domenica 23 agosto 2009

Da San Marino lettera aperta a Tremonti



Pubblichiamo la lettera aperta scritta da Marino Cecchetti a Giulio Tremonti

San Marino, 7 agosto 2009

Ministro Tremonti,
mi rivolgo a Lei sapendo che conosce anche per esperienza diretta la realtà sammarinese.
Sul suo tavolo - a quanto da settimane dicono i nostri governanti - ci sono i testi degli accordi italo-sammarinesi.
Il fatto è che noi sammarinesi non ne conosciamo il contenuto. Non c’è stato un adeguato dibattito nel Paese e nemmeno in Consiglio Grande e Generale e neppure, a quanto pare, negli organi istituzionali dei partiti della compagine governativa.
Noi sammarinesi siamo consci del clima che si è andato determinando in campo internazionale attorno a paesi come il nostro. Noi vorremmo solo sapere - ecco il punto - se, con detti accordi, sono del tutto salvaguardate le prerogative della sovranità del nostro Stato. Prerogative che - converrà - nel caso di una minuscola enclave di fronte al grande Stato che la contiene, richiedono una caparbietà di dettaglio che non ha, magari, ragion d’essere negli usuali rapporti fra Stati in diverse condizioni geo-politiche.
Possiamo sperare da Lei qualche informazione in merito?
Lei ha definito questo luogo, caverna di Alì Babà. Offesa più grande non ci poteva arrecare. Ma, ci creda, i primi a soffrirne siamo noi. Addirittura materialmente: per tenere nascosti i nomi dei responsabili di un dissesto bancario, i nostri politici hanno taglieggiato tutti i sammarinesi di 500 euro a testa, per quasi un punto e mezzo di Pil.
Eppure la situazione non è disperata, se Lei, signor Ministro, ci aiuterà a superare il momento senza che avvenga qualcosa di irreparabile.
La mia generazione è quella che ha determinato il disastro. Ma se ne affaccia una nuova, diversa. Stanno per arrivare sulla scena politica dei giovani che in un documento illustrato nel mese scorso direttamente ai capigruppo consiliari, compresi quelli dei partiti di maggioranza, si sono espressi così: “abbiamo coscienza dell’indecenza morale che è stata raggiunta dal nostro sistema economico, e siamo disposti anche a mettere in discussione il nostro benessere, pur di costruire un sistema onesto, nel nome della legalità e della trasparenza.
Società anonime e segreto bancario non sono più vie percorribili per la nostra economia, vanno regolamentate e riportate alla luce del sole, perchè allo stato attuale si prestano alla protezione di attività illegali: vanno applicate, e fatte rispettare, le regole antiriciclaggio. Noi giovani vogliamo trasparenza, e pretendiamo di sapere da dove e da chi vengono i soldi del nostro paese. Sapere, una volta per tutte, su cosa sia basata la nostra economia
”.
Ministro Tremonti,
ci dia la possibilità di uscire da questa situazione senza ledere irreparabilmente lo status guadagnato attraverso 17 secoli di storia. I giovani di cui sopra poi ci riporteranno sulla strada che da sempre ha permesso a questo Paese, nonostante le sempre difficili condizioni, di andare così avanti nella storia.
Grazie per l’attenzione.
Marino Cecchetti, cittadino sammarinese.

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