domenica 10 gennaio 2010

Il diritto di accesso nei pubblici uffici


…..pur non avendo sempre le risorse umane interne per ricoprire posizioni anche delicate, si sfruttino al minimo le opportunità formative, date sia dal Centro di Formazione Professionale che dalla nostra Università.




San Marino 11 gennaio 1709 d.F.R.


All’art. 4 della Dichiarazione dei diritti dei cittadini è testualmente previsto che:

Tutti i cittadini hanno diritto di accesso ai pubblici uffici ed alle cariche elettive, secondo le modalità stabilite dalla legge”.

L’intento fu di garantire che i fini pubblici fossero perseguiti e tutelati nel migliore dei modi, e per questo si puntò sui cittadini.

Tale norma è identica all’art. 51 della costituzione italiana. In Italia, come eccezione, è ammesso che cittadini extracomunitari (tra cui i sammarinesi) accedano a pubblici servizi solo in casi particolari - ad esempio gli infermieri negli ospedali - ed in ogni caso a tempo determinato.

Mi sono perciò sorte spontanee le seguenti riflessioni.

La prima è su quanto poco conosciamo la nostra “costituzione”, a discapito del nostro senso civico.

La seconda sulla problematica dei contratti e delle convenzioni con funzionari forensi, il più delle volte “trombati” nel loro paese o prossimi alla pensione, non ricorrendo invece alle eccellenze che vi sono a livello internazionale.

Questo a danno della qualità del nostro sistema e in particolar modo dei giovani sammarinesi, che vedono così precludersi la possibilità di un percorso professionale nella PA.

L’ultima considerazione è di come, pur non avendo sempre le risorse umane interne per ricoprire posizioni anche delicate, si sfruttino al minimo le opportunità formative, date sia dal Centro di Formazione Professionale che dalla nostra Università.

Il ridimensionamento e la maggiore efficienza della PA sarà uno dei nodi importanti da sciogliere in questa legislatura.

A tal proposito mi sembra interessante la proposta recentemente apparsa sulla stampa di regolamentare il rapporto di lavoro nella PA con un contratto e non farlo disciplinare invece dalla legge, parificando così il trattamento tra i lavoratori pubblici e privati.

Solo allora forse potremo parlare di meritocrazia, efficienza e produttività anche nel pubblico.


Alberto Chezzi


www.sanmarinodazibao.com


Pubblicato su l’Informazione dell’11 gennaio 2010


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1 commento:

  1. Auguriamoci veramente che la proposta di cui parla nel suo articolo - Regolamentazione del rapporto di lavoro nella PA con un contratto parificando il trattamento tra lavoratori pubblici e privati - trovi una relalizzazione a breve. Si aprirebbero nuove porte ai giovani sammarinesi. Il lavoro nella PA non deve essere considerato " di nicchia " o riservato a pochi " eletti " o a " persone politicamente impegnate " ma aperto a tuti coloro che con la loro opera possono portare una ventata di nuovo nel pubblico impiego, nei rapporti con l'esterno e vedere premiata la propria capacità. Grazie. Un lettore.

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