lunedì 17 settembre 2012

I fondamentali


In attesa che la politica ritrovi i propri equilibri, il Paese soffre e rimane in paziente attesa di conoscere i programmi elettorali nella maggioranza dei casi ancora in corso di elaborazione.
Sulle cose da fare le idee chiare non sembrano in molti ad averle, soprattutto sulle questioni fondamentali

San Marino 17 settembre 2012/1712 d.F.R.

La settimana appena trascorsa è stata è stata un susseguirsi di colpi di scena a testimonianza delle fibrillazioni che animano l’attività politica.
Gran movimentismo delle formazioni politiche, almeno in quelle tradizionali, che vede al momento al centro dell’interesse l’Upr, che nessuno sembra volere ma tutti vogliono prendersi.
Stiamo assistendo a  “tragedie” personali per rinunce a eventuali candidature da parte di chi ha occupato posizioni di potere per decenni e che, in un delirio di onnipotenza tipo della politica nostrana, uscendo sbatte forte la porta.
Colpi di scena ai quali assisteremo anche questa settimana con gli esiti della Commissione antimafia.
In ogni caso sarà una campagna elettorale al vetriolo.
In attesa che la politica ritrovi i propri equilibri, il Paese soffre e rimane in paziente attesa di conoscere i programmi elettorali nella maggioranza dei casi ancora in corso di elaborazione.
Sulle cose da fare le idee chiare non sembrano in molti ad averle, soprattutto sulle questioni fondamentali alla base della convivenza della nostra piccola comunità e indispensabili per la sopravvivenza della stessa.
I punti programmatici d’indirizzo e d’intervento sino ad ora proposti sono i più disparati, la media è venti, premessa naturale al fatto che regolarmente quando sarà il momento non saranno neppure presi in considerazione.
Manca una chiarezza di fondo sui temi fondamentali che si dovranno necessariamente toccare una volta insediato il nuovo Consiglio Grande e Generale.
In materia di politica estera, monetaria e finanziaria, di politica di bilancio e Pa, politica economica e fiscale e infine in materia di politica istituzionale.
L’impressione è che vi sia più una corsa a occupare posizioni di potere con incarichi connessi che a sforzarsi di pensare a quali risposte dare a temi che toccano l’intera collettività.
Prima le alleanze e le coalizioni e poi il programma al quale vincolare l’azione del futuro governo la dice lunga sulla volontà di cambiare radicalmente il modo di fare politica.
In ogni caso anche la cittadinanza, solo in minima parte per la verità, vi mette del suo nel momento in cui si va a barattare il proprio voto per l’agognato posto sotto lo stato, il terreno, l’aumento di livello, e l’incarico ottenuto in barba a chi ne ha invece diritto.

Alberto Rino Chezzi


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