Questa ritrosia alla trasparenza totale, all’interesse per il bene comune, al cambiamento anche nella leadership, pone una questione morale.
San Marino16 aprile 2012/1712 d.F.R.
La politica dorme comunque sonni tranquilli se, come sembra, è ancora alla ricerca di nuovi equilibri e formule forse possibili ma comunque vecchie ancore prima di nascere.
Non vuole riappropriarsi del ruolo guida dei destini di un Paese in questo momento allo sbando, confuso e con prospettive a dir poco per nulla rosee.
Non riesce a rinnovarsi nelle azioni, nei pensieri e nelle persone.
Non riesce soprattutto a prendere le distanze da un modo di intendere la politica intrecciato a personalismi, o meglio ancora a interessi personali.
A tutta una serie d’intrecci e relazioni pericolose con le lobby finanziarie e di potere.
Bloccando e fermando energie che andrebbero invece valorizzate nel rifondare il nostro sistema, oramai ridotto ai minimi termini da organismi internazionali e dalla vicina e Italia.
Forse gli unici questi che potevano indurre un cambiamento profondo in una Repubblica, quale la nostra, profondamente conservatrice.
Questa ritrosia alla trasparenza totale, all’interesse per il bene comune, al cambiamento anche nella leadership, pone una questione morale.
Questione morale soprattutto per chi ha gestito la “cosa pubblica” e che si trova in difficoltà a dover giustificare l’accumulo di ricchezze conseguite sfruttando appieno la propria capacità non solo imprenditoriale.
Questione morale per i forti legami tra politica e lobby economiche e di potere, con i relativi e inevitabili conflitti d’interessi.
Questione morale per non aver premiato il merito e le capacità nelle assunzioni nel pubblico impiego.
Questione morale che non tocca però solo la politica ma tutto il Paese nel suo insieme.
Il cambiamento del Paese non può prescindere dalla presa di coscienza che vi è una questione morale da risolvere e superare.
E’ profondamente ingiusto che i giovani, ma anche meno giovani, siano costretti a emigrare per trovare un lavoro, che sempre più famiglie chiedano di accedere a sostegni sociali.
Che non vi siano effettive pari opportunità nell’accesso al mondo del lavoro, soprattutto nel pubblico impiego.
Che siano defiscalizzati gli istituti bancari e che siano fiscalizzate tutte le altre categorie di reddito, soprattutto le imprese, quelle piccole, unica vera risorsa del Paese e strumento di democrazia economica.
Questo pone un’ulteriore questione morale.
No ai bacchettoni e giustizialisti compresi quelli dell’ultima ora, si a una presa di coscienza che prenda le distanze da un mondo vecchio e inadeguato, per dar modo al nuovo di emergere soprattutto nelle idee e nella gestione del bene comune.
Alberto
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