lunedì 21 gennaio 2013
I primi cento giorni
Nell’ultima seduta il nuovo governo
della Repubblica di San Marino si è dato questo preciso obiettivo: “coniugare
il rigore con lo sviluppo”, mettendo sul tavolo
la lunga lista degli impegni cui occorrerà porre mano.
Impresa ardua questa e da realizzare in
tempi brevi.
San Marino 21 gennaio 2013/1712 d.F.R.
Solitamente
i primi cento giorni di governo, in qualsiasi parte del mondo, danno sempre la
misura delle intenzioni dei neo governi.
In
definitiva il buon giorno si vede sempre dal mattino.
A
quarantasette giorni dal giuramento del rinnovato Congresso di Stato, complici
le vacanze natalizie e l’approvazione della legge del bilancio preventivo 2013,
non sono ancora emersi segnali forti da parte del governo.
Nell’ultima
seduta il nuovo governo della Repubblica di San Marino si è dato questo preciso
obiettivo: “coniugare il rigore con lo sviluppo”, mettendo sul tavolo la lunga lista degli impegni cui occorrerà
porre mano.
Impresa
ardua questa e da realizzare in tempi brevi.
Le
aspettative della cittadinanza sono infatti alte.
Il
problema di fondo che si troverà ad affrontare il governo, sarà quello di
reperire le risorse necessarie per finanziare e sostenere la ripresa economica
del Paese ed attuare le riforme necessarie e indispensabili per portare nuovo
sviluppo.
E
per trovare risorse vi sono solo tre alternative.
Si
reperiscono ulteriori entrate ossia nuove imposte (es. patrimoniale sugli
immobili, introduzione dell’IVA, riforma fiscale, riconferma dell’addizionale,
ecc.).
Si
indebita ulteriormente lo Stato con la contrazione di nuovi mutui bancari per
pareggiare il bilancio.
Si
taglia pesantemente la spesa pubblica liberando così risorse altrimenti
impiegate a favore della collettività e a sostegno dello stato sociale.
Numerosi
sono i vincoli.
Il
governo il principale se lo ritroverà in Consiglio Grande e Generale, con
diverse forze politiche dell’opposizione e numerosi consiglieri della
maggioranza, nettamente contrari ad un ulteriore indebitamento dello Stato per
far fronte in particolar modo alle esigenze di “cassa” che nulla hanno a che
fare con gli investimenti.
Il
secondo vincolo forte sarà quello delle forze sociali, organizzazioni sindacali
in testa, che paventando lo spettro dello scontro sociale, imporranno
l’incremento della tassazione verso l’impresa e i professionisti, impedendo nel
contempo di incidere seriamente nella pubblica amministrazione.
Altro
vincolo, meno apparente ma non per questo meno importante, sarà quello dei
poteri forti, del sistema bancario, della potente lobby della pubblica
amministrazione e delle pochissime persone in cui è oramai concentrata la
ricchezza del Paese che dovranno difendere ad oltranza i propri interessi.
Sarà
perciò interessante capire come si vorrà e potrà sostenere e incentivare la
piccola e media impresa, vera ricchezza di ogni paese, in grado di garantire
occupazione ed elemento di democrazia economica.
Un cerchio questo che non
sarà facile far quadrare.
Alberto Rino Chezzi
Nel
riquadro: “COME SOTTO COSI’ SOPRA” – 2004 – Ciaccaezetazetai – olio su
tela e denim – cm 100 x 100 – courtesy of Ec Foundation
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