sui danni che in questi ultimi due anni hanno causato alla Stato che rappresentano e a tante famiglie che avevano riposto in loro la loro fiducia.

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