Si riceve e si pubblica
San Marino ottobre 2010/1710 d.F.R.
Sto notando da tempo che i media sia locali che nazionali italiani riportano notizie imprecise e fuorvianti, soprattutto con riferimento alla collocazione della nostra Repubblica nel complesso panorama delle black/white lists elaborate dalla normativa italiana in materia fiscale e antiriciclaggio. Si può tranquillamente dire che la stampa parlando di black lists, materia alquanto complessa anche per gli specialisti del settore, non si fa scrupoli a fare di tutta l’erba un fascio! Mi rendo conto che l’allarme generale scattato da tempo a San Marino funzioni da catalizzatore di negatività non appena si presenti alla porta qualsiasi notizia che riguardi San Marino. La circolare n. 53/E di recentissima emanazione da parte dell’Agenzia delle Entrate italiana e relativa all’obbligo di comunicazione da parte degli operatori italiani delle operazioni con Paesi black list, conferma sicuramente la consueta attenzione su San Marino, gettando ulteriore benzina sul fuoco del terrorismo psicologico alimentato dalle testate italiane e ripreso dai media locali. Visto quello che si sta leggendo sulla stampa è, quindi, opportuno precisare che trattandosi di un documento di prassi, emanato al fine di fornire chiarimenti applicativi circa il nuovo adempimento previsto dal D.L. 40/2010, la circolare 53/E del 2010 non ha introdotto niente di nuovo di carattere sostanziale rispetto a quello che già si sapeva, confermando solamente la corretta interpretazione delle norme.Premesso questo, mi pare di poter dire con assoluta serenità che le interpretazioni autorevoli, ma poco strettamente tecniche, provenienti dall’esterno che hanno portato a sostenere che anche le operazioni effettuate da operatori italiani con commissionarie costituite in Italia (come soggetti giuridici italiani autonomi) da soggetti sammarinesi debbano essere oggetto della comunicazione prevista dal D.L. 40/2010, sono del tutto prive di ogni fondamento normativo.Queste interpretazioni non trovano peraltro supporto neppure in nessuno dei chiarimenti forniti dall’Agenzia con la circolare 53/E. A me pare, pertanto, condividendo la logica conclusione cui siamo giunti ieri nel corso di un convegno interno dell’ordine dei commercialisti coordinato dalla dr.ssa Monica Zafferani, che le commissionarie costituite in Italia da soggetti sammarinesi non siano assolutamente interessate dall’obbligo di segnalazioni telematiche da parte degli operatori italiani, proprio in quanto soggetti italiani completamente autonomi rispetto a San Marino.Anzi a noi pare già una forzatura l’esplicita estensione, da parte della circolare, dell’obbligo stesso alle operazioni fatte da operatori economici italiani con stabili organizzazioni in Italia di soggetti sammarinesi! Insomma occorrerebbe, secondo noi, una modifica della legge per arrivare a tanto- Per quanto riguarda le black list ancora in uso in Italia (in attesa di pubblicazione di una white list) ai fini delle CFC e dei costi indeducibili provenienti dai paradisi fiscali, di cui si parla tanto ultimamente a seguito dell’emanazione di un’altra circolare dell’Agenzia delle Entrate (la 51/E), è necessario precisare che San Marino non è tra i Paesi elencati in queste black list.San Marino è incluso solo nella c.d. black list relativa alla residenza delle persone fisiche.Quanto alla super black list di recente emanazione tanto citata ultimamente dalla stampa, bisogna precisare che si tratta di una black list ai fini antiriciclaggio e quindi riguarda il sistema finanziario ed i trust, non tutte le società: tuttavia ci rendiamo conto che per le nostre banche e finanziarie sorgerebbero grossi problemi operativi verso l’Italia; insomma comunque un bel guaio! Invece io sarei molto più attento alla prossima WHITE LIST che dovrebbe essere pubblicata (non si ancora quando) dal Ministero delle Finanze italiano: essere fuori da quella sarebbe il nostro vero disastro, perché trattandosi una lista a carattere fiscale avrebbe un effetto devastante sul Sistema San Marino: è su questa che il nostro Governo deve lavorare e portare a casa l’inserimento nella white list, altrimenti potremmo parlare veramente di San Marino come Paradiso Fiscale e quindi come di un malato terminale- Non oso, anzi non voglio neppure immaginare una fine del genere per il nostro Paese….
Nessun commento:
Posta un commento