San Marino 27 febbraio 2012/1711 d.F.R.
La firma alla convenzione del Governo Monti, non risolverà nulla.
Così come un’eventuale uscita dalla black list del nostro Paese.
Così come infine la soluzione delle problematiche legate all’estero vestizione.
Siamo e rimarremo comunque sorvegliati speciali.
Strutturalmente il nostro sistema economico sociale è ancorato ancora a vecchi schemi che sono poi quelli, deleteri, che ci hanno portato a dover fronteggiare questa difficile e pesante situazione.
Che non è solo l’acuirsi di una crisi economica finanziaria, ma anche sociale, di valori e soprattutto politica.
Nessuno vuole delegittimare la nostra classe politica.
Non serve.
Sta facendo tutto da sola.
I cittadini seguono tutti con un notevole distacco le conferenze, le assemblee o comunque i momenti d’incontro con la cittadinanza promossi dalle forze politiche.
Sia di governo che di opposizione.
Sicuramente questo è dovuto a una caduta di credibilità non solo all’interno ma anche all’esterno come dimostrato dai pochi risultati e riconoscimenti sino a oggi ottenuti.
E questo non è un bene per il Paese.
Vi è la oramai la diffusa consapevolezza della necessità di una sorta di “seconda Repubblica”.
Intesa come nuovo patto tra i membri della sua comunità affinché sia completamente e definitivamente imboccata la strada della trasparenza e della legalità.
Per eliminare con coraggio le ingiustizie e le inequità che il sistema ha prodotto nel “ventennio”.
Se non si rinnova nel profondo, buona parte della nostra classe dirigente, non solo politica ma anche quella che determina le scelte in ambito associativo, sindacale e del pubblico impiego, dovremo mescolare questa minestra ancora per diverso tempo.
Sarebbe sufficiente che facesse un passo indietro chi ha avuto a vario titolo in mano le sorti del Paese, ridando così attendibilità alla politica sia all’interno sia all’esterno di San Marino.
Se non si rinnovano, o riscoprono nel profondo anche della nostra storia, i valori base che hanno legato nei secoli questa piccola comunità non avremo sicuramente un futuro.
Non possiamo pensare che la classe politica economica che ha guidato i nostri destini negli ultimi vent’anni possa essere quella che guiderà il cambiamento e traghetterà il Paese su altri e più sicuri lidi.
Non ne ha l’interesse a farlo.
Probabilmente non ne ha nessunissimo interesse a farlo perché troppi e inconfessabili sono gli interessi propri che deve tutelare.
E questo non è un bene per il Paese.
E’ purtroppo oramai improrogabile che il nostro Paese,
E che lo faccia con un grande coraggio.
Alberto
Nel riquadro: “DRAGONFLY” – 2009 – Ciaccaezetazetai – olio su denim – cm 100 x 100 – courtesy EC Foundation
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