lunedì 14 maggio 2012

La nouvelle politique


Vertici istituzionali che non funzionano come dovrebbero invece fare, con scarsa collaborazione anche sulle problematiche più banali.
La libertà d’informazione sempre più censurata e imbavagliata.
Come se nel Paese non si dovesse sapere nulla sull’effettiva situazione che stiamo attraversando.
Sulla sua gravità.

San Marino 14 maggio 2012/1711 d.F.R.

Quanto fatto dal governo nei quasi quattro anni di legislatura è, sotto l’evidenza di tutti, veramente poco.
Deludente.
Ancora più deludente è tutto quello che invece non è stato fatto.
Il Paese ha perso in questi anni il treno più importante: quello di riformarsi e rinnovarsi nel profondo.
Per meglio attrezzarsi in un mondo impazzito, globalizzato e profondamente trasformato da una finanza senza regole che in pochissimo tempo è in grado di distruggere economie di grandi Paesi.
Ci ritroviamo nel mezzo di una guerra finanziaria – perché è così che oggi si fanno le guerre – ove l’obiettivo principale è far cadere rovinosamente l’euro.
Così come ha fatto l’Italia nei nostri confronti.
Le è stato sufficiente chiudere i rubinetti dai quali dipendevamo e isolare la nostra tanto decantata piazza finanziaria.
Ci ritroviamo allo sbando, in attesa ancora che sia firmata la convenzione con l’Italia, pensando a questo come la panacea di tutti i nostri problemi.
Ci ritroviamo smarriti, pensando che un improbabile ingresso nell’Unione Europea, saltando così l’Italia, ci porti fuori dai problemi che ci stanno piombando addosso.
Ci ritroviamo ancora a confrontarci con i vecchi e nuovi marpioni della politica nostrana, che pensando di essere “buoni” per tutte le stagioni, sono tutti in prima fila in attesa di rimontare su un cavallo che non è più un cavallo ma un affaticato ronzino.
Esattamente come questi l’hanno trasformato.
Si ha l’impressione che tutto stia finendo in una gran cagnara.
Se vi è una parola che sembra essere vuota di significato, è quella della “trasparenza”.
Lo spreco nella pubblica amministrazione continua imperterrito a farla da padrone, esclusivamente figlio della politica, che ne ha sempre fatto utilizzo per crearsi il consenso necessario al proprio mantenimento.
Vertici istituzionali che non funzionano come dovrebbero invece fare, con scarsa collaborazione anche sulle problematiche più banali.
La libertà d’informazione sempre più censurata e imbavagliata.
Come se nel Paese non si dovesse sapere nulla sull’effettiva situazione che stiamo attraversando.
Sulla sua gravità.
Sulle tante "operazioni di sistema" che poi in definitiva di sistema non erano.
Su interessi inconfessabili che portano ancora a mantenere la massima riservatezza sulle operazioni più importanti.
Soprattutto in ambito bancario e finanziario.
Siamo talmente trasparenti che continuiamo a fare in Consiglio Grande e Generale le sedute segrete, togliendoci, di fatto, anche l’autorità morale per difendere pubblicamente i nostri interessi.
La Cassa di Risparmio ne è l’esempio più lampante.
E’ urgente che tutta la politica, maggioranza e opposizione, faccia un passo indietro, per riformarsi al proprio interno in primis.
Per la creazione di una “nouvelle politique”.
Che i partiti adottino, volenti o nolenti, un codice etico di comportamento per l’esercizio dell’attività di chi fa la politica soprattutto se esercitante i diritti doveri che gli derivano dall’essere Consigliere, Congressista o anche funzionario di partito.
Che sia prodotto un governo tecnico, con sammarinesi che siano fuori dalla politica attiva, e che oltre ad avere un minimo di competenze tecniche abbiano all’interno del proprio animo, quell’atteggiamento e comportamento che in giurisprudenza è chiamato del “buon padre di famiglia”.
Persone che siano in grado di curare le profonde ferite che il Paese ha dovuto subire e che talvolta si è auto inflitto.
Persone che siano in grado di traghettare il Paese fino a fine legislatura per dar modo alla politica di auto rinnovarsi, di tornare a progettare e operare “alto” per riformare la nostra piccola collettività e metterla nelle condizioni di affrontare un oceano che sarà sempre più in tempesta.
Per una nouvelle politique, oserei dire quasi rivoluzionaria nei modi e nei contenuti, dalla quale non possiamo prescindere e senza la quale non possiamo ripartire se non cadendo nel qualunquismo, nell’antipolitica e nel populismo. Temi e attività queste di nuovo fine a se stesse.

Alberto Rino Chezzi


Nel riquadro: "Iris" - 2001 - Ciaccaezetazetai - olio su tela - cm 100 x 100 - courtesy EC Foundation 

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