San Marino 28 settembre 2009/1709 d.F.R.
In un primo momento il fatto che vi fossero due contratti nel settore artigianale, sembrava una situazione a dir poco bizzarra.
Così come inconsueto sembrava l’aspro confronto all’interno del mondo sindacale, per impedire la nascita di un terzo sindacato, organizzato invece da decenni in una centrale unitaria.
La firma delle tabelle retributive per il settore industria e artigianato, rivendicando contestualmente la validità erga omnes dei contratti da parte dell’OSLA, ha innescato tutt’altra analisi.
Lo strappo prevaricante nei confronti dell’associazione degli Artigiani prima e di quella degli Industriali poi, ha portato alla luce il problema vero delle associazioni di categoria imprenditoriali: la rappresentatività.
Anche nel versante sindacale le relazioni sono avvelenate dalla medesimo tematica.
Urge perciò fare chiarezza sui numeri, per poter sgombrare così il campo dall’autoreferenzialità.
I numeri devono essere effettivi e dichiarati.
Per avere dati reali si deve però eliminare il fenomeno della doppia appartenenza a più organizzazioni.
L’imprenditore ed il lavoratore devono sì aver la possibilità di scegliere da chi farsi rappresentare, ma una sola deve essere l’associazione scelta.
E’ questo il punto da cui ripartire per ridefinire i rapporti in maniera corretta e trasparente con regole condivise, sia in ambito imprenditoriale che sindacale.
Solo così si può evitare una strumentalizzazione meramente politica dei rinnovi contrattuali, facendo contemporaneamente gli interessi delle categorie e del Paese.
In alternativa che ci aspetta è una conflittualità accesa, una politica del tutti contro tutti, l’inutilità di un tavolo tripartito e la vittoria della strategia della coltivazione del proprio orto.
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