lunedì 4 giugno 2012
Tutto ok, tutto a posto
Il Paese in grande difficoltà non ha molto di che gioire dalla firma dell’accordo
con l’Italia, se non per il fatto che ha ora la possibilità di riformarsi nel
profondo per affrontare con dignità e coraggio il futuro.
San Marino 4 giugno 2012/1711 d.F.R.
La prossima settimana, mercoledì
13 giugno del 1711 dalla fondazione della Repubblica, si firmerà con l’Italia
il tanto agognato accordo contro le
doppie imposizioni.
Questa volta è vero, l’annuncio è
arrivato direttamente dall’ambasciatore italiano in San Marino Giorgio Marini.
Sembra che entro fine anno questo
ci permetta di uscire dalla black list.
Rimangono comunque ancora aperte
le problematiche sull’esterovestizione e sulla stabile organizzazione.
In molti cominciano già a tirare
un grande sospiro di sollievo, soprattutto nel mondo politico e già si
preparano per una campagna elettorale che sembra avvicinarsi sempre di più.
Vi sono tutti i presupposti, da
parte delle figure “importanti” del Paese, per riprendere nelle mani, direttamente
o indirettamente da posizioni di potere, la vita economica e sociale della
nostra piccola Repubblica.
Si potrebbe dire che finalmente è
tutto ok, tutto è a posto.
Possiamo riprendere a sperare in
un futuro prospero e radioso.
Peccato però che il Paese sia in
uno stato comatoso e sia da riformare nel profondo.
Le nostre ambizioni da
“superpotenza” sono state azzerate con una forte limitazione della sovranità
senza precedenti nella nostra storia.
Se vogliamo sopravvivere, ci hanno
fatto capire, ci dobbiamo adeguare ai dettami e voleri del nostro grande e
potente vicino.
Il sistema politico dei partiti,
che non è in grado di garantire un rinnovamento d’idee e di persone, soffre d’importanti
deficit di democrazia.
Il sistema economico e finanziario
è ridotto ai minimi termini ed è completamente da ripensare, anche in funzione
agli impegni che scaturiranno dagli accordi con l’Italia.
Il livello di disoccupazione è
altissimo, i nostri giovani devono seriamente pensare a cercarsi nuove
opportunità fuori dai confini.
Il comparto imprenditoriale è
stato a sua volta decimato e non riesce più a ritrovare le condizioni operative
vantaggiose che aveva solo poco tempo fa.
Non raggiungiamo l’autosufficienza
in nessun settore, sia che parliamo di utility che di risorse umane.
Il Paese in grande difficoltà non
ha molto di che gioire dalla firma dell’accordo con l’Italia, se non per il
fatto che ha ora la possibilità di riformarsi nel profondo per affrontare con
dignità e coraggio il futuro.
Alberto Rino Chezzi
Nel riquadro:
"Vistagiardino" - 1998 - Ciaccaezetazetai - olio su tela - cm 60 x 50
- courtesy EC foundation
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