lunedì 6 dicembre 2010

Speriamo in bene

Chi ha guidato il Paese negli ultimi vent’anni non ha la minima intenzione di cedere il passo a nuove idee e nuove figure politiche. Il futuro della Repubblica non può però essere nel termovalorizzatore.



San Marino 6 dicembre 2010/1710 d.F.R.


La relazione del Presidente Paolo Rondelli, in occasione dell’Assemblea Generale degli Industriali del 1° dicembre, è stato un discorso di grande coraggio e chiarezza.

E’ stato lanciato al Paese ed agli imprenditori un forte appello all’unità di intenti in un grande progetto per il Paese ed un messaggio di fiducia per il futuro.

Alla politica, che era presente in massa, non è stato risparmiato nulla, eppure gli è stata tesa la mano invitando i propri associati ad assumersi una responsabilità diretta e a dare il proprio contributo all’interno dei singoli partiti.

L’immobilismo di parte della politica è palpabile e la mancanza di un’idea di sviluppo per il Paese altrettanto.

Eppure nonostante tutto la politica preferisce “piantare” la propria azione in inutili ed includenti congressi ed in feroci scontri interni per il potere.

Il tutto bloccando nei singoli partiti, sia di maggioranza che di opposizione, il processo di rinnovamento interno ed emarginando i giovani e chi non ha mai avuto responsabilità di governo.

Chi ha guidato il Paese negli ultimi vent’anni non ha la minima intenzione di cedere il passo a nuove idee e nuove figure politiche.

Il futuro della Repubblica non può però essere nel termovalorizzatore.

Anche alle Organizzazione Sindacali è stata fatta una grande apertura in termini di sviluppo di nuove relazioni sindacali a difesa soprattutto del lavoro.

Riconoscendo in maniera molto democratica anche chi come l’USL è stato combattuto a suon di carte bollate dalle stesse componenti della CSU.

Eppure nonostante tutto le stesse organizzazioni sindacali sono avvitate su se stesse nel difendere non il lavoro ma i diritti acquisiti.

Ma se non c’è più lavoro quali diritti potranno mai difendere?

Non potremo andare a lavorare tutti nella Pubblica Amministrazione.

I Sindacati, quelli ancorati a vecchie ideologie, sono ancora a presentare piattaforme rivendicative che molto somigliano ai piani quinquennali di brezneviana memoria.

Non vi è la minima intenzione di cambiare, di stabilire con le associazioni di categoria imprenditoriali, un grande patto per difendere il lavoro.

Anzi i sindacati sembrano più intenzionati a fomentare un forte scontro sociale chiamandosi fuori nel pagare il conto della crisi.

Infine è stato toccato il vero nodo centrale del Paese, quello di una riforma e di uno snellimento della Pubblica Amministrazione.

Il Paese non è più in grado di sostenerne i costi.

In tutti paesi europei si procede ad una drastica riduzione della pubblica amministrazione.

Lo potremo fare anche noi solo privatizzando una serie di servizi non strategici.

Diversamente la lobby del pubblico impiego è troppo forte in Consiglio Grande e Generale ed una riforma della PA non potrà che generare un topolino.

Gli imprenditori sono quindi pronti a rimboccarsi le maniche, anche se le reazioni all’Assemblea dell’ANIS sono state pressoché inesistenti.

Speriamo che i Segretari di Stato, non compromessi con la vecchia guardia e che rappresentano in definitiva il nuovo insieme ai tutti i Consiglieri di buona volontà siano in grado di esprimere un’azione di governo e politica di grande rinnovamento nel Paese.

Speriamo che le organizzazioni sindacali e imprenditoriali siano in grado di dar vita ad un forte patto per la salvaguardia del lavoro. Speriamo in bene.


Alberto Rino Chezzi


www.smdazibao.blogspot.com


Nel riquadro: “IL MONTE TITANO” – 1996 – Ciaccaezetazetai – litografia – cm 32 x 47 – courtesy of Ec Foundation

2 commenti:

  1. rispondo subito al tuo messaggio toccante e veritiero, che condivido e apprezzo per la sua schiettezza.
    Da tempo sostengo che i POLITICI e i SINDACATI ( quelli della vecchia scuola ) sono da "eliminare", costituiscono solo gruppi di potere personale, gruppi che si occupano solo di se stessi e ignorano la "res publica".
    Troppa fatica, troppo impegno: se veramente facessero quello per cui sono nominati come potrebbero utilizzare risorse e tempo per appagare le loro personali necessità?
    Industriali, commercianti, lavoratori e famiglie uniti insieme, sotto l'unica, vera bandiera, quella del loro Stato, quella di San Marino ( bianca e azzurra e non mistificata dal altri inutili colori di partito ) che sventola da Dogana alle torri della Città storica, devono non più offrire opportunità ai POLITICI e ai Sindacati, ma chiedere le loro dimissioni, le dimissioni di tutti ( a prescindre dal colore del partito di appartenenza ) e con l'aiuto e la partecipazione dei Segretari di Stato
    formare un gruppo di "lavoro" per ricostruire quanto è stato distrutto.
    Pensando a questo, ricordo due frasi dette dal Principe Fabrizio Salina ( IL GATTOPARDO di Giuseppe Tomasi di Lampedusa ):
    - " Noi fummo i Gattopardi, i Leoni, quelli che ci sostituiranno saranno gli sciacaletti, le ienee tutti quanti Gattopardi, sciacalli e pecore continueremo a crederci il sale della terra "
    - " E' necessario cambiare tutto per non cambiare niente ".
    Se questo poteva esser vero nel Risorgimento, oggi, con i radicali cambiamenti della "cultura" mondiale penso proprio che sia venuto il momento di azzerare tutto e dare nuovi valori alla vita.

    RispondiElimina
  2. Sono d'accordo anch'io con il pensiero di Alberto.
    E' ora che la "società civile" sana, gli imprenditori, i professionisti, tutte le persone di buona volontà si rimbocchino le maniche e mettano insieme un progetto organico di rilancio e sviluppo di questo Paese.
    Diamoci da fere: i lamenti ed il vittimismo non servono a niente.

    Lino
    PS: vorrei fare anch'io due citazioni:
    "Mai dubitare che un piccolo gruppo di cittadini consapevoli e attenti possa cambiare il mondo: é sempre stato l'unico modo per farlo" (Margaret Mead)
    "Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo" (M.K.Gandhi)

    RispondiElimina