La nostra unica grande e incommensurabile ricchezza è la libertà e l’autonomia di cui godiamo che da sempre ha permeato la nostra storia.
San Marino 29 novembre 2010/1710 d.F.R.
La politica, intesa come arte di governare gli stati o la cosa pubblica, sembra essersi per il nostro Paese persa per strada.
Pur essendo in vigore una legge elettorale che per il momento garantisce un minimo di stabilità, non si intravedono idee chiare in chi guida il Paese.
Lo testimonia la legge finanziaria all’esame del Consiglio Grande e Generale: un tentativo in extremis mal riuscito di reperire risorse finanziare per ridurre il deficit di bilancio. Nella speranza poi che non vengano introdotti vergognosi condoni fiscali o edilizi.
E’ arrivato il momento per chi ha la responsabilità politica, non solo di governare ma anche di fare opposizione, di definire chiaramente quel’è il futuro che ha disegnato per San Marino e che strada intende percorre per portarlo a compimento.
Tenendo conto dei limiti oggettivi nei quali ci troviamo ad operare: di territorio, di popolazione ed oggettivamente di sistema.
La nostra unica grande e incommensurabile ricchezza è la libertà e l’autonomia di cui godiamo che da sempre ha permeato la nostra storia.
Se è la libertà e l’autonomia che vogliamo salvaguardare per mantenere le nostre peculiarità e per sedere alla pari con tutti gli altri Stati del mondo, sono già chiare le scelte da fare sia di politica interna che estera.
L’adozione di codici e comportamenti etici nel mondo della politica, della finanza e della società civile. Il ritorno dei concorsi per accedere alla pubblica amministrazione ed alle cariche pubbliche. L’eliminazione di tutti i privilegi che in questi anni si sono prodotti. Ma soprattutto la creazione delle condizioni affinché il nostro Paese possa essere veramente definito come la terra della libertà. Libertà di poter scegliere i metodi educativi dei propri figli, di poter scegliere tra pubblico e privato lo stesso servizio, libertà di poter assumere una persona in base al merito ed alle competenze, libertà di farsi rappresentare da un sindacato piuttosto che un’altro.
Infine in politica estera aderire all’Unione Europea, sarebbe come delegare tutta una serie di prerogative interne sulle quali non avremo più voce in capitolo. I vincoli sarebbero notevoli in termini di sovranità. Ed i vantaggi ancora nessuno li ha spiegati.
Alberto
Nel riquadro: “RSM” – 2003 – Ciaccaezetazetai – olio su tela /jeans – cm 100 x 100 – courtesy of Ec Foundation
Rispondo al tuo articolo con notevole ritardo ma non volevo non esprimerti la mia sensazione sul malessere che purtroppo aleggia su San Marino, che come tu ripeti ha come unica, grande, incommensurabile ricchezza la libertà e l'autonomia.
RispondiEliminaUna libertà che i POLITICI hanno voluto minare, creando un senso di "paura" nelle persone che fino a ieri credevano in certi valori.
In questa situazione c'è da aspettarsi di tutto e quasi certamente saranno ancora i POLITICI ad emulare le peggiori scelte della confinante Italia: condoni ecc ecc.
Inoltre torna alla ribalta il problema di entrare o meno nella Comunità Europea.
Se vogliamo la "morte" di San Marino non c'è che da farlo: basta aprire gli occhi! ( intanto i POLITICI vedono sempre - anche al buio, come i gatti - sempre pronti a valutare la propria posizione e la propria carriera ).
Mi sembra di ritornare indietro di un paio di mesi.
Un certo Signore ( poteva "commissariare" Unicredit - visto l'iserimento sulla BAC - troppo "difficile?" per non dire altro )ha scelto di "commissariare" la Banca CARIM, distruggendo i risparmi di persone che si erano affidati alla stessa, quale Banca locale, per poter penetrare in San Marino tramite la CIS.
Bisognava impedirlo.
Già da un anno si poteva scegliere una ALLEANZA con la Cina e le sue Banche, imponendo all'Italia una nuova politica finanziaria e magari rinunciando all'Euro.
In ogni caso le mie sono solo considerazioni personali.Grazie