San Marino
domenica 10 giugno 2012
Bankor: one nation, one bank
Quello che mi permetto di aggiungere al pensiero dell’amico Bankor è
che un'unica Banca di Stato potrebbe essere partecipata anche dai singoli
cittadini, divenendo così un esempio di grande democrazia economico finanziaria
San Marino
Un’unica banca di Stato.
Un’idea affascinante, quella
proposta da Bankor, e che inizialmente mi aveva lasciato sconcertato ma che
sedimentatasi pian piano mi ha quasi convinto.
I presupposti del ragionamento da
cui parte Bankor sono essenzialmente tre.
Il primo è che lo Stato deve
intervenire sempre più di frequente per salvare questa o quella banca,
direttamente con apporti di capitale o indirettamente con agevolazioni fiscali
o come garante di Banca Centrale prestatore di ultima istanza.
Il secondo è che non abbiamo le
competenze tecniche per gestire una qualche realtà che superi la filiale di una
qualsiasi banca italiana di Rimini centro. Inoltre il nostro sistema bancario e
finanziario è cresciuto all’ombra degli interessi dei soliti noti ed è ricolmo
di parti tra loro correlate e in pieno conflitto d’interessi. Non è possibile
ripulirli, fintanto che gli istituti rimangono nelle stesse mani private che li
hanno sempre posseduti.
Il terzo e ultimo presupposto è
che la nostra immagine in ambito finanziario internazionale è orami talmente
compromessa che possiamo tranquillamente smettere di pensare a una piazza
finanziaria per i prossimi vent’anni.
Quali vantaggi potrebbe portare
un’unica Banca di Stato.
Anche in questo caso i vantaggi
potrebbero essere sostanzialmente tre.
Il primo è che una Banca di Stato
potrebbe dare tutta una serie di garanzie, soprattutto alle istituzioni estere,
anche in materia trasparenza, di lotta al riciclaggio e di lotta alle
organizzazioni malavitose che hanno piantato le loro radici nel nostro piccolo
e a questo punto indifeso Paese. Potrebbe essere un’operazione di recupero d’immagine
così come fatta all’epoca con il Consorzio dei vini, con un marchio registrato
e tutelato dal nostro Stato. L’attività di vigilanza sarebbe fatta direttamente
dalla stessa su tutte le operazioni e transazioni effettuate in territorio
sammarinese.
Il secondo è che una Banca di
Stato potrebbe meglio gestire le risorse sia in termini di liquidità a favore
del sistema e garantire maggiormente i risparmiatori, soprattutto quelli
sammarinesi che hanno avuto il coraggio di lasciare i lori risparmi all’interno
del nostro territorio.
Il terzo infine è che una Banca
di Stato potrebbe avvalersi di alte competenze anche esterne, che esulino da
una mera e semplice spartizione di cariche e di lobby di potere, dando anche
una serie di opportunità finanziarie legate al nostro territorio agli
investitori esteri che in questo momento non hanno.
Quello che mi permetto di
aggiungere al pensiero dell’amico Bankor è che un'unica Banca di Stato potrebbe
essere partecipata anche dai singoli cittadini, divenendo così un esempio di
grande democrazia economico finanziaria .
La stessa banca potrebbe anche
emettere per conto dello Stato una moneta sammarinese, creando così la base
monetaria indispensabile per compiere tutti gli investimenti in infrastrutture
per far uscire il Paese dalla crisi e divenire così potente motore di sviluppo
per tutta la realtà economica del Paese.
Utopia?
Non proprio, tenuto conto anche
delle ultime teorie in materia monetaria, oramai accreditate anche a livello
internazionale quali ad esempio quella della Teoria Monetaria Moderna
dell’economista Warren Mosler.
Probabilmente vale la pena di
rifletterci sopra.
Alberto Rino
Chezzi
Nel riquadro: “IL SE’ MIGLIORE” – 2004 –
Ciaccaezetazetai – olio su tela – cm 300 x 250 – courtesy of Ec Foundation
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