San Marino 21 dicembre 1709 d.F.R.
E’ culminato nel fatidico sciopero generale del 16 dicembre il braccio di ferro tra le organizzazioni sindacali e quelle imprenditoriali.
E’ stato l’epilogo del tutti contro tutti.
Sindacati e imprenditori, rigorosamente divisi al proprio interno nell’affrontare il nodo contratto di lavoro.
Non si intravedono però neanche questa volta dei vincitori.
Ne esce in malo modo il tavolo tripartito, con accordi firmati a metà e con la dimostrazione che nel nostro Paese, pur nel rispetto dei diversi ruoli, è veramente difficile fare “sistema”.
Soprattutto nei momenti in cui sarebbe necessario.
Anche il Segretario al Lavoro, ha avuto modo di lamentarsi per essere stato lasciato di fatto solo, ad affrontare l’emergenza lavoro.
Erga omnes, il contrastato USL,
In questo ultimo anno si è visto di tutto nel mondo del lavoro.
La firma del contratto sembra oramai divenuta l’ultima priorità sia per i lavoratori che per gli imprenditori. Nel settore privato, i dipendenti sono preoccupati più a salvaguardare i posti di lavoro piuttosto che lottare per limitare la flessibilità in azienda.
D’altro canto le imprese hanno necessità di individuare nuove forme organizzative e di avere supporti effettivi in termini di accesso al credito ed a nuovi mercati.
Il nodo vero è la necessità impellente di una riforma radicale del mondo del lavoro.
Questo senza nulla togliere ai diritti dei lavoratori. Oggi sono cambiate le esigenze delle imprese - se vogliono rimanere sul mercato - e di conseguenza quelle del mercato del lavoro.
Parlare di flessibilità, di partecipazione dei lavoratori alla vita dell’impresa, di lotta al lavoro nero, di nuove tipologie contrattuali non può essere più un tabù.
Occorre ridurre al massimo le rispettive rigidità. Guardando non solo gli interessi di parte ma quelli generali del Paese.
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