Può essere veramente che, sciolta metaforicamente la neve, ci troveremo costretti ad affrontare amare e scomode verità, che bene forse non ci faranno ma che ci renderanno maggiormente consapevoli del “ventennio” passato.
San Marino 13 febbraio 2012/1711 d.F.R.
Sommersi dalla neve.
Che per il momento copre le inefficienze del sistema.
Come ben tutti sanno primo o poi la neve si scioglie e tutto quello che vi e sotto, con l’innalzamento della temperatura emerge.
E’ un po’, se vogliamo, la metafora di quello che accadrà al nostro Paese.
E tutte le verità, anche quelle scomode verranno fuori.
Ma non per merito nostro.
Dall’affaire Delta – Cassa di Risparmio, a un sistema bancario e finanziario cresciuto senza regole vere.
Sistema, quello bancario e finanziario, madre di tutti i nostri problemi.
Alle infiltrazioni e interessenze al suo interno di vario tipo comprese quelle politiche.
Sono passati quattro anni dalla fatidica operazione “Re nero” e la situazione è solo peggiorata da allora, dal giorno del primo attacco alla Repubblica.
Il Paese dei conflitti d’interesse il nostro.
Conflitti palesi, occulti o latenti ma pur sempre conflitti d’interessi.
Uno dei grandi ostacoli alla rinascita su nuove basi del nostro sistema.
Non vi è un’operazione che, internamente al sistema bancario, sia stata fatta con la massima trasparenza come richiederebbe il delicatissimo momento che stiamo vivendo.
Sia che si trattasse di liquidazioni, commissariamenti, acquisizioni, fusioni o scissioni.
Può essere veramente che, sciolta metaforicamente la neve, ci troveremo costretti ad affrontare amare e scomode verità, che bene forse non ci faranno ma che ci renderanno maggiormente consapevoli del “ventennio” passato.
Alla fine ci renderemo conto di quali e quanti treni o opportunità abbiamo perso in questa crisi di sistema.
Nel non incidere profondamente nella pubblica amministrazione sia in termini di costi sia in termini di efficienza, informatizzazione e qualificazione.
Di una riforma tributaria che servirà solo a dividerci e non a essere strumento di politica economica, sociale e culturale.
Di rapporti e relazioni industriali, vecchie, inadeguate, rigide e legate a logiche e regole conformi a un mondo che non c’è più. E soprattutto che non tornerà più.
Di un territorio violentato che invece di essere rivalorizzato e salvaguardato per quel che ne resta, continua a essere oggetto della speculazione per i grandi interessi che vi girano intorno.
Dei nostri giovani che non riescono a inserirsi nel mondo del lavoro se non a seguito del solito interessamento del politico di turno.
Magari per un posticino sotto lo Stato.
Purtroppo quando, metaforicamente la neve sarà sciolta, non potremo che morderci le mani, per non essere stati in grado da soli, a determinare il nostro futuro.
A disegnare scenari diversi rispetto a quelli ai quali ci siamo conformati facendoci forza di una “forza” che, di fatto, non abbiamo mai avuto.
Alberto
Nel riquadro: “COME SOTTO COSI’ SOPRA” – 2004 – Ciaccaezetazetai – olio su tela e denim – cm 100 x 100 – courtesy of Ec Foundation
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