domenica 2 ottobre 2011

La lista rossa o red list

Volendo trasportare e applicare alla politica nostrana il meccanismo della black list, la maggioranza dei nostri Consiglieri vi rientrerebbe a pieno titolo, con la quasi totalità dei partiti, sia di maggioranza sia di opposizione, in procedura rafforzata.


San Marino 3 ottobre 2011/1711 d.F.R.


Il Moneyval ci ha promosso. Il "Decreto Mussoni" è stato approvato. La riforma delle pensioni pure. La Commissione antimafia è stata istituita. La riforma della PA e quella fiscale in dirittura d’arrivo. Tutto sembra giusto e perfetto e nello stesso tempo tutto sembra perfettamente inadeguato. Stiamo cambiando come sistema Paese ma il cambiamento prodotto è stato fortemente indotto dall’esterno. Le riforme promosse all’interno mancano sostanzialmente di coraggio, legate al contingente e senza prospettive. Tanto fumo e poco arrosto. La nostra classe politica sta veramente perdendo un treno importante. In attesa che si faccia chiarezza sull’inquietante vicenda degli eventuali legami tra camorra e politica, quest’ultima sembra più impegnata in un dialogo tra sordi tra opposizione e governo, incapace di rinnovarsi negli uomini e nelle idee, legata alla gestione del potere fine a se stessa, senza un’alta idealità e visione della società che potrà essere. Siamo ancora qui a discutere di Casinò, soluzione a tutte le nostre difficoltà economiche, e noto addormentare di coscienze e ricettacolo di interessi spesso inconfessabili. Tralasciando cultura, arte, turismo, formazione, innovazione, ricerca. L’incentivazione di un’economia produttiva, magari tecnologicamente avanzata, che è l’unica sana. Il malessere incomincia a diffondersi, come testimonia l’azione promossa dai cosi detti “indignados” durante l’insediamento dei nuovi Capitani Reggenti, che non ha precedenti nel corso della nostra millenaria storia. La leadership che fino ad oggi ha guidato il Paese, invece di fare un passo indietro assumendosi così la responsabilità politica della gestione degli ultimi trent’anni, si propone come il nuovo con le solite, consumate e anacronistiche formule. Non può essere la stessa classe politica che ci ha governato negli ultimi trent’anni a fare le riforme necessarie. Politici che siedono in Consiglio Grande e Generale o che hanno ricoperto il ruolo di Segretari di Stato ininterrottamente da decenni, che hanno cambiato formazione politica con la stessa disinvoltura con cui si cambia un treno, stipendiati direttamente dai partiti o dalla pubblica amministrazione vera formazione politica al governo. Con palesi conflitti d’interessi. Volendo trasportare e applicare alla politica nostrana il meccanismo della black list, la maggioranza dei nostri Consiglieri vi rientrerebbe a pieno titolo, con la quasi totalità dei partiti, sia di maggioranza sia di opposizione, in procedura rafforzata. E’ quindi una classe politica da tenere altamente monitorata, che va indirizzata verso un percorso di ricambio e di maggiore trasparenza. Con obbligo di rendiconto nei confronti dell’elettorato. Dando la massima pubblicità, a chi ha fatto bene e a chi ha operato male. Anzi più che una black list (lista nera) andrebbe redatta una red list (lista rossa), affinché appaia un minimo di rossore di vergogna per chi nonostante tutto vuole continuare a gestire, controllare il Paese a fini che non sono quelli d’interesse generale.


Alberto Rino Chezzi

www.smdazibao.blogspot.com


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