lunedì 20 dicembre 2010
Salvaguardare il lavoro di tutti
E’ scoppiata invece una guerra fra categorie.
Queste dovrebbero invece formulare un patto per salvaguardare il lavoro.
San Marino 20 dicembre 2010/1710 d.F.R.
La notizia che, il nostro Paese sta raggiungendo quota mille disoccupati, dovrebbe essere stata occasione e motivo di grande riflessione.
Avrebbe dovuto far riflettere perché questa è la punta dell’iceberg ed investe il mondo del lavoro nel suo complesso.
Non solo quello di lavoro dipendente.
Anche di quello autonomo, che è pur sempre lavoro, anzi con sempre maggior oneri e senza più onori.
I lavoratori autonomi ed i piccolissimi imprenditori, soprattutto i giovani e le donne, si trovano in difficoltà, senza aiuti ed incentivi.
E’ scoppiata invece una guerra fra categorie.
Queste dovrebbero invece formulare un patto per salvaguardare il lavoro.
Invece litigano sull’equità fiscale, su chi deve pagare il conto per rimpinguare le casse dello Stato, su chi possa avere maggior peso politico.
Categorie a proposito delle quali talvolta viene da chiedersi quale senso abbiano ancora: pensionati che non sono pensionati, dipendenti che hanno il doppio lavoro, dipendenti che esercitano anche la libera professione, imprenditori che si assumono come dipendenti, frontalieri che usufruiscono di ammortizzatori in entrambi i Paesi.
La casistica è ampia.
Mentre il nostro mercato del lavoro e l’accesso alle professioni sono ancora governati da meccanismi rigidi e leggi oramai superate, non conformi al tempo che viviamo.
I risultati?
Giovani e donne, assidui frequentatori delle liste di collocamento e liberi professionisti e micro imprenditori che subiscono la concorrenza sleale di società di comodo.
Nell’universo del lavoro esistono orami due mondi: quello del pubblico e quello del privato.
Non è colpa di nessuno (o forse a dire il vero di qualcuno lo è) ma se ne deve prendere atto.
In uno il posto di lavoro, la retribuzione e le indennità sono garantite a vita mentre nell’altro mondo, è un vivere alla giornata fatte salve poche e rare eccezioni.
Il legittimo sciopero di protesta di martedì scorso sul Pianello ne è la testimonianza.
I dipendenti nel privato sono più preoccupati a salvaguardare il proprio posto di lavoro che a fare rivendicazioni salariali.
E’ oramai improcrastinabile il fatto che debba essere fatto un patto nel Paese tra Organizzazioni Sindacali, Associazioni di Categoria e Governo, per salvaguardare innanzitutto il lavoro. Tutto il lavoro perché non vi sono cittadini e lavoratori di serie A o di serie B.
Alberto Chezzi
http://www.smdazibao.blogspot.com/
Nel riquadro: “PUNTOCROCE” – 2002 – Ciaccaezetazetai – olio su iuta – cm 100 x 100 – courtesy of Ec Foundation
Queste dovrebbero invece formulare un patto per salvaguardare il lavoro.
San Marino 20 dicembre 2010/1710 d.F.R.
La notizia che, il nostro Paese sta raggiungendo quota mille disoccupati, dovrebbe essere stata occasione e motivo di grande riflessione.
Avrebbe dovuto far riflettere perché questa è la punta dell’iceberg ed investe il mondo del lavoro nel suo complesso.
Non solo quello di lavoro dipendente.
Anche di quello autonomo, che è pur sempre lavoro, anzi con sempre maggior oneri e senza più onori.
I lavoratori autonomi ed i piccolissimi imprenditori, soprattutto i giovani e le donne, si trovano in difficoltà, senza aiuti ed incentivi.
E’ scoppiata invece una guerra fra categorie.
Queste dovrebbero invece formulare un patto per salvaguardare il lavoro.
Invece litigano sull’equità fiscale, su chi deve pagare il conto per rimpinguare le casse dello Stato, su chi possa avere maggior peso politico.
Categorie a proposito delle quali talvolta viene da chiedersi quale senso abbiano ancora: pensionati che non sono pensionati, dipendenti che hanno il doppio lavoro, dipendenti che esercitano anche la libera professione, imprenditori che si assumono come dipendenti, frontalieri che usufruiscono di ammortizzatori in entrambi i Paesi.
La casistica è ampia.
Mentre il nostro mercato del lavoro e l’accesso alle professioni sono ancora governati da meccanismi rigidi e leggi oramai superate, non conformi al tempo che viviamo.
I risultati?
Giovani e donne, assidui frequentatori delle liste di collocamento e liberi professionisti e micro imprenditori che subiscono la concorrenza sleale di società di comodo.
Nell’universo del lavoro esistono orami due mondi: quello del pubblico e quello del privato.
Non è colpa di nessuno (o forse a dire il vero di qualcuno lo è) ma se ne deve prendere atto.
In uno il posto di lavoro, la retribuzione e le indennità sono garantite a vita mentre nell’altro mondo, è un vivere alla giornata fatte salve poche e rare eccezioni.
Il legittimo sciopero di protesta di martedì scorso sul Pianello ne è la testimonianza.
I dipendenti nel privato sono più preoccupati a salvaguardare il proprio posto di lavoro che a fare rivendicazioni salariali.
E’ oramai improcrastinabile il fatto che debba essere fatto un patto nel Paese tra Organizzazioni Sindacali, Associazioni di Categoria e Governo, per salvaguardare innanzitutto il lavoro. Tutto il lavoro perché non vi sono cittadini e lavoratori di serie A o di serie B.
Alberto Chezzi
http://www.smdazibao.blogspot.com/
Nel riquadro: “PUNTOCROCE” – 2002 – Ciaccaezetazetai – olio su iuta – cm 100 x 100 – courtesy of Ec Foundation
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Mancano pochi giorni a NATALE.
RispondiEliminaUn Natale di grandi sacrifici, di grandi rinunce, un Natale che forse, data la situazione, ci vedrà raccolti nelle nostre case a brindare alla santità di questo giorno "di pace: pace agli uomini di buona volontà" ma soprattutto a riflettere sul prossimo futuro.
Un futuro che non si presenta positivo, un futuro molto incerto!
A volte viene da chiedersi: Cosa abbiamo fatto per i nostri figli? Gli abbiamo "propinato" solo un mondo "virtuale", l'illusione di un benessere che in realtà era costruito senza fondamenta, un castello di carte che con un soffio crolla subito.
A chi dobbiamo dire grazie di tutto questo?
A chi ci governa, ai Politici, ai Sindacati, a tutte quelle strutture che fanno solo promesse e - una volta risolti i loro interessi personali sfruttando la posizione acquisita - ben si guardano di adempiere al loro ruolo.
Sono troppo affaticati dalla loro "corsa personale" per l'acquisizione e il mantenimento del potere.
Lo abbiamo percepito, visto e vissuto in questi ultimi mesi: la preoccupazione non è stata quella di trovare soluzioni per il benessere della collettività ma stabilire chi doveva o meno gestire il potere o di predisporre leggi punitive per incamerare nuovo denaro da destinare a ... ( quello lo sanno solo loro!)
Leggendo tra le righe dei quotidiani perfino lo sciopero dei giorni scorsi è stato strumentalizzato da "qualcuno" che ha cercato di prendersi un merito che non ha: politici e sidacalisti dovrebbero smetterla di comportarsi in modo cosi viscido e indegno!
Non voglio ripetermi ma i fatti di Roma sono il primo vero esempio della "stanchezza" che affligge studenti e lavoratori: anche se dopo anni di "democrazia" si auspicava un equlibrio diverso fra Stato e cittadini ci stiamo chiedendo se non è il caso di usare " mezzi forti" per contrastare la violenza che lo Stato, le forze politiche e sidacali esercitano quotidianamente su tutti noi.
Buon Natale.