Un futuro che va immaginato e pensato in un’unità di intenti da parte di tutte le componenti della nostra comunità.
San Marino, 12 aprile 1709 d.F.R.
L’incontro tecnico tenutosi a Roma venerdì, è stato la resa di un Paese, con la richiesta di una pace onorevole ed equa.
Forse non è bastato.
Avremo in ogni caso le nostre forche caudine da attraversare, con le condizioni che ci saranno dettate da Roma.
San Marino è oramai, volente o nolente, una società cambiata nel profondo, velocemente, ma non abbastanza per i nostri interlocutori.
C’è un nuovo futuro da costruire.
Un futuro che va immaginato e pensato in un’unità di intenti da parte di tutte le componenti della nostra comunità.
Non si può pensare in un momento così determinante che qualcuno faccia da solo.
Abbiamo dovuto azzerare tante situazioni per avere oggi l’opportunità di ricostruire in maniera migliore.
La responsabilità della situazione in cui ci troviamo è da ritenersi collettiva così come lo è la responsabilità di dover trovare un cammino di sviluppo alternativo e innovativo.
Urge individuare nuovi modelli di sviluppo, non solo economici ma anche sociali e culturali.
Un’economia che veda i sammarinesi tornare protagonisti, tutti e non solo alcuni, anche in partnership con imprenditori forensi, ma sempre e comunque coinvolti e presenti.
Necessita lo sviluppo di una rete di solidarietà interna al Paese che unisca e non divida i suoi cittadini, che riparta dall’uomo per dare risposte all’uomo.
Occorre uno sforzo di tutti per cambiare la cultura del Paese.
La politica torni a fare politica per il gusto di trovare soluzioni ed inventare nuovi modelli di convivenza finalizzati a superare le difficoltà: non solo quindi per logiche di potere!
Vi è quindi l’esigenza di guardare oltre, di elevare il nostro spirito ricordandoci che siamo la più antica Repubblica del mondo, rappresentante comunque i valori di uguaglianza, fraternità e libertà. Valori alla base del vivere sociale.
Pubblicato su l’Informazione del 12 aprile 2010
Nel riquadro: “LUMACA CHE CORRE” – 2008 – Ciaccaezetazetai – olio su tela – cm 100 x 100 – courtesy EC Foundation
Condivido il nuovo modo di pensare il governo della Polis sammarinese, un governo che crei sviluppo economico, sociale e culturale, un governo che crei sviluppo diffuso e sostenibile.
RispondiEliminaCredo che servirà una fase "costituente" che vada oltre gli equilibri consolidati interni al Paese: il cambiamento necessario, per stare meglio oggi e domani, richiede l'intervento veloce, determinato e coeso della società civile.
Non solo nuove persone, ma nuovi valori e obiettivi per il Paese, soprattutto in chi governa la Polis e la fa funzionare nel pubblico (istituzioni e uffici pubblici) e nel privato (associazioni, singoli, ecc.).
E' il tempo delle scelte.
Con passione e rispetto,
Denis Cecchetti
www.sanmarinolab.com
Da Luigi.
RispondiEliminaRitengo che nel tuo articolo vi sia un grande, importante messaggio per tutti.
L'auspicio è che la " classe politica " ne prenda atto e metta in pratica i suggerimenti che le vengono proposti.
Grazie per il tuo costante impegno!
Commento di MarcOne:
RispondiElimina"Caro Chezzi, condivido gran parte dei suoi auspici ma per quanto riguarda le responsabilità "di tutti" dello sfascio e dello scempio, mi dispiace ma non sono d'accordo affatto. Lei con quel "di tutti" si accontenta e così tutti responsabili = nessuno è responsabile!! Mi dispiace ma non voglio nemmeno una virgola di responsabilità ed anzi le dico che in merito avrei precise indicazioni a quale porta bussare.
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