lunedì 23 luglio 2012
Settimana non facile
La questione morale, che monta in maniera progressiva grazie alle
denunce del movimento Per San Marino, andrà a incedere profondamente sugli
equilibri politici interni e su talune figure politiche che non riescono a
dimostrare la correttezza del loro operato.
San Marino, 16 luglio 2012/1711 d.F.R.
Settimana non facile dal punto
di vista politico questa appena iniziata.
Il Consiglio Grande e Generale
dovrà affrontare due spinose questioni.
La riforma tributaria e la
questione morale che come la marea, sta piano piano investendo i principali
punti di riferimento della politica nostrana non solo di ieri ma anche di oggi.
La riforma tributaria è in
realtà una rivisitazione della precedente normativa fiscale, contenenti misure
integrative a protezione delle famiglie, all’allargamento della base
imponibile, al riequilibrio dell’imposizione rispetto alle diverse categorie di
lavoratori – frontalieri compresi -, alla definizione di misure atte a
sostenere gli investimenti nelle imprese e a incrementare il lavoro e infine
all’individuazione di strumenti più pregnanti per reprimere eventuali forme di
elusione ed evasione in ambito fiscale.
Riforma che, commissionataci
dal Fondo Monetario Internazionale, ha fin da subito trovato una forte
opposizione da parte delle organizzazioni sindacali facenti capo alla CSU.
Organizzazioni Sindacali
queste che, evidentemente in forte carenza di consenso interno, hanno
intrapreso la via dello scontro sociale “forzoso” con un approccio prettamente
demagogico e antidemocratico, solo per giustificare una presenza che sta
diventando sempre di più anacronistica e fuori luogo.
Ha dell’incredibile come, in
un momento così delicato per il Paese ove serve da parte di tutti una forte
assunzione di responsabilità, unitamente ad una politica latitante, vi sia
anche un’importante parte del mondo sindacale che impone a un governo oramai
evidentemente a fine corsa, un accordo capestro. Accordo che umilia il
Consiglio Grande e Generale e prevede l’attuazione di provvedimenti che vanno
non favore dei rappresentati delle stesse organizzazioni sindacali ma
esclusivamente contro i piccoli imprenditori e i lavoratori autonomi, quindi
contro una categoria economica neppure rappresentata da chi ha sottoscritto gli
accordi.
Senza entrare nel merito di
quanto contenuto nell’accordo, all’interno dello stesso si prevede l’emissione
di ben cinque decreti delegati che andranno a modificare e integrare una legge
che ancora deve essere approvata dal Consiglio Grande e Generale.
Come se la prerogativa di
legiferare fosse della CSU e i propri organi direttivi fossero Consiglieri di
maggioranza.
L’accordo deve poi essere
obbligatoriamente approvato, sotto forma di ordine del giorno dal Consiglio
Grande e Generale prima dell’approvazione della Riforma Tributaria.
Per l’emanazione di tali decreti
è poi prevista una tempista molto breve se non addirittura immediata.
Una vera aberrazione dal punto
di vista anche costituzionale con grandi dubbi sulla legittimità di questi
provvedimenti.
Quando poi i rappresentanti
delle categorie colpite da questo iniquo e aberrante accordo, provano a levare
un minimo segno di protesta, si vanno immediatamente a conteggiare e reguardire
dal votare contro tale ordine del giorno i Consiglieri che nella vita privata,
esercitano attività d’impresa o quella della libera professione.
Il problema vero è quello non
tanto di difendere una o l’altra categoria, le imposte le dobbiamo pagare tutti
in maniera eguale e in ragione della propria capacità contributiva, ma evitare
quello che è, di fatto, un “golpe” ove il Consiglio Grande e Generale non è più
il nostro “Principe e Sovrano”.
Questo pasticciaccio è stato
reso possibile da una classe politica sempre più debole e senza una vera idea
del futuro prossimo del Paese.
La questione morale, che monta
in maniera progressiva grazie alle denunce del movimento Per San Marino, andrà
a incedere profondamente sugli equilibri politici interni e su talune figure
politiche che non riescono a dimostrare la correttezza del loro operato.
Troppi interessi personali
mescolati a quelli istituzionali e politici.
Se né accorta Alleanza
Popolare che teme le elezioni anticipate come l’affossamento definitivo della
questione morale, tanto da chiedere ufficialmente che in caso di elezioni
anticipate, la cosiddetta Commissione Consiliare “Antimafia” termini il proprio
lavoro d’indagine.
I tempi per rimediare una
situazione difficile non ci sono più.
Serve urgentemente un governo
di unità nazionale che accompagni alle elezioni con pochi ma significativi
provvedimenti condivisi per porre alcuni rimedi - soprattutto relativamente
alle modalità “comportamentali” della vita politica di San Marino e della
relativa classe dirigente - un Paese sempre più in difficoltà.
Settimana veramente difficile
quella appena iniziata.
Alberto Rino Chezzi
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