lunedì 30 gennaio 2012

Confini aperti

Le recenti vicissitudini con il nostro attuale vicino non ci devono però indurre a chiuderci in noi stessi. Confini i nostri che devono necessariamente rimanere aperti, non solo fisicamente ma anche e soprattutto mentalmente.



San Marino 30 gennaio 2012/1711 d.F.R.

La presentazione venerdì sera, da parte della Società Unione Mutuo Soccorso, dell’Addendum al volume “Limes Republicae”, curato dall’architetto Massimo Bottini e dal prof., Michele Gaudio mi ha indotto alcune riflessioni sui nostri confini.
Insieme a pochissime altre realtà in Europa - il Principato di Monaco e il Vaticano - la Repubblica di San Marino ha da sempre avuto quello che tecnicamente è chiamato un “confine aperto”.
Di fatto ha anticipato Shengen di parecchie centinaia di anni.
Un confine, quello del Titano, che non ha mai visto l’innalzamento di steccati, fili spinati o ceck point.
Anzi è sempre stato valorizzato come elemento di apertura e accoglienza nei confronti dei non sammarinesi.
Intimamente connesso con il valore cardine di questa piccola comunità, la libertà, che ha mantenuto indenne nei secoli.
Assunto come icona dell’identità di un popolo.
Le terre di confine hanno sempre avuto, come comune denominatore, una problematica legata alla potestà di imporre fiscalità all’interno di un territorio ben circoscritto e delimitato.
Con le immancabili discussioni e successivi accordi con il vicinato, che almeno dal 1300 in avanti, ci hanno permesso di non dipendere da nessuno. Nemini Teneri.
Confini aperti che hanno permesso di dare rifugio a chi nel corso dei secoli, ha chiesto aiuto e protezione a questa piccola Repubblica.
Confini aperti che, invece di blindare la piccola comunità sammarinese, ne hanno favorito gli interscambi non solo economici con le realtà vicine.
Anche di persone se è vero che ospitiamo la più grande comunità, in percentuale, d’italiani all’estero e occupiamo lavoratori – i cosiddetti frontalieri – in maniera significativa per la nostra realtà.
Un’osmosi questa, in entrambi i sensi, considerato che San Marino, ha da sempre importanti comunità di sammarinesi che vivono all’estero.
Confini i nostri segnati fisicamente da cippi, alberi, ruscelli.
Le recenti vicissitudini con il nostro attuale vicino non ci devono però indurre a chiuderci in noi stessi.
Confini i nostri che devono necessariamente rimanere aperti, non solo fisicamente ma anche e soprattutto mentalmente.
L’opportunità che non dobbiamo perdere è quella di porci dei confini mentali aperti, per rimanere liberi anche mentalmente.
Il tutto nel rispetto delle regole ma soprattutto di chi è a noi “vicino”.

Alberto Rino Chezzi

http://www.smdazibao.blogspot.com/



Nel riquadro: “TE-ME” – 2000 – Ciaccaezetazetai – olio su tela – cm 100 x 100 – courtesy of Ec Foundation

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