domenica 20 maggio 2012

Nuove relazioni


Il banco di prova sarà la capacità di tendere una mano alla controparte per individuare nuove forme di relazioni industriali che vadano a sbloccare una situazione oramai ingessata e fortemente anacronistica.



San Marino, 21 maggio 2012/1711 d.F.R.

Viso acqua e sapone, occhi sorridenti, sguardo attento e intelligente. Emanuel Colombini, trentaquattro anni è il nuovo presidente dell’Associazione Nazionale dell’Industria Sammarinese.
Succede a Paolo Rondelli, che per tre anni ha guidato l’associazione in un momento di grande difficoltà per il Paese e per le sue imprese.
Black list, estero vestizione, impicci burocratici con le dogane e con l’ufficio industria, la mancata attivazione del parco tecnologico e scientifico, le non risposte della politica nostrana, la pesante crisi finanziaria che ha colpito l’Europa.
La presidenza dell’ANIS, sotto la guida di Paolo Rondelli, non ha fatto che lanciare messaggi, proposte, provocare la politica e le organizzazioni sindacali affinché prendessero coscienza della gravità della situazione.
Affinché fosse imboccata la strada della trasparenza per favorire una definizione veloce degli accordi contro le doppie imposizioni, la cui mancata sottoscrizione ha penalizzato fortemente le imprese sammarinesi.
Affinché fosse definita tutta la problematica fiscale inerente l’estero vestizione e la presunzione di stabile organizzazione.  
Per una pubblica amministrazione leggera, efficiente e non politicizzata.
Un triennio vissuto in un mare di problemi per le nostre aziende.
Lo testimonia la chiusura di tante imprese e il pesante ricorso agli ammortizzatori sociali, utilizzati il più delle volte per questioni di mera sopravvivenza.
Un triennio che ha però visto una contrapposizione forte con le Organizzazioni Sindacali, che hanno avuto il loro bel da fare per fronteggiare la perdita di tanti posti di lavoro.
In un momento di grande difficoltà per il nostro Paese è mancato tra gli imprenditori e i lavoratori non solo il dialogo, ma anche e soprattutto quell’unione d’intenti che permettesse di affrontare nella migliore maniera, questo difficile momento per il comparto economico sammarinese.
La richiesta di un referendum per reintrodurre inutili e dannosi automatismi e gli effetti distorsivi con le conseguenti inefficienze della Pubblica Amministrazione ne sono la tangibile conseguenza.
Sarebbe opportuno eliminare dal vocabolario delle relazioni industriali tra associazioni imprenditoriali e sindacali la parola “contrattazione” per introdurre invece la parola “collaborazione”.
La crisi economico finanziaria che il mondo sta affrontando non è passeggera ma profonda e strutturale. Andrà a incidere in maniera pesante anche sui modelli sociali e politici di tutti i paesi Per le risposte che dovranno essere dati ai tempi cupi che arriveranno, serve collaborazione, unità d’intenti, il pensare modelli di convivenza e di relazione diversi da quelli che ci hanno governato dal dopoguerra a oggi.
Le associazioni imprenditoriali devono prendere coscienza della funzione e delle valenze sociali che hanno le imprese per il tessuto e il contesto in cui sono inserite.
Si va evidenziando una forte responsabilità sociale da parte delle imprese, per il lavoro e la ricchezza che creano ma anche e soprattutto per i comportamenti che tengono nel rispetto delle leggi sia sammarinesi sia internazionali.
Al contempo le organizzazioni sindacali devono rendersi conto che nell’attuale fase di emergenza è indispensabile difendere in primis il lavoro, che è quello che poi interessa ai lavoratori.
Non ha più senso una profonda rigidità nell’erigersi a paladini e difensori di diritti di un mondo che non esiste più. Si è creata per assurdo una pletora di categorie di lavoratori organizzati in caste sul modello indiano. Quelli del pubblico impiego, che non saranno mai licenziati ma neppure censurati se i comportamenti non sono legittimi, che convivono insieme ai precari. Nel privato ove convivono i lavoratori residenti con i frontalieri.
La nomina alla guida della più importante associazione di categoria imprenditoriale sammarinese, di un giovanissimo e preparato imprenditore, è già di per sé un forte segnale di rinnovamento sul quale sono poste le attese non solo degli stessi imprenditori ma di tutto il sistema economico sammarinese.
Il banco di prova sarà la capacità di tendere una mano alla controparte per individuare nuove forme di relazioni industriali che vadano a sbloccare una situazione oramai ingessata e fortemente anacronistica.

Alberto Rino Chezzi


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