lunedì 30 agosto 2010

Società civile e terzo settore

Vanno individuati nuovi modelli sociali e recuperato quello che è il grande potenziale, in termini di apporto di idee e di risorse umane, da parte della società civile.






San Marino 30 agosto 2010/1709 d.F.R.


Il mondo si trova di fronte a mutamenti strutturali indotti principalmente dalla globalizzazione.

E’ palese la grande difficoltà con cui il mondo occidentale cerca di uscire dalla crisi finanziaria che tanti danni ha fino ad oggi prodotto.

San Marino, si è trovata impreparata a questo evento epocale con la necessità di dover fronteggiare una serie di richieste di modifica del proprio sistema economico finanziario sia a livello internazionale che dalla vicina Italia.

Le liste OCSE e le black list italiane ne sono la tangibile testimonianza.

E’ evidente a tutti che la politica, da sola, non è in grado di gestire la situazione traghettando il Paese in lidi più sicuri.

Anche dal privato non ci si possono attendere risposte volte a superare questo momento di grande difficoltà per il paese.

Il potere economico e finanziario si è concentrato negli ultimi decenni nelle mani di pochissime famiglie che perseguono senza tentennamenti il loro profitto.

La PA è oramai prevalentemente una corsa alle indennità ed agli aumenti di livello senza una corrispondente contropartita in termini di efficienza, qualità e responsabilità.

Il nostro è il sistema delle incompatibilità e dei conflitti di interesse sia nel settore pubblico che in quello privato.

Vanno individuati nuovi modelli sociali e recuperato quello che è il grande potenziale, in termini di apporto di idee e di risorse umane, da parte della società civile.

Gli esperti economici ci dicono che solo valorizzando ed incrementando il terzo settore riusciremo a superare questa crisi, evitando conflitti sociali e mantenendo in equilibrio quel minimo di welfare che ci rimarrà.

Dovremo rincominciare ad occuparci degli altri, superando l’apatia e l’indifferenza che questo stile di vita ci ha oramai indotto.

Risvegliamo la società civile sammarinese dal proprio torpore.


Alberto Chezzi


www.smdazibao.blogspot.com


Nel riquadro: “ASTE” – 2002 – Ciaccaezetazetai – olio su tela – cm 100 x 150 – courtesy of EC Foundation

1 commento:

  1. Eccomi presente - come tutte le settimane - a rispondere al tuo articoloe a porre ove necessario nuovi quesiti.
    Riprendi gli argomenti della Pubblica Amministrazioe e la sua incompatibilità con il settore privato.
    Parli delle poche famiglie che hanno gestito il " potere " forse non sempre a favore della collettività.
    Richiami e ribadisce gli apetti sostanziali della crisi che ha coinvolto tutti.
    Ma parlando specificatamente della Repubblica di San Marino una domanda viene naturale e spontanea: cosa fanno i Sammarinesi per loro stessi?
    Settimana scorsa il Sig. TRE... era a Rimini, presso la Fiera per il suo " spettacolo ".
    I Sammarinesi presenti erano ben pochi - c'ero - e qualcuno ha applaudito questo " nuovo deus " della finanza ( ha proposto le otto regole - comandamenti - per risolvere i problemi dell'economia ).
    Certo sarebbe bello capire dove erani i " grandi econimisti " qualche anno fa, quando con la loro smisurata " capacità " non hanno saputo valutare la situazione mondiale e porre i giusti correttivi.
    Siamo ancora fermi al " senno del poi "!
    Mi aspettavo di vedere 10/15.000 Sammarinesi alla Fiera di Rimini, pronti ad accogliere il Sig. TRE, a salutarlo e a chiedergli quanto " male " ha ancora in programma verso il loro Paese.
    Una vana speranza, oggi sono cambiati i valori e l'amor patrio fa parte della retorica.
    Anni addietro si diceva: Voce di popolo Voce di Dio!
    Oggi qualche commento fugace al bar, poi sembra che ognuno deleghi gli altri a trovare le soluzioni per la collettività ( dimenticando che la collettività siamo noi tutti )
    Un ultima considerazione:
    San Marino nella Comunità Europea ??????
    Dante direbbe " Perdete ogni speranza Voi che entrate! "

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