.... scriveva Cesare Cantù, “che il potere non esiste per sé, ma per la generalità: non è un possesso ma una magistratura: non un diritto divino, ma un’amministrazione di pubblica utilità....
San Marino, 28 dicembre 1709 d.F.R.
Con l’approssimarsi della fine dell’anno, che poi è anche la fine del decennio, è tempo di fare bilanci. L’anno che si chiude è stato, così come definito da altri, “l’annus horribilis”. Sviliti all’esterno, nei nostri organismi istituzionali e finanziari, in particolar modo dalla vicina Italia. Sviliti anche al nostro interno dalla stessa politica che sembra rappresentare solo i propri interessi, incapace di dare delle risposte alle problematiche del Paese. Gli anni dieci che verranno si giocheranno proprio sulla politica e sulle scelte che questa farà. Scelte importanti, che necessariamente dovranno essere condivise con le istituzioni politiche, economiche, sociali e culturali. Non è immaginabile uno Stato inteso come una società per azioni, con comitati esecutivi dotati di pieni poteri. Neppure è più sostenibile uno Stato con un apparato pubblico gonfiato a dismisura esclusivamente per ottenere consenso politico. Terminati gli anni zero, quelli dello tsunami politico e finanziario, gli anni dieci saranno quelli della ricostruzione e delle riforme. Queste per forza di cosa dovranno essere affidate non esclusivamente alla politica, ma anche a personalità della società civile, a chi saprà porre l’interesse collettivo al di sopra di tutto e di tutti.
Alberto Chezzi
www.smdazibao.blogspot.com
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