Trasformare la perdita di un posto di lavoro, da parte di chi ha comunque sviluppato capacità multiformi, da una condanna in un’opportunità imprenditoriale da costruire su una buona idea o sull’offerta di servizi qualificati alla collettività.
San Marino 3 maggio 1709 d.F.R.
E’ un difficile primo maggio quello celebrato sabato a San Marino quest’anno. Centinaia di posti di lavoro persi, un massiccio ricorso alla cassa integrazione ed agli ammortizzatori sociali. Sono emerse le debolezze del nostro sistema che ha dei meccanismi di inserimento ed uscita dal mondo del lavoro molto rigidi senza veri incentivi in entrambi i sensi.
Le organizzazioni sindacali e quelle imprenditoriali sono ancorate a modelli organizzativi e contrattuali vecchi di oltre cinquant’anni che non rispondono più, in termini soprattutto di tempestività di risposte, alle mutate esigenze. Dovrebbero condividere la ricerca di soluzioni invece che produrre rigide contrapposizioni, anche interne, che non portano nulla di positivo.Vanno favorite le uscite dal mondo del lavoro dipendente sia privato che pubblico, favorendo la creazione di piccole realtà di lavoratori autonomi o micro realtà imprenditoriali, alle quali affidare in appalto lavori sia dal pubblico che dal privato. Incentivi anziché sussidi, potrebbero creare posti di lavoro “responsabilizzati” aumentando nel contempo l’efficienza e la qualità dei servizi offerti. Trasformare la perdita di un posto di lavoro, da parte di chi ha comunque sviluppato capacità multiformi, da una condanna in un’opportunità imprenditoriale da costruire su una buona idea o sull’offerta di servizi qualificati alla collettività. Si pensi alle micro realtà, comprese quelle artigianali. Un progetto da finanziare con risorse che dovrebbero affluire dal privato con l’istituzione di appositi fondi d’investimento, come dal pubblico unendo ai contributi per la cassa integrazione o la mobilità, l’accesso al microcredito, alla formazione, a locali idonei per installare la propria sede, a detassazioni. Responsabilizzando tutti e favorendo nel contempo una crescita di democrazia economica nel Paese.
Pubblicato su l’Informazione del 3 maggio 2010
Nel riquadro: “VISTAGIARDINO” – 1998 – Ciaccaezetazetai – olio su tela – cm 50 x 60 – courtesy EC Foundation
1° maggio - Festa del lavoro.
RispondiEliminaGrazie Alberto per le tue parole, il tuo pensiero!
Desidero solo aggiungere due cose:
il 2010 ha seganto un primo passo verso il cambiamento: molte attività erano operative, molti " lavoratori " non hanno aderito a questo giorno che i " Sindacati " o meglio i " Sindacalisti " da troppo tempo ne hanno fatto uno strumento del loro potere, delle loro adunanze di piazza, delle bandiere etc, etc. e soprattutto di discorsi e argomenti divenuti cosi obsoleti da annoiare tutti, da non interessare che poche minoranze.
La strumentalizzazione politica di ogni cosa va eliminata, il mondo del lavoro " vero " e non parassitario necessita di nuove regole, di nuovi gestori: è ora di cambiare!
Un cambiamento morale, un cambiamento culurale da non affidare al partitismo politico ma da vivere in nuove entità operative, gestite dagli stessi interessati e finalizzate a portare del nuovo nel mondo del lavoro. Non mancheranno certamente sacrifici e sofferenze ma tutte le strade che portano in alto sono sentieri in salita e faticosi.
LUIGI
ciao alberto michele zacchi
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